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Oscar 2019 I candidati alla statuetta per il miglior regista
Christoph Schelb
25.2.2019
Sono loro i direttori d'orchestra dietro la telecamera. Bluewin vi presenta coloro che hanno ricevuto la candidatura nella categoria «Miglior regista» agli Oscar 2019.
Spike Lee
L'accusatore
Nato il 20 marzo 1957, Spike Lee denuncia da sempre il razzismo che subisce il popolo nero americano. La sua opera più celebre, «Fà la cosa giusta», gli è valsa una nomination agli Oscar per la migliore sceneggiatura originale. Nel 2019, concorre per tre statuette con «BlackKklansman»: come miglior film, migliore regia e migliore sceneggiatura non originale. Il film racconta la storia vera di un poliziotto nero americano che si infiltrò nel Ku Klux Klan. Dal momento in cui la pellicola è stata proiettata per la prima volta, al Festival di Cannes, si è parlato di Spike Lee come di uno dei favoriti per l'Oscar. Un pronostico azzeccato.
Pawel Pawlikowski
Il maestro polacco
Pawlikowski ha studiato letteratura e filosofia a Oxford e ha girato importanti documentari, che gli hanno fruttato numerosi premi. Nel 2006, ha lavorato all'adattamento del romanzo «The Restraint of beasts», ma quando sua moglie si è ammalata di cancro, ha smesso di scrivere per prendersi cura di lei. Dopo la morte della donna, Pawlikowski si è occupato dei suoi due figli, ha insegnato ad Oxford ed ha ripreso a dedicarsi alla scrittura di sceneggiature. È tornato dietro alla telecamera nel 2010. Successivamente, ha vinto l'Oscar per il miglior film in lingua straniera con «Ida». Si è trattato della prima volta per una pellicola polacca. Il suo ormai celebre «Cold War», girato in bianco e nero, racconta la storia di una coppia la cui vita è minacciata dal regime comunista. Il film ha entusiasmato la critica a Cannes, al punto da portare il regista ad ottenere le sue prime nomination in prima persona agli Oscar.
«Cold War» è attualmente in programmazione al cinema.
Yorgos Lanthimos
Il greco dai film contorti
Il regista è diventato celebre grazie alle sue storie macabre. In «The Lobster», ad esempio, persone single che fativacano a trovare un partner venivano trasformati in animali. Anche «La favorita», la sua pellicola in costume, è tutto fuorché convenzionale. Rachel Weisz e Emma Stone non risparmiano i colpi bassi nella lotta per ottenere le attenzioni di una regina piagnucolosa. E numerose situazioni tragicomiche che accompagnano il film portano il marchio inimitabile di Lanthimos. Ciò ha portato la pellicola ad ottenere il Gran premio della giuria al Festival del cinema di Venezia e ben dieci nomination agli Oscar. Lanthimos non è tuttavia un volto nuovo per l'Academy: «The Lobster» è stato in lizza per la migliore sceneggiatura originale e il suo duro dramma familiare «Dogtooth» gli è valso la nomination come miglior film in lingua straniera.
«La favorita» è attualmente in programmazione al cinema.
Alfonso Cuarón
L'uomo capace di tutto
Il regista messicano è un tuttofare. Ha lavorato alla direzione di film fantasy («Harry Potter e il prigioniero di Azkaban»), di fantascienza («Gravity»), su bestseller («Paradiso perduto», con Ethan Hawke e Gwyneth Paltrow) e opere più intimiste («Y tu mama tambien - Anche tua madre»). «Roma» è stata l'occasione per girare di nuovo nel suo Paese natale. Un progetto che, secondo le sue stesse parole, lo ha fatto viaggiare a lungo dentro sé stesso. Il film rappresenta una dichiarazione d'amore nei confronti del luogo in cui è cresciuto. Oltre ad aver scritto la sceneggiatura, Cuarón si è anche seduto dietro alla telecamera. Un tour de force del quale è valsa la pena. Tra le dieci nomination conquistate da «Roma», quattro lo riguardano direttamente.
«Roma» è disponibile su Netflix.
Adam McKay
Un angelo custode chiamato Christian Bale
Agli inizi della sua carrier,a Adam McKay voleva partecipare alla trasmissione di sketch «Saturday Night Live», comparendo di fronte alla telecamera. Purtroppo non se ne fece nulla, ma McKay ne è diventato un autore di riferimento tra il 1995 e il 2007. Nel corso di questi anni, è anche riuscito a debuttare come regista con «Anchorman», grazie all'aiuto dell'amico e attore Will Ferrell. Successivamente, ha girato altre commedie. Nel 2015, ha sorpreso molte persone con la sceneggiatura di «The Big Short»: un'efficace spiegazione della crisi finanziaria, che gli è valsa l'Oscar per la miglior sceneggiatura non originale. McKay è rimasto fedele alle storie vere: «Vice - L'uomo nell'ombra» parla dell'ex vice-presidente Dick Cheney. La pellicola ha ricevuto otto nomination agli Oscar, di cui tre per il regista: migliore sceneggiatura, migliore regia, miglior film. Per poco il film non gli è costato la pelle: nel corso della post-produzione di «Vice - L'uomo nell'ombra», in preda ad una crisi cardiaca, è salvato in extremis grazie alll'intervento di un'ambulanza e del suo attore protagonista, Christian Bale.
«Vice - L'uomo nell'ombra» è attualmente in programmazione al cinema.
I film più attesi nel 2019
Olivia Colman in immagini