Cinema La tragedia di Gaza fa da sfondo agli Oscar 2024

SDA

7.3.2024 - 16:21

I preparativi per gli Oscar al Dolby Theatre di Hollywood. (foto del 29 febbraio 2024)
I preparativi per gli Oscar al Dolby Theatre di Hollywood. (foto del 29 febbraio 2024)
Keystone

La tragedia di Gaza pesa sugli Oscar 2024. Una rete d'acciaio installata attorno al Dolby Theater impedirà proteste come quella per il cessate il fuoco agli Spirit Awards, o come ai Grammy, con le limo dei vip fermate da blocchi stradali fuori dalla Crypto.com Arena.

Misure di sicurezza che richiederanno l'impiego di alcune migliaia tra poliziotti e agenti federali accompagneranno la 96esima edizione dei premi più ambiti di Hollywood. In onda per tre ore e mezza in diretta sulla Abc, la notte delle stelle sarà condotta per la quarta volta dal comico «di casa» della rete Jimmy Kimmel che, in interviste della vigilia, ha promesso che nessuna battuta sarà off limits ma la politica, per una sera almeno, resterà in panchina.

Non è però escluso che, come spesso in passato, l'attualità più drammatica di queste ore non torni ad affacciarsi nel corso della notte evidenziando i conflitti di coscienza che dal 7 ottobre hanno diviso chi ha scelto di esporsi per una delle parti e chi invece ha optato per il silenzio.

Non che i divi siano mai stati reticenti quando si tratta di esprimere posizioni discusse – dall'Aids all'aborto, Donald Trump e la crisi dei profughi profughi – ma il conflitto in Medio Oriente è diverso: «È un argomento scivoloso, non c'è parola sul tappeto rosso o sul palco che non rischi di provocare offese», ha detto al New York Times Martin Kaplan, del Norman Lear Center for entertainment, media and society dell'University of Southern California.

C'è chi consiglia di cucirsi la bocca

Hollywood ha storicamente una forte comunità ebraica. Da un lato c'è dunque un forte sostegno per Israele, dall'altro la coscienza che la causa palestinese sia un'estensione dei movimenti per la giustizia razziale e sociale che erano scesi in piazza nell'estate 2020. Per essersi espresse pubblicamente alcune star come Melissa Barrera hanno perso il posto, altre come Susan Sarandon sono state «cancellate» dalle agenzie di talenti.

Già alla vigilia dei Golden Globe alcuni esperti di pubbliche relazioni avevano consigliato ai clienti di cucirsi la bocca. Anche il silenzio tuttavia si è trasformato in messaggio politico boomerang: come quando l'associazione degli sceneggiatori si era astenuta dal condannare l'assalto di Hamas attirandosi le proteste di centinaia di membri.

Alcuni divi si sono esposti: Selena Gomez, Joaquin Phoenix e Quinta Brunson hanno firmato un appello per il cessate il fuoco. Con loro Bradley Cooper, due volte candidato per Maestro, che ha aderito anche a un contro-appello per il rilascio degli ostaggi. Ed ecco dunque che domenica si conteranno i nastrini gialli distribuiti da alcune agenzie di comunicazione di Hollywood: simbolo di speranza per la liberazione de sequestrati come quello indossato da John Ortiz di «American Fiction» ai Golden Globe.