A «Cartabianca» con Mizrahi Iacchetti dopo lo scontro su Gaza: «Perdo lavoro e ricevo minacce, ma non mi pento»

fon

22.9.2025

Enzo Iacchetti non ha sopportato gli interventi di Eyal Mizrahi.
Enzo Iacchetti non ha sopportato gli interventi di Eyal Mizrahi.
Imago

Dopo lo scontro a «Cartabianca», Enzo Iacchetti difende la sua posizione su Gaza, denuncia minacce e perdita di lavoro, ma ribadisce: «Non mi pento di nulla».

Nicolò Forni

Hai fretta? blue News riassume per te

  • Dopo lo scontro a «Cartabianca», Enzo Iacchetti difende la sua presa di posizione su Gaza, che definisce un «atto di supplenza morale».
  • Il conduttore racconta di pagare un prezzo alto con perdita di lavoro e minacce, ma anche di aver ricevuto sostegni inaspettati, da Rula Jebreal ad Antonio Ricci.
  • Critico verso il governo e deluso dal silenzio della sinistra, ribadisce che la questione è umanitaria e afferma di non pentirsi di nulla.

Lo scontro televisivo che ha visto protagonista Enzo Iacchetti la scorsa settimana su «Rete4» a «Cartabianca» continua a far discutere.

A distanza di giorni, il conduttore di «Striscia la Notizia» difende con fermezza la sua posizione: nessun passo indietro, nessun rimpianto per quelle parole che hanno rotto gli schemi del talk show e acceso un dibattito acceso sull'attualità internazionale.

«Ho sfondato la quarta parete del televisore, è stato un atto di supplenza morale», spiega in un'intervista rilasciata a «Fanpage.it», convinto che il suo intervento fosse necessario di fronte ai silenzi della politica.

«Sto pagando un caro prezzo»

Le conseguenze però non sono leggere: Iacchetti ammette di star pagando un prezzo alto, sia sul piano professionale sia personale. «Sto perdendo parecchio lavoro», racconta, riferendo di averne parlato anche con Morgan, che dopo aver preso posizione sulla Palestina si è trovato in difficoltà simili.

Il comico punta il dito contro Eyal Mizrahi, presidente della Federazione Amici di Israele, accusandolo di essere andato in tv solo per fare propaganda: «Era un provocatore, quello che ha detto non lo direbbe neppure il diavolo. Quando ha pronunciato la frase "definisca bambino" ha superato ogni limite».

Iacchetti sostiene che anche parte della comunità ebraica abbia criticato quelle parole, mentre lui stesso ha ricevuto sostegno da personalità inaspettate, come Rula Jebreal dagli Stati Uniti.

Parallelamente, però, non sono mancate le minacce, con messaggi che arrivano a dirgli di «prepararsi a morire».

La politica tace

Sul fronte politico, l'amarezza è forte: nessun esponente della sinistra lo ha contattato per esprimere solidarietà. «Non sono né di destra né di sinistra, sto solo dalla parte della povera gente», precisa, criticando duramente le posizioni di governo.

«Se Meloni e i suoi continuano così perderanno le prossime elezioni. E le parole di Salvini a sostegno di Israele mi hanno fatto vergognare».

Per Iacchetti, quello in Medio Oriente è prima di tutto un dramma umanitario, non ideologico: «Non dormo la notte pensando a quella gente. Non avrei mai alzato le mani su Mizrahi, ma non potevo lasciar correre certe affermazioni».

Forte sostegno da Antonio Ricci

In un clima di polemiche, non sono mancati gesti di solidarietà. Tra i più significativi quello di Antonio Ricci, che gli ha inviato un vecchio filmato del Drive-In del 1985 in cui comici italiani facevano satira contro Israele: «È stata la solidarietà più bella, un riconoscimento che mi ha emozionato».

Ma resta la consapevolezza di un momento difficile: la carriera subisce un rallentamento e le critiche si moltiplicano. Nonostante questo, Iacchetti non cambia idea: «Se fossimo in cinquanta a parlare come me, molte cose cambierebbero. Io non mi pento di nulla».

In un panorama televisivo spesso dominato da silenzi, prudenza e calcoli, Enzo Iacchetti ha scelto di esporsi, pagandone le conseguenze personali e professionali.

Piaccia o no il tono usato, resta il gesto di chi ha avuto il coraggio di dire ad alta voce ciò che molti pensano e tacciono. Più che giudicare, dovremmo riconoscere che il 73enne ha fatto quello che tutti dovremmo fare: rompere l'indifferenza e prendere posizione davanti a un dramma che si sta consumando sotto i nostri occhi.