Krishna, indiano d'Emilia tra Gange e Po
In Il Vegetariano. Regista, storia dura ma non priva di speranza
ROMA, 08 MAG – Le acque del Gange, «madre di ciò che vive e si muove», e del Po, scandiscono Il vegetariano di Roberto San Pietro, viaggio intenso tra spiritualità, realismo, incontro e scontro di culture. «Racconto una storia dura ma non priva di speranza» dice all'ANSA il regista. Realizzato con un cast quasi esclusivamente di non professionisti, Il vegetariano, prodotto e distribuito da Apapaja, sta girando l'Italia con un serie di proiezioni, accolte spesso da sold out. Tra le prossime tappe il debutto a Roma (al Quattro Fontane il 9, il 13 e il 14 maggio), poi il ritorno a Milano da dove è partito, e ancora fra le altre, Suzzara (Mn), Modena, Faenza e Brescia.
Protagonista è Krishna (Sukhpal Singh), indiano 24enne, figlio di un bramino, che da dieci anni ha trovato casa in Italia, dove lavora in un piccolo allevamento di bovini della Pianura Padana, in Emilia. Aperto agli altri quanto rigoroso nel rispetto dei propri valori, il ragazzo, profondamente religioso, si ritrova a pagare il conto di una sua scelta.
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