Depp vs Heard Johnny Depp, lo sfogo della legale: «Io e lui insieme? È sessismo»

Covermedia

10.6.2022 - 09:40

I numerosi abbracci di Camille Vasquez a Johnny Depp durante il processo che l'attore ha vinto contro la sua ex moglie Amber Heard, hanno suscitato dei pettegolezzi. L'avvocata ha spiegato cosÌ il suo comportamento: «Ho discendenze cubane e colombiane. Sono una donna molto fisica. Cosa volete che vi dica?».
I numerosi abbracci di Camille Vasquez a Johnny Depp durante il processo che l'attore ha vinto contro la sua ex moglie Amber Heard, hanno suscitato dei pettegolezzi. L'avvocata ha spiegato cosÌ il suo comportamento: «Ho discendenze cubane e colombiane. Sono una donna molto fisica. Cosa volete che vi dica?».
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Camille Vasquez risponde alle voci di un presunto flirt con l’attore, che ha rappresentato nella battaglia legale contro Amber Heard.

10.6.2022 - 09:40

Camille Vasquez bolla come «sessiste» le voci di una presunta liaison con Johnny Depp.

Parlando con People in un’intervista pubblicata il 9 giugno, la legale si è detta molto amareggiata per i rumors attorno a lei e il suo famoso cliente, che ha rappresentato nella causa contro Amber Heard.

«Mi prendo molta cura dei miei clienti e ovviamente ci si avvicina. Ma quando dico «noi», intendo l’intero team legale e questo include anche Johnny», ha dichiarato l’avvocato.

Vasquez ha aggiunto che lei e Johnny sono amici, conoscendosi da quattro anni e mezzo.

Sulle voci del presunto flirt, Camille ha aggiunto: «È sessismo. È inopportuno e avvilente, ma è una conseguenza. Non posso dire di essere rimasta totalmente sorpresa».

A chi le ha fatto notare di essersi più volte avvicinata a Depp durante le udienze, Vasquez ha tagliato corto: «Ho discendenze cubane e colombiane. Sono una donna molto fisica. Cosa volete che vi dica?».

«Abbraccio tutti. E non me ne vergogno».

«Quell’uomo stava lottando per la sua vita e mi si spezzava il cuore nel vederlo ogni giorno seduto lì ad ascoltare le illazioni più orrende contro lui. E se potevo dare un po’ di conforto, ovviamente lo davo. Sia che si trattava di stringergli la mano o ricordagli che noi eravamo lì per lui a lottare per lui, perché se lo meritava».

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