Locarno, così muore comunità ancestrale
'Gli uccelli migratori', su dissoluzione etnia colombiana wayuu.
Il 71 Locarno Festival racconta di mondi lontani e ancora oggi sconosciuti, di storie incredibili e però vere. E' il caso di 'Uccelli migratori' ('Pajaros de verano'), proposto in Piazza Grande.
In una società ancestrale, sopravvissuta intatta alla modernità, nel territorio desertico e peninsulare del nord della Colombia, dove vive l'etnia wayuu, si sviluppa dagli anni '60 agli '80 la 'bonanza', il boom economico dovuto al traffico di marijuana da parte di un popolo orgoglioso di pastori e contadini. Un traffico che nulla ha a che vedere con il cartello di Medellin, con la cocaina. E che è stato vissuto come commercio normale e inizialmente addirittura legale. In questa società antichissima, "irrompe in modo selvaggio il capitalismo più puro", spiega il co-regista Ciro Guerra. Gringos figli dei fiori iniziano a chiedere sempre di più 'erba' fino a trasformare l'uso personale delle comunità hippy in un gigantesco mercato con gli States. E così la comunità locale inizia a presentare le prime crepe.
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