A Basilea La finale dell'Eurovision tra battute efficaci, prestazioni mozzafiato e l'amara conclusione per Zöe Më

Paolo Beretta

18.5.2025

Le conduttrici Michelle Hunziker, Hazel Brugger e Sandra Studer, da sinistra, reagiscono al risultato di zero punti del pubblico per la Svizzera, durante la votazione della finale del 69° Eurovision Song Contest a Basilea, Svizzera, sabato 17 maggio 2025.
Le conduttrici Michelle Hunziker, Hazel Brugger e Sandra Studer, da sinistra, reagiscono al risultato di zero punti del pubblico per la Svizzera, durante la votazione della finale del 69° Eurovision Song Contest a Basilea, Svizzera, sabato 17 maggio 2025.
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Taccuino in mano per annotarmi le cose che non devo dimenticarmi di scrivere a fine serata, cibo di vario tipo, non del più sano, a distanza di braccio e telecomando sul tavolino per vedere cosa dicono di noi i commentatori degli altri Paesi. Sono pronto per quella che sarà una serata memorabile. Il chiacchiericcio, riportatomi via cellulare anche dai colleghi che sono a Basilea, che potrebbe mostrarsi Céline Dion, che si dice sia arrivata in città, non fa che aumentare le aspettative. 

Paolo Beretta

È stata la serata sarà memorabile, ma non per le ragioni che pensavo all'inizio. Ma partiamo dal principio.

Prende il via la tradizionale sigla dell'Eurovision. Bene. I suoni che riconosci ti rassicurano e ti mettono subito nel «mood» giusto.

Sandra Studer entra con passo veloce dietro le quinte e raggiunge Michelle Hunziker e Hazel Brugger che stanno tranquillamente discutendo.

Le interrompe agitata: «Ragazze, abbiamo un problema: il trofeo non si trova. Dobbiamo iniziare». Risponde Michelle: «Eh vabbè, anche se non iniziamo in orario, non è così grave». «Michelle! Per favore!», risponde Studer stizzita: «Siamo svizzeri!».

Sorrido, il primo cliché, che però ci invidiano molto all'estero, quello della puntualità, è stato liquidato con allegria.

L'ironia la fa da padrona

Interviene Hazel: «Possiamo usare la mia bottiglietta d'acqua, basta ricoprirla con un foglio d'alluminio».

Vedendo la perplessità delle due colleghe lascia cadere la bottiglia trasformata in trofeo per terra e aggiunge: «Alla fine questa poi non si rompe nemmeno».

Sorrido perché capisco subito l'allusione al fatto che Nemo, l'anno scorso a Malmö, poco dopo aver ricevuto il premio, lo aveva involontariamente rotto sul palco nella sua esibizione finale.

Parte così, con la stessa vena ironica delle prime due serate, la finale dell'Eurovision Song Contest a Basilea. Il che è di buon auspicio.

Una clip alla Mission Impossible

Si prosegue con una clip alla «Mission Impossible» con una persona su un aereo che vola verso il Cervino con in mano una preziosa valigetta dove c'è il trofeo. Si lancia con il paracadute, ma il prezioso carico gli scivola dalle mani.

Niente paura, ci pensa un atleta di sci acrobatico a recuperarlo con un salto spettacolare. Una volta in possesso della valigetta si lancia dalla montagna a rotta di collo su una pista per rampichini.

La sua discesa viene interrotta da un gregge di capre che salgono. Parte una tipica canzone svizzero-tedesca in sottofondo, per sottolineare il momento «rurale». Poi il ciclista si trova come per magia sul celebre Ponte dei Salti della Verzasca, dove fa cadere la valigia in acqua. È recuperata da un canoista, che la porta fino a Basilea.

L'ultimo tratto di strada è affidato a un'alteta paraplegica, che con la sua sedia a rotelle riporta il trofeo alla St. Jakobshalle.

Trovo sia stato un'ottimo espediente per far vedere i quattro angoli della Svizzera, con un ritmo incalzante e immagini spettacolari, che nulla hanno da invidiare ai veri film d'avventura. Molto piacevole, funziona. 

Nemo inizia alla grande con la sua «The Code»

Le tre presentatrici aprono la valigia e trovano il microfono di cristallo. Lo appoggiano sul piedistallo e se ne vanno. Passa Nemo, che sta per salire sul palco, e si avvicina per toccarlo con un largo sorriso. Sandra Studer interviene con uno sguardo minaccioso: «Tu! Non toccarlo!». 

Schermo nero. Parte lo show in sala.

Inizia la musica e la voce di Nemo risuona davanti a un pubblico in delirio. L'artista di Bienne si esibisce e canta «The Code», la canzone che lo ha fatto vincere in Svezia nel 2024. Lo show di luci è spettacolare.

Finita la canzone, parte la sfilata delle bandiere dei 26 Paesi in gara con i relativi artisti. Il tutto su delle musiche techno celebri di artisti svizzeri. Impressionate, ben ritmata, con la banda di tamburini «Drums Corps Basel» che sfoggiano per l'occasione delle bacchette luminose, la parte che poteva apparire noiosa, visto che il palco è lungo, è filata via liscia, veloce.

Nemo con la sua «The Code»
Nemo con la sua «The Code»
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«Per la finale tre donne son meglio di due»

Poi arrivano loro, le tre presentatrici, mano nella mano, con al centro Michelle Hunziker, d'argento vestita.

Dopo i saluti di rito, è proprio la ticinese a dare il benvenuto anche agli spettatori riunitisi allo stadio accanto all'edificio dove si svolge la finale.

L'immagine dal drone è spettacolare e l'effetto «WOW» è garantito: 36'000 persone guardano il centro di quello che di solito è il campo di calcio del Basilea dove ci sono 4 mega schermi. Il tutto immersi in una luce con i colori dell'Eurovision.

I biglietti, giova ricordarlo, sono stati venduti in due ore. Non solo noi spettatori rimaniamo stupiti, ma perfino i commentatori degli altri Paesi, come quello di Francia 2, Stéphane Bern, che dice di non aver mai visto nulla di simile in tanti anni che segue l'ESC. Di conseguenza i complimenti arrivano anche da lui e dai suoi colleghi in altre lingue.

Il colore dell'Eurovision invade lo stadio
Il colore dell'Eurovision invade lo stadio
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Hazel riprende il controllo: «Io e Sandra abbiamo presentato le due semifinali e qualcuno ha detto: "Due donne non possono presentare la finale". Sapete cosa? Hanno ragione».

Piccola pausa ad effetto (e qui si vede che fa la comica di mestiere)...

Poi riparte molto seria: «Dovrebbe essere presentata da tre donne! Con me ci sono queste due stupende ragazze: una ex concorrente dell'ESC e una che ama condurre gli show. Poi ci sono io, che mi rifiuto di portare le scarpe coi tacchi» e la telecamera si fionda sulle sue scarpe, delle sneackers, non meglio identificate e identificabili, con dei pallini colorati sulla punta.

Il pubblico apprezza l'ironia e ride. E noi con lui. 

«Noi svizzeri non abbiamo emozioni, abbiamo soldi»

Parte di gran carriera la competizione e dopo sette canzoni c'è la prima mini pausa in cui intervengono Michelle e Hazel.

E si ricomincia con l'autoironia: «Scusate se non ho la faccia sorridente. Noi svizzeri non abbiamo emozioni, abbiamo soldi» e fa partire la ola, che contagia lo stadio accanto.

Michelle canta «Volare»

È il momento per alcune televisioni estere di far partire la pubblicità, ma non per noi  svizzeri che abbiamo diritto a un altro show: Hazel ricorda come Sandra abbia «partecipato all'Eurovision 34 anni e 4 figli fa» a Roma nel 1991 con la canzone in italiano «Canzone per te».

«Era un periodo molto diverso, non c'era il televoto», spiega Sandra.

Michelle: «Lo faresti di nuovo?». «Certo, anche subito», risponde Sandra al fulmicotone e si strappa il vestito e inizia a cantare. Il cambio abito e la sorpresa fa effetto. 

Il completo giacca-pantaloni a tinta unita, che rende Sandra molto seria, lascia il posto in un microsecondo a un elegante vestito da sera. Il pubblico apprezza, sia in sala che a casa.

Alla fine della canzone della collega Michelle spiega: «È il mio sogno da sempre cantare sul palco dell'Eurovision». Sandra: «Guarda, è molto semplice: ti strappi il vestito e inizia la più grande performance della tua vita».

«Ah, non credo funzionerà. C'è mio nipote che sta guardando. Non posso solo schioccare le dita e....» e così parte la canzone....«Volare» di Domenico Modugno, che la showgirl ticinese interpreta in una versione moderna tra 4 ballerini.

Penso che questa sia la risposta migliore agli utenti dei social che si chiedevano, polemizzando inutilmente a mio avviso, che necessità ci fosse d'avere anche la Hunziker dopo le prime due serate. 

Michelle Hunziker canta «Volare».
Michelle Hunziker canta «Volare».
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Il dietro le quinte

Dopo l'esibizione della Germania c'è un'altro stacchetto, Sandra parla con Michelle: «Sai, noi abbiamo il compito più facile, usciamo sul palco, cerchiamo la telecamera giusta e diciamo quello che dobbiamo dire».

E la ticinese risponde: «Vero, la vera magia accade dietro le quinte. E siccome c'è sempre bisogno di una mano abbiamo inviato una volontaria». Parte la clip con Hazel munita di caschetto che ci mostra il back stage. 

E le immagini sono spettacolari, mostrano il grandissimo lavoro di coordinamento che c'è dietro i cambi palco. E uno dei responsabili spiega che non hanno 42 secondi, come si suol dire, «ma solo 35! Ma fin che possiamo allenarci va tutto bene».

E si vede un gruppo di persone che posa e toglie la scenografia cronometro in mano. Spettacolo nello spettacolo. Complimenti a loro.

Ma anche a chi ha avuto l'idea di fare la clip. Una maniera, non particolarmente originale, ma molto piacevole e veloce, di rendere omaggio ai lavoratori che non si vedono, ma senza i quali nulla sarebbe possibile.

Waterloo degli ABBA cantata da 36'000 persone

Prima dell'esibizione degli ultimi tre artisti in gara la linea passa all'esterno, allo stadio di calcio, trasformato in un luogo dove vedere la finale su 4 schermi giganti.

I presentatori Sven Epiney e Mélanie Freymond incalzano il pubblico, invitandolo a intonare un grande successo della band svedese più celebre al mondo, gli ABBA: «Waterloo», con il quale vinsero proprio l'Eurovision nel 1974.

Parte la musica, partono le parole sugli schermi e lo stadio si trasforma nel più grande karaoke del mondo, con 36'000 persone che cantano all'unisono, o quasi.

Un bellissimo momento corale, non solo sul posto, ma è facile immaginarlo, anche davanti alla TV.

Quattro svizzeri per ricordare la storia dell'Eurovision

La serata scorre veloce e si arriva al riepilogo delle canzoni. E poi, per lasciare il tempo alle persone di votare da casa, si esibiscono quattro concorrenti svizzeri che hanno partecipato alle passate edizioni.

A esibirsi per primi con «Io senza te», un brano in italiano presentato nel 1981, sono Peter, Sue & Marc, membri di un gruppo pop/folk di Berna che ha rappresentato la Svizzera alla kermesse quattro volte, arrivando quarto proprio nel 1981.

La cantante e conduttrice televisiva svizzera Paola, classe 1950, canta il brano «Cinéma», con cui si classificò quarta nell’edizione del 1980.

Poi è il turno di Luca Hänni (anche lui quarto a Eurovision 2019 a Tel Aviv), che intona la sua «She Got Me». Infine Gjon’s Tears, selezionato internamente dalla Svizzera per le edizione 2021 esegue «Tout l’univers».

L'omaggio è sicuramente riuscito con stili di musica e di abbigliamento molto diversi. Penso che un tuffo nel passato fatto così abbia il suo posto nello show.

Energia pura con la battaglia musicale

È ora il momento di dare spazio ai vincitori del televoto delle ultime due edizioni. Il secondo «interval Act» è una sorta di battaglia giocosa tra le due canzoni che più sono piaciute al pubblico europeo nel 2023 e 2024: «Cha Cha Cha» del finlandese Käärijä e «Rim Tim Tagi Dim» del croato Baby Lasagna.

I due, che si scatenano in pista con le loro crew, fanno letteralmente ballare tutta l'arena. Non mi entusiasmano particolarmente. Mi chiedo anche se non ci fosse qualcos'altro da mostrare. 

Nemo presenta il suo ultimo lavoro

I tempi si stanno allungando. Di colpo penso che ci sia qualcosa che non va. Poi però mi dico che penso così solo perché in fondo il secondo intermezzo con la battaglia non mi è piaciuto molto, anche se energico, perché non gradisco particolarmente la musica che i due artisti propongono.

Si passa al terzo tempo, al terzo «interval Act», e in cuor mio spero non si debba andare ai supplementari.

O forse i supplementari sarebbero caratterizzati dalla presenza, inaspettata, ma un poco sussurrata, di Céline Dion, il cui arrivo a Basilea è stato rivelato dal commentatore romando Jean-Marc Richard pochi minuti prima dell'inizio? Così fosse allora potrei accettare il prolungamento della suspense.

Mentre questi pensieri mi affollano la testa è la volta di Nemo, con la sua nuova canzone «Unexplainable», il primo singolo del suo nuovo album.

Parla delle difficoltà e delle lotte che ha dovuto affrontare per trovare la propria identità, soprattutto a causa della non conformità ai tradizionali ruoli di genere. Un pezzo intenso, non solo per il testo, ma anche per l'estensione canora offerta dal biennese.

S'è temporeggiato perché Céline Dion c'era, ma non è riuscita a esibirsi?

La parte che è seguita mi ha dato fastidio. Anche se probabilmente doverosa, l'ho trovata noiosa. È quella in cui si ricordano al pubblico, via un collage delle prestazioni canore in video, qual è il numero da comporre per votare l'artista preferito.

Per carità, il tutto è stato condito con un paio di siparietti di Michelle che parla prima con un paio di delegazioni, poi prova a suonare un corno delle Alpi senza riuscirci minimamente, ma sempre col sorriso sulla bocca.

Mi sono sinceramente chiesto se i fatto di far vedere una terza volta i concorrenti in gara non sia stata una scelta dettata all'ultimo secondo dalla rinuncia di Céline Dion a esibirsi. Sarebbe anche plausibile. Potrebbe essere stata costretta all'ultimo a rinunciare a salire a causa della sua malattia, la sindrome della persona rigida, male incurabile, caratterizzata da crisi di spasmi muscolari che non è possibile prevenire.

Un mistero, o meglio un dubbio mio, che probabilmente rimarrà tale.

Il voto finale...

Hazel e Sandra riappaiono al centro del palco con il tavolo. Si apprestano a passare la parola alle college di tutta Europa, con una puntatina in Australia, per sapere a chi la giuria di esperti dei vari Paesi ha assegnato il massimo del punteggio, cioè i 12 punti. 

Alla fine del giro delle capitali europee la classifica è capeggiata dall'Austria con 258 punti, la Svizzera è subito dietro con 214. terza la Francia con 180, quarta l'Italia con 159 e quinta l'Olanda con 133.

Non male, anzi, meglio del previsto per noi, secondo me. Ma temo un poco il televoto. L'anno scorso aveva premiato alla grande Nemo, ma quest'anno potrebbe essere diverso.

... con tanto di amara sorpresa per la Svizzera

E difatti lo è. Eccome se lo è. Mancano due minuti all'una di notte. Guardo speranzoso lo schermo. Potremmo ancora vincere. Ma poi la doccia fredda: dal televoto addirittura 0 punti per la nostra bravissima Zöe Më.

Non ci credo. Zero punti. Una mazzata.

Mazzata non solo per Zöe Më, che nasconde il suo sorriso imbarazzato dietro i due fiori che tiene in mano, ma per l'intero Paese.

Alla fine vince l'Austria con JJ. Seconda Israele. La Svizzera sprofonda al decimo posto. 

Lo sconforto è grande, lo ammetto. Era andato tutto bene, show pazzeschi, coreografie mozzafiato, prodezze tecniche eccezionali... eppure, la sensazione di stupore e di meraviglia davanti a una prestazione collettiva degli organizzatori davvero eccellente, lascia spazio a una sensazione di ingiustizia.

È solo un arrivederci?

Forse il sole che sta per sorgere allevierà un poco il malumore che potrebbe ancora serpeggiare nel cervello. In fondo Basilea e la Svizzera tutta hanno vissuto una settimana fantastica, sotto molti punti di vista.

Una settimana che solo qualche anno fa sarebbe stata impossibile anche solo immaginare.

Eppure adesso sappiamo che anche noi siamo in grado, grazie alle competenze e alla professionalità dei colleghi della SSR SRG, d'organizzare una delle manifestazioni più grandi del mondo. E di farlo in maniera quasi perfetta.

La sensazione è quella che sia solo un «arrivederci» all'ESC e che nei prossimi anni ce la si possa giocare ad armi pari con tutti.

Spero davvero di non sbagliarmi.