Cinema Pietro Castellitto racconta il suo «Enea», pellicola anti-social

Covermedia

10.1.2024 - 16:30

Pietro Castellitto
Pietro Castellitto

La pellicola anti-social è stata presentata in anteprima in concorso alla Mostra del Cinema di Venezia.

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Regista, sceneggiatore e figlio d’arte, Pietro Castellitto sbarcherà al cinema con la sua opera seconda «Enea» l’11 gennaio.

La pellicola racconta di un adolescente che si districa tra lo spaccio di droga, i party folli, l’amore e la morte.

«Posso dire che questo mestiere lo impari sbagliando. Lo impari facendolo, e sbagliando», spiega Pietro nell’intervista concessa al The Hollywood Reporter Roma.

«Quindi, mentre giravo «I predatori», ho iniziato a capire cosa mi piaceva e cosa non mi piaceva, e cosa non avrei più voluto fare. Per questo motivo credo che sia «I predatori» che «Enea» parlino entrambi di gioventù. Il secondo forse anche più del primo. Ne «I predatori» c’era una vena grottesca che in «Enea» viene meno».

Registro più realista

Il film si snoda su un piano di realtà, nonostante l’iperrealismo che lo contraddistingue.

«È vero, accadono cose più «incredibili», ma sono tenute insieme da un registro più realista. Penso perciò che il percorso che ho fatto non è stato solo di crescita, quanto di rifinitura. «Enea» è più raffinato, anche se rimango un grande fan de «I predatori»».

Pietro traccia poi un parallelismo tra morte e credenze infantili.

«La morte è come Babbo Natale. Sono quelle cose che quando sei piccolo, non si sa perché, ma speri che siano o non siano reali – precisa -. Quindi ci speri che esista la possibilità di non morire. Esattamente come speri che esista Babbo Natale. E sono anche i grandi ad alimentare questa fantasia. Ti dicono: tu sei piccolo, non ti succederà niente, non morirai. Ma in realtà il bambino sa che che morirà, ad un certo punto lo capisce. Come comincia a capire che Babbo Natale non esiste».