(Cover) - IT Showbiz - È stata una sfida per Kesha trasferire nel suo nuovo album le emozioni contrastanti provate negli ultimi tribolati anni della sua vita.
Ormai da tempo la rapper conduce una battaglia legale contro il suo ex produttore Dr. Luke, da lei accusato di averla costretta a subire continui abusi fisici e psicologici per l’intera durata del loro contratto.
La star - il cui ultimo album è datato 2012 -, però è pronta a voltare pagina e, parlando di «Rainbow», in uscita l’11 agosto, ha confidato al conduttore radiofonico Elvis Duran: «Bisogna guarire per quanto possibile e andare avanti. Scrivere questo album è stato difficilissimo: ho detto le cose più difficili da dire, fatti di cui rifiutato la veridicità e che non volevo confessare. Ho pianto al solo pensiero di cantare a squarciagola quello che mi era capitato in una sala piena di co-autori. Ma è stato in quel momento che ho capito che dovevo sputare il rospo, dovevo parlare, dovevo cantare».
La spinta determinante Kesha l’ha ricevuta dalla madre Pebe Sebert che l’ha incoraggiata ad affrontare il terribile ricordo della violenza sessuale attraverso la musica.
«Mi ha detto di scriverci una canzone su. Di raccontare la verità, che sarà sempre meglio di qualsiasi altra storia inventata».
A chi invece la critica per il suo eccentrico modo di vestire, la 30enne ha così replicato: «Quando vedo il mio nome inserito nelle classifiche dei “peggiori vestiti delle star”, alzo il dito medio e dico: “A Bob Dylan piace il mio look, quindi state zitti!”. Io voglio trasmettere emozioni positive, questa è la mia nuova missione. Mi piace l’idea di poter aiutare le persone a guarire attraverso la mia musica. Non pretendo che tutto quello che canto e faccio sia perfetto o impeccabile. Voglio aiutare gli altri e voglio che gli altri ritrovino se stessi nella mia musica. È una sensazione bellissima».
Cover Media
Tornare alla home page