SpettacoloNatalie Portman rifiuta il Genesis Prize: è polemica
CoverMedia
23.4.2018 - 13:11
L’attrice non accetterà il «Nobel israeliano» in segno di protesta verso il Primo Ministro Benjamin Netanyahu.
Natalie Portman non parteciperà ai Genesis Prize, definiti dai media israeliani come «i Nobel per le persone di discendenza ebraica».
L’attrice premio Oscar - nata a Gerusalemme ma naturalizzata statunitense -, era stata nominata a novembre Genesis Prize Laureate, ma con una nota ha fatto sapere che non prenderà parte alla cerimonia di consegna, per timore che la sua presenza possa essere vista come un endorsment verso l’attuale Primo Ministro
Benjamin Netanyahu.
Attraverso il suo portavoce, la Portman ha dichiarato come «i recenti eventi in Israele siano stati estremamente dolorosi per lei e non si sente a proprio agio nel partecipare a qualsiasi evento pubblico in Israele», alludendo implicitamente alla reazione dell’esercito israeliano alle proteste in corso a Gaza, che ha portato all’uccisione di decine e decine di arabi.
Il no della Portman ha scatenato una serie di reazioni polemiche in Israele, su tutte quella di Miri Regev, Ministro per la cultura e lo sport, che ha accusato l’attrice di aver voltato le spalle alla sua terra natale. Molti sostenitori del partito di estrema destra hanno invece chiesto a gran voce la sospensione della cittadinanza israeliana della star.
Natalie, che ha sempre criticato apertamente l’operato di Netanyahu, è intervenuta in prima persona per chiarire la controversia generata.
«Lasciate che fornisca la mia versione dei fatti - ha scritto su Instagram -. Ho scelto di non partecipare perché non voglio che la mia presenza venga interpretata come un appoggio politico nei confronti di Benjamin Netanyahu, che darà un discorso durante la cerimonia».
Natalie ha smentito nettamente le voci che la volevano al fianco del movimento Boycott, Divestment and Sanctions (BDS), con cui gli attivisti israeliani protestano contro il trattamento riservato ai Palestinesi.
«Come molti israeliani ed ebrei in giro per il mondo, mi sento libera di criticare la leadership di Israele, ma senza boicottare l’intera nazione - ha proseguito nella lunga nota -. Amo la mia famiglia e i miei amici israeliani, amo il cibo, i libri, l’arte, il cinema, la danza».
«Israele è stato creato esattamente 70 anni fa come rifugio dall’Olocausto. Ma il maltrattamento di coloro che soffrono per le atrocità di oggi non è semplicemente in linea con i miei valori ebraici. Perché amo Israele, e sono contraria alla violenza, alla corruzione, alla disuguaglianza e all'abuso di potere».
E infine: «Vi invito a non considerare veritiere ulteriori dichiarazioni non provenienti direttamente da me».
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