In TV Claudio Amendola torna con Il Patriarca: «Il mio sogno è fare un western»

Covermedia

4.4.2023 - 13:00

Claudio Amendola
Claudio Amendola

In onda dal 14 aprile su Canale 5 la serie crime racconta le vicende di un boss spietato a cui viene diagnosticato un inizio di Alzheimer.

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Claudio Amendola è Nemo Bandera, uno spietato boss del narcotraffico, nella serie tv intitolata «Il Patriarca», in onda dal 14 aprile su Canale 5.

Saranno sei puntate in prime time quelle che raccontano le vicende del boss che gestisce un’imponente narcotraffico, al quale però viene diagnosticato l’Alzheimer. È a questo punto che decide di nominare un successore all’interno della famiglia.

«Mi è piaciuto interpretare un personaggio feroce che, all’improvviso, scopre di essere fragile e fa di tutto per riportare la famiglia nella legalità. Anche se il suo mondo lo tira sempre dentro, vorrebbe riparare al male fatto», spiega a Il Messaggero l’attore, 60 anni, 3 figli e due nipoti, proprietario di un ristorante al centro di Roma.

La vita con lui è stata generosa, e, al contrario del personaggio che interpreta, ha sempre cercato di non pestare i piedi a nessuno.

«Ho fatto il mio mestiere con serietà, abnegazione, rispetto degli altri. Non ho mai avuto il sacro fuoco né ho frequentato scuole di recitazione, eppure ho costruito una bella carriera con la fisicità, la presenza scenica, la voce ereditata dai miei genitori (Ferruccio Amendola e Rita Savagnone, ndr). Anche se parlo piano mi faccio sentire», continua Amendola che di recente ha rivelato la sua dipendenza (ormai superata) dalla cocaina.
«(…) Sono fiero di essermi liberato di quella mer*a. Uscire dalla dipendenza è stato un percorso violento e breve, ci sono riuscito pensando ai miei figli. E a loro non ho mai nascosto nulla».

L’unico difetto con cui Amendola convive è al momento un altro.
«La mia proverbiale pigrizia. Quando non lavoro, a parte il bridge, non ho voglia di fare nulla. Ma non mi sembra un peccato mortale, mi accetto come sono».

Mentre nel cassetto ha ancora un sogno: «Per anni ho desiderato lavorare con Gabriele Salvatores e gliel’ho fatto sapere in tutti i modi. Ma lui niente, non mi ha mai filato. E ora non me ne frega più niente, può anche chiamarmi. Il mio sogno è un altro: fare un western».