Sanremo 2020 Rula Jebreal celebra le donne: «Libere nel tempo e nello spazio, come la musica»

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5.2.2020 - 11:10

Source: Keystone

La scrittrice e giornalista palestinese ospite alla prima serata di Sanremo70 ha dedicato un lungo monologo alla violenza sulle donne.

Dopo tanto discutere, Rula Jebreal è salita sul palco dell’Ariston con un monologo che resterà nelle orecchie del pubblico a lungo.

Ospite alla prima serata di Sanremo70, la scrittrice e giornalista palestinese si è espressa in un accorato messaggio sul femminicidio rievocando lo stupro e il suicidio della madre Nadia, che si è tolta la vita quando la giornalista palestinese aveva solo 5 anni.

Il doloroso ricordo della madre

«Mia madre Zakia, che tutti chiamavano Nadia, ha preso il suo ultimo treno quando io avevo 5 anni. Si è suicidata, dandosi fuoco», ha dichiarato Rula Jebreal, secondo Fanpage, all’attonita platea dell’Ariston.

«Mia madre Nadia fu stuprata e brutalizzata due volte: a 13 anni da un uomo e poi dal sistema che l’ha costretta al silenzio, che non le ha consentito di denunciare. Le ferite sanguinano di più quando non si è creduti. L’uomo che l’ha violentata per anni, il cui ricordo incancellabile era con lei, mentre le fiamme mangiavano il suo corpo, aveva le chiavi di casa».

Ricordi che la docente dell’Università di Miami mescola ai versi di canzoni italiane note, tutte dedicate alle donne, ma tutte scritte da uomini.

«Libere nel tempo e nello spazio»

«Sono stata scelta stasera per celebrare la musica e le donne, ma sono qui per parlare delle cose di cui è necessario parlare. Certo ho messo un bel vestito. Domani chiedetevi pure al bar: “Com’era vestita Rula?”. Che non si chieda mai più, però, a una donna che è stata stuprata: “Com’era vestita, lei, quella notte?”. Mia madre ha avuto paura di quella domanda. Mia madre non ce l’ha fatta. E così tante donne. E noi non vogliamo più avere paura. Vogliamo essere amate. Lo devo a mia madre, lo dobbiamo a noi stesse, alla nostre figlie. Nessuno può permettersi il diritto di addormentarci con una favola. Vogliamo essere note, silenzi, rumori, libere nel tempo e nello spazio. Vogliamo essere questo: musica».

Sanremo 2020: le immagini della prima serata

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