Spettacolo Taylor Swift: il DJ che l’ha molestata torna a lavoro

CoverMedia

31.1.2018 - 13:29

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David Mueller, condannato per aver toccato il lato B della cantante, è stato ingaggiato da una nuova radio: Swiftie in rivolta sui social.

Il DJ e conduttore radiofonico che ha molestato Taylor Swift durante un meet-and-greet è tornato a lavoro.

David Mueller, questo il suo nome, ha perso la battaglia legale la scorsa estate, quando un giudice del Colorado ha emesso una sentenza a favore della reginetta del pop, che lo aveva denunciato nel 2013 per aver «afferrato» il suo lato B nel backstage e aver mentito sull'intera faccenda.

Mueller, licenziato dopo i fatti dall’emittente radiofonica con sede a Denver KYGO-FM, venne condannato a risarcire la Swift con la cifra simbolica di 1 dollaro.

A distanza di alcuni mesi dalla fine del processo, David è stato assunto da Delta Radio, dove conduce un programma sotto lo pseudonimo di Stonewall Jackson.

Per Larry Fuss, direttore della radio, il DJ meritava una seconda chance.

«Abbiamo avuto un confronto faccia a faccia a Minneapolis, prima che gli offrissi il lavoro e ne parlassi con lui - ha dichiarato Fuss al Daily News -. Potrebbe essere il più grande bugiardo del mondo o dire la verità. Io che gli ho parlato, tendo a pensare che abbia detto la verità, e molte altre persone pensano che la sua versione dei fatti sia quella giusta».

Alla notizia dell’ingaggio di Mueller, però, si è scatenato un putiferio sui social, con i fan di Taylor che non hanno gradito le parole di Fuss.

«Penso che molti di loro (i fan di Taylor Swift, ndr) debbano farsi una vita - ha detto il direttore della stazione radiofonica -. Molte risposte che ho visto stamattina… ce ne sono un po’ sulla nostra pagina Facebook, ma nessuna di loro è stata scritta da gente della radio, né tantomeno dalle persone che vivono in Mississippi. Sono storie create da alcuni gruppi di fan di Taylor Swift, che stanno chiedendo ai loro amici di andare sul sito della radio e scrivere dei commenti negativi. È gente che non ha nessuna prova o la minima conoscenza dei fatti», ha concluso.

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