Sanremo Mahmood e Blanco vincono Sanremo, davanti a Elisa e Gianni Morandi

SDA / pab

6.2.2022

La 72esima edizione di Sanremo la vincono i super favoriti Mahmood e Blanco con «Brividi». Seconda Elisa con «O forse sei tu» e terzo Morandi con «Apri tutte le porte». Ma il Festival lo vince anche Amadeus, che non sbaglia nulla. Sabrina Ferilli porta leggerezza e spensieratezza sul palco. Il super ospite Marco Mengoni delizia la platea con la sua musica. Omaggio a Lucio Dalla e a Raffaella Carrà.

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A illuminare la serata finale è stata la leggerezza di Sabrina Ferilli, che sul palco dell'Ariston arriva senza monologhi, ma con la sua storia, e rivendica in nome di Calvino una scelta che «non è superficialità».

L'altro momento intenso della serata è l'elogio della gentilezza di Marco Mengoni, che con Filippo Scotti legge la Costituzione italiana e ricorda agli hater che «la tastiera può essere un'arma e va usata con cura».

La finale è un perfetto riassunto di questa terza edizione condotta e artisticamente diretta da Amadeus, vero vincitore, assieme alla musica, di questa 72esima edizione di Sanremo. Ha saputo portare sul palco canzoni forti, con testi validi di artisti praticamente provenienti da tutti gli orizzonti musicali e di tutte le età. 

Super ospiti e co-presentatrici azzeccati

È poi stato capace di convincere personaggi che finora al Festival non c'erano mai stati, come ad esempio il comico Checco Zalone. Amadeus è partito dall'amico (e valore sicuro in termini di ascolti) Fiorello, passando per Jovanotti, che ha infiammato al quarta puntata. 

I super ospiti musicali sono davvero stati tali, dall'apprezzato Cesare Cremonini all'internazionale Laura Pausini, senza dimenticare i Maneskin la prima puntata.

C'è stato poi anche spazio per Roberto Saviano e il ricordo della strage di Capaci.

Non ha poi sbagliato nella scelta delle co-conduttrici. Hanno brillato di luce propria con i loro monologhi intensi le attrici Maria Chiara Giannetta e Lorena Cesarini, anche se l'emozione di quest'ultima è stata visibile per quasi tutta la puntata. 

Molto azzeccata anche la scelta di Drusilla Foer, che ha dimostrato di saper benissimo tenere il palco anche senza Amadeus. Che quest'ultimo abbia trovato una sostituta? Solo il tempo lo dirà. Ma le qualità per condurre un'edizione intera sembrerebbero esserci tutte. Già detto della Ferilli, rimane Ornella Muti nella prima serata, forse la meno incisiva delle co-conduttrici.

Le scelte di Amadeus, che praticamente non ha sbagliato nulla, sono sempre state premiate dagli ascolti, andando in crescendo di giorno in giorno e superando abbondantemente il 50% di share, registrando nuovi record. Insomma detto altrimenti è stata un'edizione da urlo.

L'ultima serata

L'apertura ufficiale della serata finale di Sanremo 2022 è stata affidata alla banda della Guardia di finanza che sul palco dell'Ariston ha eseguito l'Inno Nazionale italiano. Dopo il saluto di Amadeus, la banda si congeda con la marcia Armi e brio.

Parte poi a spron battuto, verso le 21h, la gara canora con il giovanissimo Matteo Romano e la sua «Virale». Si chiude quattro ore e 24 esibizioni dopo con Le Vibrazioni e la loro «Tantissimo».

Entra in scena Sabrina Ferilli

Dopo le esibizioni di Giusy Ferreri e Rkomi arriva il momento della co-conduttrice di serata, l'attrice Sabrina Ferilli, che mette subito tutti di buon umore, rivolgendosi ad Amadeus: «Tu surclassi pure Mentana con 'sta maratona. Dove ce l'hai le pile? Dì la verità, quando vai li dietro non vai a bere, c'hai la colonnina: sei un presentatore ibrido. La forza tua ce l'hanno in pochi: Iva Zanicchi, Morandi e Mattarella».

E la madrina della finale continua scherzando: «Ti posso dire una cosa? Se tante volte tu decidessi di non fare più il festival, questa serata falla brutta brutta brutta perché sennò poi te chiedono di rifallo per altri 7 anni. Hai visto Mattarella?». Al che Amadeus risponde: «Ma impossibile non farla bella bella bella con te accanto».

Si riparte con la musica con Iva Zanicchi, Aka7even, Massimo Ranieri, Noemi, Fabrizio Moro e Dargen D'Amico.

Ferilli: «Non ho un monologo, ma ...»

«Non ho monologhi stasera», premette Sabrina Ferilli quando Amadeus le annuncia che è venuto il ‹suo momento› «Sono stati due anni molto duri, monologhi ce ne siamo fatti anche tanti, molti temi anche fra i più belli sono stati già toccati dalle mie bravissime colleghe. E allora mi sono messa a pensare che cosa avrei potuto dire».

«Ho pensato che avrei potuto parlare di famiglie, di donne che fanno tanto, hanno i figli, lavorano, educano, ma io figli non ce li ho, sono un'attrice avviata, c'ho pure un marito benestante, perché devo andare sulle palle a loro», spiega Sabrina.

Altra ipotesi, «la bellezza, quella più profonda, quella interiore, delle imperfezioni fisiche, ma io sono quattro giorni che magno radici per entrare in questo vestito, non avrei avuto credibilità. La bellezza càpita, è vero, ma ce se lavora pure parecchio.

... cita Italo Calvino

Ferilli dice d'aver scartato altri temi come «troppi uomini al potere», «amori asfissianti», «il femminismo, la body positivity, l'inclusione», poiché convinta che a parlarne debba essere chi «studia e conosce. Sono molto rispettosa delle competenze altrui».

Ci sono anche i temi come «il riscaldamento globale, la sovrappopolazione, la disparità salariale... ma perché la presenza mia deve per forza essere legata a un problema grosso, cosmico? Io sto qua per il mio lavoro, le mie scelte, la cosa migliore che mi poteva accompagnare su questo palco è la mia storia, credo che sia la cosa più bella che possa accompagnare le donne ovunque».

«Non è che non sappia quante cose ci sono da cambiare, ma sto nella mia linea, la strada della leggerezza. Come dice Calvino, in tempi così pesanti bisogna planare sulle cose con un cuore senza macigni, la leggerezza non è superficialità», conclude l'attrice, poi scherza con l'amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes in platea e gli presenta Josè, il figlio di Amadeus, che l'ha «suggerita» al papà.

È il momento del super ospite Marco Mengoni

Riparte la competizione con Elisa, Irama, Michele Bravi, La rappresentante di lista, Emma, Blanco e Mahmood e poi Highsnob e Hu.

Si arriva così tra una nota e l'altra a un altro momento intenso della serata: l'elogio della gentilezza di Marco Mengoni, che con il giovane attore Filippo Scotti, protagonista di «È stata la mano di Dio» di Paolo Sorrentino, legge dapprima alcuni insulti presi dai social e poi dalla Costituzione, due articoli: l'articolo 3 e il 21. «Il primo è per le pari dignità per tutti, il secondo è per la libertà di parola - spiega -. E non è un discorso politico. Non che ci sia censura, ma vedo tanta libertà di parola e nessun limite».

Mentre Mengoni sparisce dietro le quinte per presentarsi alla sua esibizione, scotti porta sul palco i versi di Franco Arminio con il testo «A un certo punto», per ricordare agli hater che «la tastiera può essere un'arma e va usata con cura».

L'omaggio a Lucio Dalla e a Raffaella Carrà

La gara riparte da Sangiovanni seguito da Gianni Morandi. Poco prima dell'esibizione di Ditonellapiaga e Rettore, apparsa a dire il vero un po' «fuori fase» prima dell'esibizione, c'è stato un piccolo, troppo piccolo, omaggio a Lucio Dalla.

L'artista, scomparso 10 anni fa, è stato ricordato con un paio di occhiali, uno dei suoi tipici baschi e alcune parole di Amadeus con in sottofondo le celebri melodie del cantante che ebbe un malore fatale a Montreux, dopo uno dei suoi concerti. 

Cantano Yuman, eAchille Lauro prima dell'omaggio a Raffaella Carrà, scomparsa pochi mesi fa. E qui si che è un vero omaggio coi fiocchi.

L'Ariston infatti si scatena e poi premia con la standing ovation un assaggio in anteprima mondiale del musical «Ballo Ballo», tratto dal film« Explota Explota.».

Sulle note di brani indimenticabili, «Ballo Ballo», «A far l'amore comincia tu», «Rumore», «Fiesta», vanno in scena le coreografie colorate e ritmate molto coinvolgenti dello spettacolo, che pandemia permettendo, partirà verso la fine del 2023 e farà poi il giro del mondo fino nel 2024.

In tre si giocano la vittoria, Ferilli: «ode ad Ama»

Si esibiscono gli ultimi in gara: Ana Mena, Tananai, Giovanni Truppi e Le Vibrazioni. Subito dopo Amadeus annuncia lo stop al televoto.

Poco dopo vengono annunciati i tre finalisti: Mahmood e Blanco, Morandi ed Elisa. Si riapre il televoto.

Sabrina Ferilli legge un'ironica «ode ad Ama» in romanesco, dedicata alle tre edizioni condotte dal conduttore dalle «giacche sue cò gli abbaglianti». «So' tre edizioni che hanno fatto storia, anche volendo non le puoi scordare, se sò incastrate dentro la memoria», recita Ferilli, «un festival così non nasce a caso, per fare 'ste cose ce vuole... naso».

L'Ariston ride, così come il diretto interessato, che visibilmente apprezza l'omaggio. Poi la rima che riscuote il maggior successo sui social: «Ma ancora adesso le lacrime m'asciugo pensando a Morgan che sfancula Bugo...».

Vengono distribuiti i premi

Siamo alle battute finali. Prima di incoronare il vincitore assoluto della 72esima edizione del Festiva, si distribuiscono i premi dati dai «professionisti del settore».

Il Premio critica Mia Martini va a Massimo Ranieri per «Lettera di là del mare», storia di migranti, che mentre lo ritira è visibilmente emozionato e dice: «Una nuova perla che si aggiunge al filo che mi porto dietro idealmente. «Nel mio filo di perle ci sono tutti coloro che mi hanno amato e che hanno fatto crescere come uomo: Giorgio Strelher, Bolognini, De Sica, Damiano, Steno, Lelouche. Oggi ne aggiungo una particolare, molto importante, inimmaginabile. Non me lo aspettavo, è una sorpresa meravigliosa»

Il Premio della sala stampa Lucio Dalla va a Gianni Morandi, che così si è espresso: «Sono felice di questo bellissimo premio, non posso dimenticare Lucio che 10 anni fa è mancato propri pochi giorni dopo festival condotto da me: lo avevo costretto a venire, si inventò il fatto di cantare dirigendo l'orchestra. E' l'ultima cosa che ha fatto in Italia, 15 giorni dopo se n'è andato... Adesso si sta facendo un po' di risate».

Il Premio Sergio Bardotti, assegnato dalla commissione musicale per il miglior testo, va Fabrizio Moro, che una volta sul palco è stato di poche parole e ha ringraziato cortesemente.

Il Premio Bigazzi per la miglior composizione musicale assegnato dall'orchestra va invece a Elisa. Anche qui i ringraziamenti di rito, senza commenti. Anche perché sta per essere annunciato il vincitore principale.

Super favoriti della vigilia, Mahmmod & Blanco vengono proclamati vincitori del 72esimo Festival di Sanremo con la canzone «Brividi», che è già al top della classifiche mondiale dello streaming e che di diritto rappresenterà l'Italia al prossimo Eurovision Song Contest a Torino.

Vince la generazione Z... e Amadeus!

Quella di Mahmood e Blanco è la vittoria della generazione Z e delle scelte artistiche di Amadeus che ha saputo intercettarne gusti e tendenze.

Ma il podio è anche il suggello di un festival che va oltre le barriere tra le generazioni: al secondo posto si classifica Elisa, con «O forse sei tu»; al terzo l'eterno ragazzo Gianni Morandi con «Apri tutte le porte», scritto per lui da Lorenzo Jovanotti con cui ha regalato al pubblico una performance memorabile nella serata delle cover.

Ed è proprio Morandi che a caldo riassume bene la situazione: «Devo ringraziare tutti, prima te, Amadeus, Lorenzo Jovanotti che ha scritto un bellissimo brano, i musicisti. È un podio veramente fantastico, siamo tre generazioni, gli anziani, lei (indicando Elisa ndr.) di mezzo e i giovani».

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