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Il papà di Mazinga Z e Goldrake Go Nagai, celeberrimo creatore di manga, al Japan Matsuri. Sheila Muggiasca: «Ecco come l’ho convinto a venire a Bellinzona»
Paolo Beretta
23.6.2025

Colpaccio dell’associazione no-profit Japan Matsuri: a Bellinzona per la 12esima edizione del Festival, il 20 e il 21 settembre, l’ospite d’onore è Go Nagai, mostro sacro dei manga, celeberrimo per aver creato opere iconiche come Goldrake e Mazinga Z e aver così rivoluzionato la cultura pop del suo Paese. Sheila Muggiasca, presidente della manifestazione, ci svela, in un'intervista, come ha convito il Maestro, che raramente e solo in occasioni speciali lascia la sua patria, a venire in Ticino.

23.06.2025, 05:00
Paolo Beretta
Ha dell'incredibile la notizia della venuta in Ticino di Go Nagai, gigante del fumetto giapponese e tra le figure più influenti della cultura pop dell'intero XX secolo.
È infatti l’autore che ha ridefinito l’immaginario dell’animazione giapponese, dando vita a personaggi entrati nell’iconografia collettiva, non solo orientale, ma anche occidentale, con, ad esempio, i personaggi di Mazinga Z e Goldrake.
Il nativo di Wajima ha inventato il concetto di robot pilotato dall’interno, trasformando il mecha in un fenomeno di massa, che ha conquistato il mondo.
Sheila Muggiasca, presidente del Japan Matsuri ci spiega come ha convinto il Maestro Nagai, la cui presenza fuori dal Giappone è rara e legata a contesti selezionati e di alto profilo, a venire all'ombra dei Castelli.
Ci racconta poi come e perché in un solo decennio il Japan Matsuri è diventato l'evento il più importante nel suo genere della Svizzera e del Nord Italia e quali aspetti lo distinguono da una semplice fiera.
Signora Muggiasca partiamo dal principio: cosa è il Japan Matsuri e cosa significa il vostro nome?
Siamo un’associazione senza scopo di lucro. Esistiamo esclusivamente grazie al volere della gente. Il nome deriva da due idee: volevamo usare una parola che facesse capire subito di quale Paese ci occupiamo, ossia il Giappone (è in inglese perché ci rivolgiamo a un pubblico ampio), e poi abbiamo scelto «Matsuri» perché significa festa. Insomma: festival giapponese.
Lei è alla base sia dell’associazione che dell’evento. Ma come mai una ticinese si interessa così da vicino a una cultura così lontana?
Sì, è vero che l’idea è mia, ma è un lavoro collettivo. Siamo una grande famiglia che lavora con tanta passione. Ognuno porta e dà quello che può, secondo le sue competenze e disponibilità.
Tornando alla sua domanda, la passione è nata in età molto giovane, grazie agli anime trasmessi in televisione. Da lì ho cominciato a interessarmi sempre di più alla cultura giapponese, in particolare alla musica.
Ho approfondito le mie conoscenze attraverso forum e contatti internazionali, e in seguito ho avuto la possibilità di collaborare con etichette discografiche giapponesi.
Dalla passione per la musica come s’arriva al Festival di oggi, con molti altri aspetti della cultura del Sol Levante?
L’idea del Japan Matsuri è nata dalla tsunami dell'11 marzo del 2011 e del conseguente incidente atomico a Fukushima. Per me quelli sono stati giorni veramente difficili. I primi due li ho passati a cercare di contattare tutte le persone e gli amici che vivevano nei dintorni.
In quei momenti ho capito che non potevo rimanere con le mani in mano. Sentivo di dover aiutare in qualche modo un popolo la cui cultura mi ha sempre dato tanto.
E quindi è nato il Japan Matsuri?
Sì, esatto. È nato così il primo evento il cui scopo era quello di radunare dei soldi da devolvere a chi era stato colpito dalla tragedia. Doveva essere un unico incontro. E invece, grazie al grande interesse del pubblico, oggi siamo alla 12esima edizione.
Dopo la prima raccolta fondi, a cui hanno partecipato circa 2500 persone, son arrivati molti feedback positivi, con una sola domanda: a quando la seconda edizione? Visto l’interesse, ci siamo detti: «Ma perché no?». E così ci siamo messi al lavoro.
Continuate a fare beneficenza?
Sì, è un impegno che accompagna il Japan Matsuri fin dall’inizio. Ogni anno sosteniamo dei progetti di solidarietà. In particolare, aiutiamo da tempo l’organizzazione giapponese Ashinaga, che offre supporto educativo e psicologico ai bambini che hanno perso uno o entrambi i genitori, inclusi quelli colpiti dal terremoto e dallo tsunami del 2011.
Nel mio viaggio in Giappone del 2024 ho avuto modo di visitare da vicino una struttura creata da Ashinaga e vedere concretamente l’impatto del nostro contributo.
Ma non vi limitate a questo sostegno, giusto?
No. Versiamo a vari enti di beneficenza a nostra scelta. Cerchiamo di stare attenti alle realtà che ci circondano. Dopo un piccolo sondaggio al nostro interno decidiamo a chi devolvere i soldi.
Nel 2024, per esempio, abbiamo sostenuto la raccolta fondi «Bavona e Lavizzara ricostruiamo insieme» in modo da aiutare le popolazioni colpite dalle alluvioni in Alta Vallemaggia. Cerchiamo sempre di restare sensibili alle realtà che ci circondano.
Siete arrivati alla 12esima edizione con un pubblico in costante crescita.
Battiamo praticamente ogni anno il record di partecipanti. Nel 2024 siamo arrivati addirittura a 17'000 visitatori. Attiriamo molta gente, non solo dalla Svizzera, ma anche dal Nord Italia, dalla Francia e dalla Germania.
Come spiega questo successo?
Credo che il successo derivi dalla nostra formula unica: non siamo una fiera commerciale, ma un evento culturale con un’anima pop. Uniamo l’intrattenimento, come il concorso cosplay o i concerti, alla cultura giapponese più autentica e tradizionale. Siamo i soli a unire questi due aspetti.
Basta questo elemento a suscitare l’interesse del pubblico?
No. La nostra forza risiede anche nella straordinaria ricchezza della cultura giapponese. Durante un viaggio in Giappone ho avuto modo di partecipare a un matsuri e ne sono rimasta profondamente colpita: ogni matsuri ha una sua identità, un tema specifico, e comprende elementi come carri decorati, maschere, danze, costumi rituali e cerimonie legate alla spiritualità locale.
Ricreare un matsuri completo in Ticino, per motivi logistici, non è possibile. Ma ci impegniamo ogni anno a portare al nostro pubblico alcuni elementi rappresentativi di queste celebrazioni: performance artistiche, decorazioni, simboli rituali e atmosfere ispirate ai matsuri tradizionali.
In questo modo cerchiamo di trasmetterne lo spirito autentico, adattandolo al nostro contesto.

A chi si rivolge?
La cultura giapponese è estremamente varia e affascinante, e suscita grande curiosità. Il nostro pubblico è composto da persone di tutte le età e provenienze, ed è proprio questo che ci ha spinto, anno dopo anno, ad arricchire il programma con attività sempre nuove.
Oggi il Japan Matsuri è un evento inclusivo, pensato per offrire esperienze diverse e accessibili a tutti.

Perché c’è questa forte componente culturale?
La componente culturale è sempre stata parte integrante del Japan Matsuri. Fin dall’inizio abbiamo voluto che il festival fosse non solo un momento di intrattenimento, ma anche un’occasione per avvicinarsi realmente alla cultura giapponese, nelle sue diverse espressioni.
Un ruolo importante in questo senso lo giocano anche i nostri rapporti con l’Ambasciata del Giappone a Berna, che patrocina l’evento da anni. I loro rappresentanti partecipano regolarmente al festival e la loro presenza è per noi un segno tangibile di riconoscimento di qualità e fiducia.
Arriviamo al grande ospite… Chi è Go Nagai?
Go Nagai è una figura di riferimento nella storia del fumetto giapponese. Con la creazione di Mazinga Z ha rivoluzionato il genere dei mecha, cioè dei robot giganti, introducendo elementi narrativi e visivi che hanno poi influenzato generazioni di autori e si è fatto conoscere in tutto il mondo.
È anche autore di opere più controverse e adulte, come Devilman, dimostrando una grande versatilità.
Come avete avuto l’idea di invitarlo?
L’idea di contattare il Maestro Go Nagai c’era da tempo, ma aspettavamo l’occasione opportuna. E quest’anno ricorre il 50esimo anniversario della nascita di Ufo Robot Goldrake. Ho quindi contattato la sua casa di produzione, la Dynamic Planning, e il tutto è partito da lì.

Come siete riusciti a convincere un mostro sacro a essere vostro ospite?
Prima di accettare, la sua casa di produzione ci ha rivolto molte domande per capire a fondo la natura del nostro evento e le nostre richieste al Maestro.
A convincerlo è stato anche il nostro approccio no profit: la nostra storia, il fatto che il festival sia interamente basato sul volontariato, e il modo in cui portiamo avanti il progetto hanno trovato il suo apprezzamento.
Si tratta di un’eccezione importante per lui: solitamente partecipa solo a grandi eventi con centinaia di migliaia di visitatori. Poi sembra si sia interessato ai Castelli di Bellinzona…
Cosa devono aspettarsi gli appassionati?
Nagai darà una conferenza che sarà animata da Fabrizio Casati. Farà poi un disegno in diretta, davanti a tutti, così tutti potranno apprezzare la sua arte dal vivo. Si metterà anche a disposizione per delle dediche.
Per momenti di spensieratezza, il gran finale domenica pomeriggio è affidato sul palco principale a Cristina D’Avena. A chi è venuta l’idea?
Abbiamo un sistema di feedback, dove il pubblico, alla fine di ogni edizione, può dare dei suggerimenti o fare richieste. Sono, per la maggior parte, gentili e ci aiutano molto a migliorarci. In questo senso per noi sono preziosi.
Alcune non possiamo realizzarle poiché rimaniamo una piccola realtà. Il desiderio d’avere Cristina D’avena è stato espresso praticamente da sempre. Ma non volevamo invitarla senza un reale collegamento con l’evento.
E quindi?
L’anno scorso siamo riusciti a trovare un legame. Abbiamo celebrato i 40 anni della serie animata «È Quasi Magia Johnny», ospitando Akemi Takada, la character design della serie, che l’ha resa celebre nel mondo, la cui sigla è appunto cantata da Cristina D’Avena. Le due si sono incontrate a Bellinzona.
Quest’anno, visto che è la regina delle sigle dei cartoni animati, tornerà a grandissima richiesta. È molto bello per noi vedere che il suo pubblico, come il nostro, è composto da generazioni diverse. Ci sono tanti genitori che vengono con i loro figli.
Ha citato prima un concorso di cosplay…
Il concorso di cosplay, che è una delle parti più pop dell’evento, c’è fin dalla prima edizione. Possiamo dirlo: è cresciuto con noi. Ci sono dei partecipanti che ora sono diventati nostri collaboratori. Sono 12 anni d’amicizia.
I concorrenti sono oltre 20 e, contrariamente a quello che si può pensare, non ci sono solo cosplay di manga o anime, ma pure, per esempio, di Star Wars o altre celebri saghe. È bello perché coinvolge un pubblico di tutte le età. Dai bimbi fino ai genitori.

Il programma, basta sfogliarlo, è davvero ricco…
Sì. Con la prima edizione abbiamo occupato circa due terzi dell’Espocentro. Ora invece proponiamo attività anche in un capannone adiacente, e in altri luoghi attorno.
Può farci alcuni esempi?
La mensa della Scuola Alberghiera verrà trasformata in una grande sala dedicata ai giochi da tavolo, mentre nelle aule saranno proposti numerosi corsi, che spazieranno dall’arte tradizionale del sumi-e alla cucina nipponica.

Nell’Auditorium della Scuola di Commercio si terranno incontri e conferenze, tra cui la presentazione del libro «Yamanba – Donne ribelli del Giappone», a cura di Rossella Marangoni.
All’esterno, sul prato circostante, sarà possibile partecipare a dimostrazioni e corsi di arti marziali, suonare i tamburi taiko e prendere parte a percorsi meditativi ispirati alla cultura zen.

Tornando al palco principale, desidero segnalare con particolare piacere anche la presenza di Mayu Shirai, artista della Scuola Dimitri, che porterà in scena uno spettacolo di danza tradizionale giapponese Jiutamai. Oltre all’esibizione, Shirai terrà anche un corso introduttivo alla Jiutamai, offrendo al pubblico l’opportunità di avvicinarsi a questa forma d’arte raffinata e poco conosciuta in Europa.
A completare l’esperienza, una proposta gastronomica interamente dedicata alla cucina giapponese autentica: un’occasione imperdibile per scoprire i sapori del Sol Levante.
Insomma a Bellinzona si potrà vivere un’esperienza giapponese a tutto tondo…
Sì, ma… un’informazione importante: per la maggior parte delle attività ci si deve iscrivere online prima dell’evento. I posti sono limitati e vanno a ruba. Forse ci sarà qualche corso al quale ci si può iscrivere sul posto, ma non saranno molti.
Maggiori informazioni sono disponibili sul sito del Japan Matsuri 2025.