«Quartier des banques» Lauriane Gilliéron: «La scena di nudo? Stupita dalle reazioni che ha scatenato»

di Lukas Rüttimann

3.3.2020

La seconda stagione di «Quartier des banques» ha debuttato il 18 febbraio 2020 su RSI LA1. Gli ultimi due episodi andranno in onda questa sera martedì 3 marzo. Vi ritroviamo in particolare Lauriane Gilliéron. L'attrice spera che questa serie, che esplora l'universo delle banche, sia il catalizzatore della sua carriera in Europa.

Signora Gilliéron, «Quartier des banques» è stato apprezzato dalla critica quasi all'unanimità. Lo ha avvertito sul set della seconda stagione?

È naturalmente un fatto positivo e la gioia che ha generato era effettivamente percepibile. Dall'altro lato, simili reazioni comportano anche molta pressione: si ha voglia di preservare tutto questo entusiasmo e non deludere nessuno con la nuova stagione.

C'è questo pericolo?

Spero di no. (ride) La nuova stagione presenterà una tensione e un ritmo ancora maggiori rispetto alla prima. Coloro che hanno apprezzato «Quartier des banques», d'ora in avanti ameranno ancora di più la serie. Abbiamo messo una marcia in più, per così dire.

Ciò riguarda anche il suo ruolo?

Assolutamente. Il mio personaggio è probabilmente quello che ha conosciuto una maggiore evoluzione. Non ha necessariamente un maggior numero di scene, ma Virginia Grangier è ormai una persona molto più forte. Nella prima stagione era principalmente una moglie, spesso condizionata da eventi esterni e di frequente vittima delle circostanze. Stavolta prende le cose in mano. Trova il coraggio di aprire una sua galleria d'arte e di farsi valere in un mondo dominato dagli uomini. Viene spesso sottovalutata e deve affermarsi in un ambiente difficile.

Riesce a riconoscersi in lei?

Un'attrice deve sempre trovare un modo di identificarsi nel personaggio che interpreta. Ma nel caso di Virginia Grangier, ci sono effettivamente molte similitudini con la mia vita. Anch'io ho dovuto e devo tutt'ora affermarmi in un mondo dominato da uomini, poiché l'industria cinematografica è pur sempre un universo maschile. Anch'io devo costantemente dimostrare di essere capace, in grado di soddisfare le attese. Del resto, ogni bella donna sa cosa si prova nel venire relegata in un angolo poiché ciò che ci si aspetta da lei è unicamente che sia carina e niente di più.

Il movimento #MeToo non ha cambiato nulla a tal proposito?

L'idea che le donne debbano godere di un trattamento più equo nell'industria del cinema è senz'altro più diffusa oggi di quanto non fosse prima del #MeToo. È vero. Ma non siamo che all'inizio; i cambiamenti necessari non si produrranno dall'oggi al domani. Le donne sono ancora svantaggiate nell'industria cinematografica. Non c'è ancora uguaglianza salariale, i film girati da uomini sono molto più numerosi rispetto a quelli realizzati da donne e così via dicendo. Ogni cambiamento fondamentale richiede del tempo.

«Quartier des banques» è la ragione per la quale ha lasciato Los Angeles per concentrarsi sulla sua carriera europea. Ne è valsa la pena?

La serie è stata una ragione, non la ragione. Ma è vero: non ero felice a Los Angeles per numerose ragioni, così ho deciso di tornare. Sentivo di non riuscire più ad integrarmi in quella città né a identificarmi nel paese e nella sua cultura. Allo stesso tempo, l'Europa mi mancava e «Quartier des banques» mi ha offerto la possibilità di perseguire la mia passione nel mio paese d'origine. Ovviamente, è più difficile portare avanti una carriera nel cinema in Svizzera che a L.A.. Laggiù c'è senz'altro una maggiore concorrenza, ma anche più ruoli. In fin dei conti, ogni cosa a suo tempo; sono tornata soltanto un anno fa e il modo di lavorare è diverso qui.

Viene ancora etichettata come una ex-miss o viene ormai presa sul serio come attrice?

Il titolo di Miss Svizzera farà sempre parte di me, non devo nasconderlo. La corona mi ha dato molto, ma ho ben altro da offrire che un bel sorriso e basta. Ho una grande passione per la recitazione e, quanto meno nella Svizzera romanda, ormai mi considerano in primo luogo un'attrice e poi una ex miss. In quest'ordine.

Rimpiange la decisione di voltare le spalle a Hollywood?

No, era la cosa giusta da fare, anche se non c'è nulla di definitivo. È molto probabile che torni a lavorare a Los Angeles in futuro. Ma dovevo semplicemente reagire poiché non stavo andando avanti. Anche oggi non sono ancora arrivata dove vorrei, ma almeno qualcosa si sta muovendo. Non sono soddisfatta, ma sono felice. (ride)

Quali sono i suoi attuali progetti?

Ho appena finito di girare un film con un regista svizzero, «Chroma». Dovrebbe uscire a breve. Sto recitando anche in un cortometraggio a Parigi e ho in programma uno spot pubblicitario per le FFS.

Soffre del fatto di essere sempre vista attraverso i suoi pregi fisici?

Beh, suppongo sia un problema che riguarda la maggior parte delle donne attraenti in quest'ambito. Dopotutto, l'aspetto è importante, siamo nell'industria del cinema. Ma non appena me ne viene data l'occasione, dimostro di essere in grado di fare di più che semplici sorrisi.

«Quartier des banques» è ambientato nel mondo della finanza. Si sente a suo agio in questo ambiente?

Per nulla. (ride) Provengo da un contesto del tutto ordinario, non sono un «rich kid» (bambino viziato ndr). Il denaro non è importante per me. D'accordo, ne abbiamo bisogno per vivere, ma that’s it. Il lusso non significa niente per me, non ho bisogno di auto costose e non mi importa nulla delle marche. È stato quindi ancora più appassionante familiarizzare con un ruolo immerso in questo universo.

Alcuni criticano il fatto che «Quartier des banques» banalizzi gli eccessi del mondo delle banche…

… Ebbene, il sesso, la droga e gli eccessi fanno parte di questo mondo. Quando è giustificato, lo si può mostrare. Dopotutto, una serie dovrebbe avvicinarsi il più possibile alla vita reale. Dall'altro lato, sono contenta che «Quartier des banques» non si concentri troppo su questo aspetto, poiché è una serie sorretta dai suoi personaggi, che ha molto di più da offrire che semplici scene di sesso. Ma chiaramente ci sarebbe di sicuro spazio per maggiori eccessi.

Tuttavia ha girato una scena in cui compare nuda.

Sono stupita dalle reazioni che ha scatenato. Per me non potrebbe esserci nulla di più normale. Quando si fa l'amore, generalmente si è nudi, quindi mi è sembrato del tutto naturale. Se fosse stato necessario che il mio personaggio apparisse svestito unicamente per mostrare un corpo nudo, avrei avuto difficoltà a farlo. Ma così? Nessun problema. Ovviamente, non sono certo obbligata a guardare insieme alla famiglia delle scene alla televisione in cui compaio nuda. Ma va bene, è la vita. Lo si può mostrare.

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