«Dopo la pandemia non saremo migliori, ma solo più incazzati»
ROMA, 30 APR – «Mai come oggi, in questo periodo così complicato, la Festa dei Lavoratori deve essere festeggiata e servire da monito. E' un Primo Maggio diverso, ma con un significato ancora più forte per i tanti che stanno soffrendo e non sanno cosa ne sarà delle loro attività». Zucchero, dopo 18 anni (l'ultima partecipazione fu nel 2002), torna – in collegamento dalla sua casa di Pontremoli – al Concertone di Roma, che a causa delle restrizioni per il coronavirus da piazza San Giovanni sposta in tv (in prima serata su Rai3). «Una lunga assenza ma dovuta al caso, perché spesso sono stato in tour o al lavoro un disco. Nessuna strategia, tanto lo sanno tutti da che parte sto, io antifascista che aspira alla libertà».
«Spero di iniettare un po' di speranza – afferma il bluesman, che canterà il suo ultimo singolo La canzone che se ne va, tratto dall'album D.O.C. – ma non credo a quelli che dicono che saremo più forti e migliori di prima. E' più probabile che saremo solo più incazzati di prima».
La pandemia ha bloccato anche i suoi progetti, tra cui «un tour in Nord America pianificato da un anno e mezzo che è saltato». A settembre sono in programma 14 date all'Arena di Verona. «Sarà difficile, ma io spero di farli soprattutto per i fan». (ANSA).
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