TVFranca Leosini: «Devo molto ad Angelo Guglielmi»
Covermedia
14.7.2022 - 16:30
La giornalista di «Storie Maledette» ripercorre i suoi esordi su Rai 3 col programma che l'ha resa famosa, lanciato dal compianto direttore.
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14.07.2022, 16:30
14.07.2022, 16:35
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Franca Leosini e «Storie Maledette» sono un binomio indivisibile.
Ma pochi sanno che la giornalista e il suo programma di inchieste furono scovate e lanciate dall'ex direttore di Rai 3, Angelo Guglielmi.
A ricordarlo in occasione della scomparsa del critico letterario, saggista, giornalista e dirigente pubblico italiano è stata proprio la conduttrice.
«Tutti noi dobbiamo molto a a Guglielmi, era un genio della televisione perché lui ha creato la rete dei contenuti, ha creato Rai3», ha dichiarato Franca Leosini a Adnkronos.
«Tra noi c'era un rapporto di grande reciprocità, ma io l'ho sempre chiamato direttore, mai Angelo. Lui mi vide per la prima volta a «Telefono Giallo» condotto da Corrado Augias, un programma che si basava su inchieste costruite da noi giornalisti e mi noto' durante una mia inchiesta, mentre ero in diretta. Mi pare fosse quella sulla contessa Filo della Torre. Guglielmi era in studio e ricordo il suo sguardo e il suo sorriso nel buio dello studio – continua emozionata la Leosini -. Dopo la puntata lui mi disse: «Io ti voglio parlare domani, vieni da me». L'indomani andai da lui e mi disse: «Voglio che lavori per Rai 3, che cosa vorresti fare?», io avevo già in mente l'idea di «Storie Maledette» e gliene parlai. A quel punto Guglielmi mi rispose: «Il titolo mi piace, voglio vedere cosa ci metti dentro». E quello che c'ho messo dentro sono state un centinaio di «Storie Maledette» e tutto quello che poi ne è seguito».
Riconoscente verso Guglielmi
Gli anni sono passati e Franca ha saputo costruirsi la sua popolarità, ma la riconoscenza per lo storico direttore di Rai 3 resta.
«Devo molto a Guglielmi – sottolinea la Leosini – perché mi ha individuata e mi ha dato modo di lavorare. Guglielmi era uno scopritore di professionisti. Anche se erano anni che non era presente, professionalmente lui c'era sempre. Ci sono quelle persone, come i cavalli di razza, che non hanno età. La sua morte lascia un vuoto enorme, siamo tutti orfani di questo grande professionista, ci mancherà».