SpettacoloLudovico Tersigni e «Summertime»: «Come sono entrato nei panni di Ale»
CoverMedia
30.4.2020 - 16:33
I ricordi estivi dell’attore romano fanno a pugni con il personaggio: un disciplinato atleta che sta per godersi la sua prima estate in libertà.
Con «Summertime», Ludovico Tersigni si è tuffato in una storia d’amore estiva dal sapore nostalgico.
La nuova serie originale italiana di Netflix è ispirata al cult di Federico Moccia «Tre metri sopra il cielo» e concede un’anticipo di estate, in un momento in cui tutti siamo ancora alle prese con la quarantena.
«Quando mi hanno detto che avrei interpretato un pilota mi sono comprato la moto: sono caduto, ho fatto delle cose terribili, ma credo che mi sia servito parecchio», racconta Ludovico Tersigni a Vanity Fair, riferendosi al suo personaggio Ale.
«La passione ce l’avevo già da bambino perché mio fratello seguiva la Moto Gp di notte: la voce di Guido Meda mi ha accompagnato nella crescita e quel fantastico “Rossi c’è” riecheggia ancora nelle mie orecchie».
A 24 anni, Tersigni ha già recitato per registi del calibro di Gabriele Muccino e in serie tv cult come «SKAM Italia». Ma le sue estati precedenti hanno ben poco a spartire con quelle del suo personaggio in «Summertime».
«Le mie estati del liceo erano molto disordinate e ricordarle oggi diventa difficile: i luoghi, le facce e le persone passano in fretta. Una cosa molto diversa rispetto alla situazione di Ale, che è un atleta che ha seguito in maniera ligia l’allenamento sportivo e che riesce per la prima volta a godere della libertà di un’estate intera», condivide Ludovico.
«Per interpretarlo ho ragionato al rovescio: ho cercato anche io di vivere la novità di questa stagione così libera e fresca, come se fosse un procedimento al contrario».
A scandire gli otto episodi della serie dedicata agli adolescenti, una colonna sonora ad-hoc realizzata dal compositore Giorgio Poi in collaborazione con Calcutta, che vanta la presenza di brani di Achille Lauro, Salmo e Francesca Michelin. Ma anche alcune canzoni estere come «Tainted Love» dei Soft Cell e «I like Chopin» dei Gazebo.
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