Parla Adua, prima moglie di Pavarotti
"Non è stata vita facile. Arte e rigore eredità di Luciano"
PESARO, 8 SET - Essere la moglie di un tenore famoso, una superstar come Luciano Pavarotti è stato "un lavoro a tempo pieno, non una vita facile", soprattutto se agli impegni familiari si aggiunge quello di essere agente del divo e di altri cantanti. Parola di Adua Veroni, prima moglie di Pavarotti, che ricorda Big Luciano a 11 anni dalla morte, avvenuta il 6 settembre 2007: a Pesaro, città dove il cantante modenese aveva una villa e a cui era legatissimo, un convegno della Wunderkammer Orchestra ne studia le ragioni del successo, le caratteristiche vocali e momenti più personali. Veroni è tra i relatori con un intervento dal titolo emblematico: "Da una vita normale allo star system: essere moglie e agente di Luciano Pavarotti". E oggi ricorda "una vita in giro per il mondo, senza privacy" accanto all'esperienza positiva di seguire e aiutare giovani cantanti. "Luciano voleva essere ricordato come un cantante lirico, non un'icona pop, La sua eredità? Grande voce, ma anche rigore nello studio e nella preparazione.
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