Phyllida Lloyd, un inno alle donne in fuga dalla violenza
Dalla regista di Mamma mia! applausi per La vita che verrà
ROMA, 23 OTT – Dimenticate le atmosfere romantiche e trascinanti di Mamma Mia!, semmai concentratevi sul ritratto senza sconti di Margaret Thatcher in The Iron Lady, ma soprattutto badate ad una coincidenza: Phyllida Lloyd è nata lo stesso giorno, 17 giugno (nel suo caso 1963), di Ken Loach perché Herself – La vita che verrà ha un tocco di umanità molto simile. Il film applaudito al Sundance Festival è ora alla Festa di Roma e uscirà il 25 novembre con Bim in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
La regista di cinema e teatro britannica, con la decisiva collaborazione dell'attrice irlandese Clare Dunne che firma anche la sceneggiatura, oltre ad essere protagonista, porta alla ribalta un inno «al coraggio delle donne. A quelle che riescono a scappare, a chiudersi dietro la porta e cominciare un doloroso viaggio sapendo che saranno in pericolo, anzi ancora di più in pericolo una volta uscite di casa, e a quelle che non ce la fanno e hanno il coraggio di restare accanto al loro partner violento che le picchia e le abusa».
Nel film Sandra (Clare Dunne), dopo l'ennesimo atto di ira del marito che le provoca un danno irreparabile al braccio, trova finalmente il coraggio di fuggire con le sue due figlie. La società dovrebbe proteggerla, le associazioni di social housing e di protezione ci provano, ma non è affatto facile ricominciare e con la possibilità di essere di nuovo attaccata e magari privata dei figli. Con l'aiuto generoso di una donna presso la quale fa le pulizie domestiche come a sua volta faceva la madre, Sandra si mette in testa di costruire una casa tutta per loro. E solo la collaborazione gratuita di altre persone, nonostante enormi difficoltà e situazioni pericolose che l'ex marito mette in atto per riprendersi come fosse un oggetto la 'sua' donna, la fa arrivare alla fine dell'impresa, da lì comincerà una nuova vita. (ANSA).
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