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Eurovision La seconda semifinale tra nudità, cambi d'abito spettacolari e voci potenti. Il tutto condito con un momento trash
Paolo Beretta
16.5.2025

La seconda semifinale dell'Eurovision Song Contest a Basilea non ha deluso le aspettative delle migliaia di fan alla St. Jakobshalle e dei milioni davanti alla TV: ritmo serrato, battute efficaci e canzoni di altissimo livello vocale. Ci sono stati momenti amarcord con i saluti del commentatore romando Jean-Marc Richard, che lascia dopo 33 anni e l'esibizione di artisti che non hanno potuto presentarsi nel 2020 poiché, causa pandemia di Covid, l'ESC fu annullato. La serata è stata parzialmente sabotata da un siparietto che da comico s'è trasformato in un momento televisivo imbarazzante.

16.05.2025, 03:22
16.05.2025, 08:11
Paolo Beretta
«Benvenuti a Basilea. Il mio nome è Philipp e sono un fan dell'Eurovision da più di 50 anni. Vivere l'esperienza dell'Eurovision nella mia città è un'emozione unica nella vita. Amo vedere fan da tutto il mondo diventare un'unica grande famiglia. È un sogno che diventa realtà».
Si apre così la seconda semifinale dell'ESC, con il video del Signor Philipp che porta il cuore, simbolo del concorso canoro più guardato al mondo, tra il variopinto e folto popolo degli spettatori dell'Eurovision per le strade della città renana.
Quando Philipp sale sul palco, senza dire una parola, posa il cuore dal bordo illuminato di rosso con in mezzo la croce bianca al centro della scritta Eurovision disegnata per terra e ripresa dall'alto, e parte la magia. Un gioco di colori della manifestazione, il turchese e il viola, si mescolano e invadono tutta la scena. Spettacolare.
Come spettacolari lo saranno tutte le esibizioni, con l'uso di illuminazioni, corpi di ballo, scenografie e accessori mozzafiato.
Ma andiamo con ordine.
Brugger e Studer tra banche svizzere e telecomando
Nel tripudio della folla presente nella St. Jakobshalle entrano in scena le due presentatrici, Hazel Brugger e Sandra Studer, che hanno raccolto molti consensi dopo la loro spettacolare prestazione di martedì sera.
Salutano e ringraziano, introducendo velatamente il motto dell'ESC in una delle frasi d'apertura in inglese: «Tutti i cuori qui stasera battono all'unisono, uniti dalla musica» («united by music», il motto, appunto).
Studer si lancia: «Accogliamo artisti dai quattro angoli dell'Europa...» e Hazel, da brava comica, prosegue colpendo di fioretto: «... e non sono nemmeno venuti qui per depositare i loro soldi nelle banche svizzere, ma per cantare».
E via alle risate genuine per la battuta da parte del pubblico composto da persone «che arrivano da ben 83 Paesi diversi», chiude Studer.
La sala, illuminata, si scatena nelle tipiche urla di giubilo: «Voi fan siete il cuore e l'anima dell'Eurovision», prosegue la cantante.
Alla quale, fulminea, subentra l'umorista: «E questa serata è anche di chi a casa ha perso la lotta per il telecomando. Vi vediamo appassionati di calcio... Il calcio e l'Eurovision son molto simili: c'è un sacco di lavoro di gambe e acconciature pazzesche», dice aggiustandosi i capelli. Arrivano altre risate.
La serata è lanciata sulla scia di quella di martedì, con humor e molto ritmo. O almeno così si potrebbe pensare.

Un livello canoro decisamente più alto di martedì
Parte la competizione tra i 16 brani che vogliono conquistarsi un posto in finale. La gara, rispetto a quella di martedì, ha una qualità canora più elevata, con diversi artisti che mostrano che sanno far vibrare in modo potente le loro corde vocali.
Anche a livello visivo e di accessori scenici le prestazioni sono più impegnative, non solo per gli artisti, ma anche per gli addetti ai lavori. Basti pensare che i tecnici hanno circa un solo minuto per cambiare tutto. Una ventina di secondi se li prendono le presentatrici, poi c'è la cartolina video, che dura, pensate un po', solo 42 secondi.
E 42 secondi sembrano giusti per non annoiare troppo lo spettatore e così è. Si ha appena il tempo per chi conosce il nostro Paese, di dire: «Ah ecco conosco quella città, quel luogo» che già la clip è finita e l'artista inizia a cantare.
Pure voi per qualche secondo avete pensato a Gianni Morandi?
La brevità dei filmati è azzeccata, danno un ritmo alto, proprio quello che devono mantenere i tecnici, che per esempio hanno dovuto togliere ben 250 chili di sughero, che simulava la sabbia, dopo la canzone «Maman» della francese Louane, già finalista poiché gareggia per uno dei 5 Paesi che accedono direttamente all'ultimo atto in virtù del loro sostegno economico alla manifestazione.

È pur vero che nel caso del sughero hanno ricevuto un gran colpo di mano, si fa per dire, da Brugger e Studer, che si sono presentate con tanto di aspirapolvere in spalla per pulire il palco.
La gag, semplice quanto efficace, ha fatto sorridere, e, per chi ha buona memoria e segue Sanremo, ha inevitabilmente ravvivato il ricordo di Gianni Morandi che entra in scena sul palco dell'Ariston per sgomberarlo dai fiori che il cantante Blanco aveva distrutto durante la sua esibizione nel 2023.
«Un numero con molto contatto fisico mai visto all'ESC»
Lo show prosegue a spron battuto tra molti artisti poco vestiti e quelli che i vestiti se li cambiano sul palco in un battere di ciglia. Anche qui il colpo di scena e l'effetto «WOW» è garantito.
Intanto dalla comica Hazel viene promesso un numero mai eseguito prima all'Eurovision, in cui ci sarà molto contatto umano, ma che sarà comunque adatto anche al pubblico dei più piccoli. Il mistero è lanciato. Cosa sarà mai?
La risposta arriva poco dopo: si tratta dello «stage diving»... cioè Hazel si «butta» sul pubblico e si fa portare dalle braccia sollevate degli spettatori come se nuotasse, in mezzo alla folla. Galleggiando sulle persone pone loro delle domande.
Visivamente, forse anche per il vestito particolare della showgirl, che sembra fatto di tanti CD trasparenti, il numero, non partito con particolare eleganza, rende tantissimo. Un paio di altri passaggi, invece, non sono stati altrettanto riusciti. Ma ci torneremo.

L'addio a un pezzo da 90
Tra i momenti che mi hanno fatto più piacere c'è sicuramente quello della visita da parte di Studer nelle cabine dei commentatori.
Ho trovato particolarmente azzeccata la mossa di rendere omaggio al veterano tra di loro, quel fenomeno di Jean-Marc Richard, conosciuto anche nella Svizzera italiana, perché giunto alla sua 33esima edizione ha deciso che sarà anche l'ultima.
Come spiegato in anteprima qualche mese fa ai nostri colleghi romandi di blue News, appende il microfono al chiodo, anche se rimarrà nell'entourage dell'Eurovision svizzera.
Richard, per chi non lo conosce, è una vera forza della natura, dirompente, appassionato del suo lavoro, che solo a sentirlo ti riempie di energia. «È bello, dopo così tanti anni poter finalmente dire: "Benvenuti in Svizzera, benvenuti a casa nostra"», ha confessato alla presentatrice.
Ai nostri microfoni aveva detto che solo qualche anno fa nessuno voleva commentare l'Eurovision, malgrado l'avesse proposto a molti colleghi. «Oggi invece è diverso, tutti vorrebbero poterlo fare. È bello. Significa che abbiamo creato qualcosa».
Noi svizzeri, ossessionati dalla puntualità
Il numero sulle peculiarità della Svizzera all'inizio mi ha interpellato, anzi, quasi dato fastidio. Ma non l'avevo capito fino in fondo.
Invece è un bel numero di ballo «colorato», che spiega al mondo intero (si parla di un pubblico televisivo oscillante tra i 165'000 e i 180'000 spettatori!) in modo non convenzionale il fatto che da noi ci siano 4 lingue, che ci obbligano, in qualche modo per far funzionare le cose, ad amare l'organizzazione, la precisione e la puntualità.
Insomma una maniera diversa, non noiosa, di presentare le cose. Avrei però forse scelto altri colori: il verde, il giallo, il rosso e il blu mi hanno fatto pensare costantemente al logo di Google. Peccato. Ma è un dettaglio. O no?
Sul palco arrivano le canzoni dell'ESC del 2020. Perché?
Mi è piaciuta anche l'opportunità data, mentre la gente votava da casa, a quattro artisti di esibirsi con la canzone con la quale avrebbero dovuto partecipare all'Eurovision del 2020, edizione annullata a causa della pandemia da Covid.
Gli stessi, con fortune alterne, hanno partecipato all'edizione del 2021, ma con altri brani, nuovi, come stabilito dal regolamento.
Sono così saliti sul palco con le loro canzoni del 2020 lo svizzero Gjon's Tears con «Répondez-moi», The Roop della Lituania con «On fire», Efendi per l'Azerbaigian con «Cleopatra» e Destiny da Malta con «All of my love».

Arriva un momento di trash tv evitabile
Finito il doveroso momento amarcord, è arrivato quello peggiore della semifinale. Uno di quei segmenti che quando li vedi ti domandi: «Ma perché? Che bisogno c'era? Non c'erano altre soluzioni?». Sì, credo proprio ce ne fossero.
Ovviamente, come già nella prima semifinale, alle moderatrici è stato chiesto di temporeggiare poiché il conteggio dei voti è in corso. Martedì si sono distribuiti dei cuscini con la fotografia del nostro tennista preferito, il mito vivente Roger Federer. Giovedì sera invece la comica Brugger si reca dalla concorrente finlandese e dice che le offre una cena tipicamente svizzera.
Arriva quindi il caquelon pieno di formaggio le le forchette con i tozzi di pane: è la fondue. La cantante sgrana gli occhi stupita e chiede se deve davvero mangiarne. Certo.
E qui arriva il momento davvero poco elegante, uno di quei momenti che si possono definire di trash-TV, che era davvero meglio evitare.
La conduttrice immerge il pane nel caquelon e poi se lo mangia, con una scia di formaggio, assai liquido, che le resta appesa al mento. Ripete la scena in compagnia della concorrente, con lo stesso risultato. Il filo di formaggio s'incolla sul mento.
Mi son chiesto: ma cosa è passato nel cervello degli autori che fino a quel momento non ne avevano sbagliata una di idea? Non lo sapremo mai.
Un omaggio a Toto Cutugno
Finalmente arriva veloce il momento dei risultati. Le conduttrici sono tese. Ammettono candidamente che la situazione sta facendo loro sudare le mani. Dopo una sequenza ad alta emotività, il verdetto.
In finale ci vanno: Lituania, Israele, Armenia, Danimarca, Austria, Lussemburgo, Finlandia, Lettonia, Malta e Grecia.
Sono invece eliminate Repubblica Ceca, Australia, Montenegro, Irlanda, Georgia e Serbia.
Stanno per scorrere i titoli di coda, ma prima c'è ancora il tempo per un ultimo saluto da part di Brugger, che schiaccia l'occhiolino alla collega Michelle Hunziker che salirà sul palco sabato per la finalissima: «Ti aspettiamo, abbiamo bisogno di te».
Sandra Studer, la presentatrice che cantò un brano in italiano nel 1991 nell'edizione romana dell'ESC, intanto, ha avuto qualche secondo per prepararsi a rendere omaggio a Toto Cutugno.
Intona il celebre brano con il quale il cantautore vinse l'Eurovision 1990, ma la regia ha fretta, come martedì, i titoli di coda scorrono davvero rapidi e la trasmissione si chiude.
I telespettatori hanno solo avuto l'occasione di sentire le prime strofe di Cutugno, giusto il tempo di far partire la canzone nel proprio cervello.
Gli spettatori nella St. Jakobshalle, dove andrà in scena la finalissima sabato, se la sono potuta godere tutta, di sicuro.
Beati loro.