(Cover) - IT Showbiz - Non si placano le polemiche in seguito alla decisione dei Radiohead di esibirsi a Tel Aviv.
Alla rockband era stato chiesto da più parti (Roger Waters in primis) di boicottare il concerto di ieri, mercoledì 19 luglio, in segno di protesta verso il governo israeliano per via della sua politica di prevaricazione nei confronti del popolo palestinese.
Ciononostante il leader Thom Yorke ha comunicato come lui e i suoi compagni, dopo aver valutato i pro e i contro, abbiano scelto di non assumere una posizione riguardo alla controversia politica.
«Ci esibiamo in Israele da oltre 20 anni. In questo periodo si sono succeduti vari governi. Alcuni più liberali di altri. Come del resto da noi in America. Non siamo qui per appoggiare Netanyahu (il presidente di Israele), così come non appoggiamo Trump quando ci esibiamo negli Stati Uniti», ha dichiarato Yorke.
Durante lo show, fortunatamente svoltosi senza incidenti, Thom ha detto alla folla: «È stato detto tanto su questo concerto, ma alla fine noi siamo venuti qui per condividere la nostra musica».
La decisone è stata accolta positivamente dall’artista araba Nasreen Qadri, che ha aperto il concerto del gruppo.
A Newsweek ha dichiarato: «Quelli che esortano a boicottare, sono gli stessi che ci dividono. Stanno provando a toglierci la musica. Io non sarò mai parte di ciò».
A Tel Aviv è calato il sipario sulla tournée dei Radiohead, tornati on the road nel ventennale dell’iconico album «Ok Computer».
Cover Media
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