Sequel Chiamami col tuo nome 2: i dubbi di Armie Hammer

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20.3.2019 - 11:12

AFI Fest 2018 Presented by Audi - Opening Night World Premiere Gala Screening of 'On the Basis of Sex' - Arrivals

Featuring: Armie Hammer
Where: Hollywood, California, United States
When: 09 Nov 2018
Credit: FayesVision/WENN.com
AFI Fest 2018 Presented by Audi - Opening Night World Premiere Gala Screening of 'On the Basis of Sex' - Arrivals Featuring: Armie Hammer Where: Hollywood, California, United States When: 09 Nov 2018 Credit: FayesVision/WENN.com
Source: FayesVision/WENN.com

L’attore tentenna pensando al sequel: «Il primo film era perfetto. Il secondo potrebbe essere un flop».

Armie Hammer mette in stand by il sequel della pellicola «Chiamami col tuo nome».

Nel film, diretto da Luca Guadagnino e candidato a 4 premi Oscar, l’attore 32enne e Timothee Chalamet hanno raccontato una storia omosessuale nata in un’estate degli anni Ottanta, in una piccola cittadina del Nord Italia.

Da mesi circolano voci di un follow-up del film: lo stesso Hammer, in un’intervista rilasciata lo scorso anno, si era detto favorevole al sequel.

Chiacchierando con il magazine Vulture, Armie ha oggi manifestato qualche dubbio: «La verità è che ci sono state delle blande conversazioni (sul sequel), ma oggi penso che il primo film sia stato troppo speciale, per noi che lo abbiamo realizzato e per le tante persone che lo hanno visto e che hanno provato delle emozioni. È stata una tempesta perfetta di tante cose. Se ne facessimo un secondo, rischieremmo di andare incontro a una delusione. Non so se riusciremmo a realizzare un secondo film che sia all’altezza del primo».

Prima di prendere ogni decisione, Armie dovrà confrontarsi con Guadagnino e Chalamet, sebbene tutto dipenderà dall’originalità dello script.

«Non ho ancora parlato con nessuno di loro nello specifico. Ma con una grande sceneggiatura, con Tim nel cast e Luca alla regia, sarei una testa di c*** a dire di no - ha sottolineato Hammer -. Allo stesso tempo, però, penso: “È stato qualcosa di talmente speciale che forse faremmo meglio a lasciare perdere».

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