A due mesi dall’inizio dello scandalo, l’attrice racconta la sua verità sulle pagine del New York Times.
«Per anni Harvey Weinstein è stato anche il mio mostro»: con queste parole Salma Hayek iscrive il suo nome alla lunga lista di star che hanno vuotato il sacco contro il potente produttore cinematografico, da mesi al centro di un scandalo sessuale senza precedenti.
In una lunga lettera consegnata al New York Times, l’attrice ha accusato Weinstein di aver tentato di sabotare il film «Frida» dopo aver incassato malvolentieri una serie di rifiuti a proposte indecenti.
Della pellicola - premiata con diverse statuette nella notte degli Oscar del 2003 -, faceva parte anche Ashley Judd, una delle prime attrici ad aver accusato Weinstein di aver abusato di molte donne a Hollywood.
Salma ha rivelato come Weinstein le chiese più volte dei favori sessuali, nel periodo in cui stava sviluppando la sceneggiatura del film sulla pittrice messicana con la regista Julie Taymor.
«Mi aveva dato un'opportunità, mi aveva detto sì. Da lì a breve avrei capito che era venuto il momento di dire no: non aprirgli la porta a qualsiasi ora della notte, hotel dopo hotel, location dopo location, quando si presentava a sorpresa, incluse location in cui stavo girando film con cui non c'entrava niente. Rispondere no alla richiesta di farsi una doccia con lui, di guardarmi mentre mi facevo la doccia, di farmi un massaggio, di lasciare che un suo amico nudo mi facesse un massaggio, di fare sesso orale, di vedermi nuda con un'altra donna», ha dichiarato la Hayek.
Con i rifiuti, arrivarono puntuali anche i tentativi di far fuori la Hayek dal film e da Hollywood.
«Se alla fine sono riuscita a fare questo film è stato grazie all’impegno straordinario di un esercito di angeli che sono venuti in mio soccorso, come Edward Norton che ha riscritto tutto e non ha voluto alcun credito, e l'amica Margaret Perenchio, produttrice della prima ora, che ha trovato i soldi. Julye Taymor accettò di dirigere il film, altri amici accettarono i ruoli minori: Antonio Banderas, lo stesso Norton, Ashley Judd, Geofrey Rush», racconta l’attrice.
Attraverso la Miramax, Weinstein alla fine accettò di produrre il film ma a una condizione: l’inserimento di una scena di sesso lesbo che Salma, per evitare che il progetto naufragasse, accettò malvolentieri di girare.
«Per la prima e l’unica volta nella mia carriera, ho avuto un esaurimento nervoso. Il mio corpo cominciò a tremare in maniera incontrollata, avevo il fiato corto e non facevo altro che piangere e piangere. Non riuscivo a smettere. Le lacrime venivano giù da sole».
«Considerando che molte delle persone lì non sapevano quello che fosse successo tra me e Harvey, furono colte di sorpresa quel giorno. Non perché non volessi spogliarmi con un’altra donna, ma perché ero costretta a spogliarmi con un’altra donna per volere di Harvey Weinstein. Ma non potevo dire nulla».
«Cominciai a vomitare di fronte all’intero staff che aspettava di riprendere le riprese. Presi un tranquillante che calmò le lacrime, ma peggiorò la mia nausea e il vomito. Come potete immaginare fu tutt’altro che sexy, ma era l’unico modo per concludere quella scena».
Dopo la torbida faccenda la Miramax offrì alla Hayek soltanto dei ruoli secondari.
«Nei film che sono stata costretta a fare per via degli accordi iniziali con la Miramax ho recitato dei ruoli secondari», ha aggiunto la 51enne.
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