Miniserie Michele Rech su «Strappare lungo i bordi»: «Ho bussato cento volte»

Covermedia

6.12.2021 - 13:10

Michele Rech
Michele Rech

L'autore della miniserie che sta spopolando su Netflix rivela qualche aneddoto sul progetto: «Doppio tutte le voci degli altri personaggi tranne quella di un armadillo gigante, che è la mia coscienza».

«Strappare lungo i bordi» è uno dei più grandi successi stagionali di Netflix. Dietro alla miniserie c'è il talento creativo di Michele Rech, fumettista romano di sangue francese, che definisce il progetto una sorta di autobiografia.

«Di autobiografico c'è moltissimo. L'unico personaggio fittizio è Alice, a cui capita una cosa molto dolorosa. E non avevo voglia di raccontare una persona specifica per non lederne la privacy. Evidentemente, però, nella vita mi sono trovato a vivere delle situazioni molto simili. Tutto il resto, invece, è autobiografico al cento per cento», spiega Michele Rech a Leggo.

In «Strappare lungo i bordi» il fumettista è protagonista, scrittore e anche doppiatore.

«Sono sei puntate da circa un quarto d'ora l'uno nelle quali il protagonista sono io. E io doppio tutte le voci degli altri personaggi tranne quella di un armadillo gigante (che è la mia coscienza) che invece è doppiato da Valerio Mastandrea. Il protagonista insieme a due amici fa un viaggio emotivamente difficile e questo viaggio è intermezzato da piccoli racconti di vita quotidiana. Io la definirei così».

Il successo della serie è oramai inarrestabile, ma prima di accettare Netflix ha opposto una strenua resistenza. «So' io che sono andato da Netflix. Cioè ho proprio insistito. Ho bussato cento volte, ho mandato tantissime mail alle quali all'inizio nemmeno mi rispondevano. Ma lo volevo a tutti i costi e gli ho fatto una capoccia così. Li ho dovuti convincere».

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