TelevisioneGiovanni Ciacci attaccato dagli omofobi: «Denuncio tutto alla Polizia»
CoverMedia
14.6.2020 - 13:09
Il costumista di “Vite da Copertina” condivide le offese di omotransfobia che da tempo riceve sui social, rendendo ora partecipe anche le forze dell’ordine.
Sui social ricevere insulti carichi di odio da sconosciuti è una prassi sempre più diffusa. A Giovanni Ciacci capita da molto tempo. Tuttavia, il costumista ha ora deciso di denunciare ogni hater che lo ha umiliato con offese omotransfobia, rendendo partecipe anche la Polizia Postale.
«Ho pensato molto prima di pubblicare le ennesime offese che, puntualmente, ogni giorno mi scrivono persone che sui social. Non ci mettono la faccia, ma solo le loro cattiverie e frustrazioni. Ho pensato molto prima di pubblicarle, pensavo che pubblicandole avrei fatto il loro gioco», scrive Giovanni Ciacci su Instagram.
«Poi mi sono detto che ho lottato tutta la vita per evitare che succedessero queste cose, che ho ballato con un uomo in uno show tv per affermare il diritto alla libertà di essere sempre se stessi, che ho faticato per riuscire a lavorare ed imporre la mia libertà di espressione in un mondo che sembra aperto al mondo omosessuale e in realtà non lo è, che ho scritto libri cercando di raccontare storie di persone straordinarie con una vita arcobaleno. Tutto questo a quanto pare non è servito a nulla».
In passato, il conduttore di “Vite da Copertina” aveva già espresso il suo malessere riguardo la sgradevole situazione, ma ora ha messo il nome di ogni detrattore nero su bianco.
«Da oggi basta ! Pubblicherò tutte le offese, gli insulti e le frasi razziste a sfondo omofobo che mi vengono rivolte denunciando tutto alle autorità competenti - afferma Ciacci - Spero che la politica risolva questo problema di odio e incitamento all’odio che si diffonde tramite queste persone meschine su i social, mettendo pene severe, provvedimenti rapidi e normative chiare per chi incita all odio sotto ogni genere… e spero che la polizia postale intervenga rapidamente per fermare questo barbaro orrore».