TV Tommaso Zorzi perseguitato da una stalker: «Non mi sento a mio agio»

Covermedia

24.5.2021 - 11:10

Tommaso Zorzi
Tommaso Zorzi

Il 25enne pubblica un video in cui denuncia i comportamenti ossessivi di una fan e dichiara: «Quel che è troppo è troppo».

Tommaso Zorzi teme di finire come il personaggio di Stephen King nel libro «Misery non deve morire».

Epilogo drammatico, che il 25enne ha iniziato a considerare da quando nella sua vita è comparsa una presenza piuttosto ossessiva, della quale l'opinionista ha parlato in una serie di Storie pubblicate via Instagram.

«Chi mi ha incontrato per strada lo sa, sono una persona estremamente disponibile. Detto questo, ultimamente c'è una persona in particolare che non mi fa sentire più a mio agio, è molto spesso sotto casa mia, mi segue per strada, mi ha chiesto tanti favori e io un po' glieli ho fatti e un po' non sono riuscito a farglieli. Questa cosa mi mette un po' di agitazione», spiega Tommaso Zorzi nelle sue clip su IG.

«L'ho affrontata, gliel’ho detto e speriamo che smetta. Purtroppo ho fatto anche la cacchiata di darle il mio numero… all'inizio mi sembrava una persona che in qualche modo potesse aver bisogno, ma quel che è troppo è troppo».

Nel video condiviso sul social, si vede solo Tommy in primo piano che si confronta con la persona in oggetto, di cui ogni tanto affiora la voce, sullo sfondo di un parco pubblico.

«Non devi più venire sotto casa, non devi più seguirmi per strada, non è normale. Mi hai chiesto di farti beneficenza e te l'ho fatta…. Ma tu sei sempre sotto casa mia, io ti vedo. In una settimana quanti giorni? Cinque? Due? Ti vedo, mi segui. Adesso pure non mi stavi seguendo? Non va bene, non mi sento a mio agio».

Per Zorzi la faccenda sta diventando poco sostenibile e i suoi timori sempre più fitti.

«Mi spiace arrivare a fare questo, io non dubito della buona fede di nessuno – spiega in un'altra clip – tuttavia, non ho mai sentito un film horror iniziare con «Era un mostro», piuttosto con «Era sempre stata una brava persona»... Quindi vorrei evitare un finale in stile «Misery non deve morire»».