Spettacolo Reese Witherspoon: una lettera contro il maschilismo a Hollywood

CoverMedia

1.12.2017 - 14:19

LOS ANGELES, CA - SEPTEMBER 18: Actress Reese Witherspoon attends The Broad museum's inaugural celebration September 18, 2015, in Los Angeles, California. (Photo by Kevork Djansezian/Getty Images)
LOS ANGELES, CA - SEPTEMBER 18: Actress Reese Witherspoon attends The Broad museum's inaugural celebration September 18, 2015, in Los Angeles, California. (Photo by Kevork Djansezian/Getty Images)
Covermedia

(Cover) - IT Showbiz - Con una lunga lettera affidata al magazine Glamour, Reese Witherspoon ha denunciato le discriminazioni tutt’oggi esistenti a Hollywood.

Ricordando i suoi primi passi nel mondo del cinema, l’attrice ha raccontato di essersi più volte ritrovata circondata da centinaia di uomini, mentre alle donne venivano assegnati ruoli marginali o parti per cui non era nemmeno previsto parlare.

«Ricordo, 15 anni fa, quando ero una giovane attrice che cominciava a presentarsi ai provini cinematografici a Los Angeles - ha dichiarato la Witherspoon -. C’erano sempre tantissime giovani donne nella stanza verde in attesa della loro opportunità per una parte per cui era prevista una sola donna. Perché di questo si trattava: una sola parte».

«Quando ottenni una di queste parti, arrivando sul set, mi resi conto che ero l’unica ragazza con una parte in cui era previsto parlare. Le altre ragazze, forse una o due, vennero mandate nel reparto-guardaroba, mentre delle altre si persero le tracce. Al contempo, però, ero circondata da 150 uomini, non sto scherzando».

«Ricordo di aver pensato quanto fosse strano che le donne, che rappresentano metà della popolazione, ottenessero soltanto una piccola percentuale di ruoli a Hollywood, sullo schermo e non».

Ancora più difficile per le donne di colore riuscire ad ottenere un ruolo da protagonista in un film, così come capitato a Mindy Kaling, co-star della Witherspoon in «A Wrinkle in Time».

«Quando chiesi a Mindy Kaling: “Non sei stanca di dover creare sempre i tuoi ruoli?. E lei mi rispose: “Reese, non c’è mai stato nulla che non mi sia creata da sola!”. Ho pensato: “Mi sento una schifezza ad averle fatto questa domanda”. Al contrario io avevo ottenuto parti che erano state create appositamente per me. Non riesco a immaginare quanto difficile possa essere scrivere le tue parti e contemporaneamente dover cambiare la percezione della gente su quello che rappresenta una donna di colore nelle società di oggi».

«Sono queste le cose da denunciare. Per cui arrabbiarsi. E io a volte provo molta rabbia. Mi inc*** e comincio a scalciare per casa. Mi sento assalire da una rabbia che proviene dal profondo. Mia madre mi diceva sempre: “Se vuoi qualcosa, falla da sola”», ha concluso la star.

Cover Media

Tornare alla home page