SpettacoloMcQueen, 12 anni schiavo possibile anche grazie a Obama
ANSA
16.10.2020 - 19:27
Rocco e i suoi fratelli film italiano del cuore
ROMA, 16 OTT – Il cinema «per me è come un romanzo, porta in un differente spazio mentale», e l'arte contemporanea «è come la poesia con le sue fratture e la sua capacità di condensare le idee». Così Steve McQueen, premio alla Carriera della Festa del Cinema di Roma (insieme a Pete Docter, premiato ieri) , nell'incontro ravvicinato con il pubblico moderato da Antonio Monda, descrive le sue due grandi passioni artistiche. In circa un'ora di conversazione, il regista britannico ha ripercorso temi e suggestioni dei suoi film e commentato titoli che ama, come Zero in condotta di Jean Vigo e Rocco e i suoi fratelli (il suo film italiano preferito) di Luchino Visconti.
Venendo al suo più grande successo di pubblico e di critica, 12 anni schiavo (tre premi Oscar), per McQueen è stato possibile realizzarlo anche grazie al fatto che «ci fosse Obama come presidente degli Stati Uniti. La porta allora per film con queste tematiche, non si era spalancata ma si era aperta. Prima non si facevano film con protagonisti neri perché si pensava che non rendessero al botteghino». 12 anni schiavo «è costato 19 milioni e ne ha incassati oltre 200, abbiamo dimostrato come un film così potesse funzionare anche dal punto di vista economico». McQueen ha scoperto i suoi due film del cuore, Zero in condotta di Jean Vigo e Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti, da spettatore nei cineclub londinesi: «Il percorso per andare a vedere un film fa parte dell'esperienza cinematografica, anche per questo sono grato alla Festa del Cinema di Roma, che ha deciso di andare avanti, riportando il pubblico in sala». Zero in condotta «mi ha fatto riflettere su ciò che si è disposti a fare nella ricerca della libertà», mentre Rocco e i suoi fratelli «mi ha fatto capire, anche grazie alla qualità materiale del film, la realtà della passione, ti fa sentire ciò che si può arrivare a fare per sopravvivere. E' qualcosa di tangibile nel film, come la ghiaia nelle mani. Poi mostra tutti i problemi legati alla mascolinità». (ANSA).
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