Che show! Tra corno delle Alpi, sauna, caffè macchiato e «Svizzeritudine»: ecco la prima spettacolare semifinale dell'ESC

SDA

14.5.2025 - 03:52

Hazel Brugger,  a destra, e Sandra Studer.
Hazel Brugger,  a destra, e Sandra Studer.
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La prima semifinale dell'Eurovision Song Contest di Basilea, nella quale si sono decise le prime 10 canzoni finaliste, è stata uno spettacolo audiovisivo di alta qualità. Sono stati diversi i momenti forti di uno show che ha sorpreso per sobrietà, simpatia e vivacità, il tutto mescolato con un pizzico di kitsch, componente essenziale nelle serate dell'ESC.

Paolo Beretta

Che bella, variopinta, luminosa ed emozionante sorpresa è stata la prima semifinale dell'Eurovision Song Contest (ESC) a Basilea.

Lo ammetto: ero assai scettico sulla capacità di realizzare un grande show di questo calibro alle nostre latitudini. In effetti noi elvetici non siamo particolarmente conosciuti nel mondo per saper proporre programmi d'intrattenimento ben ritmati, divertenti ed efficaci.

Temevo infatti una scrittura e uno svolgimento legnosi, lenti e noiosetti. Questo perché la produzione è in mano ai nostri compatrioti svizzero tedeschi, che ho imparato a conoscere e apprezzo da ormai 10 anni sulle rive della Limmat, ma che non brillano certo per un senso dell'umorismo spiccato.

Gli autori hanno saputo creare un mondo di fantasia coerente

Invece, fin dalle prime battute, pardon, note, ho capito che le mie paure erano mal riposte.

Eguagliare la passata edizione dell'ESC, quella di Malmö, citata già all'inizio dalle due brave conduttrici, la comica Hazel Brugger e la presentatrice e cantante Sandra Studer, mi sembrava un'impresa assai difficile.

Non tanto a livello tecnico, con immagini, luci e coreografie, che se i soldi ci sono e li si spendono bene, si possono (e si devono) produrre di ottima qualità, quanto a livello di contenuti, di spettacolarità e di coesione del tutto.

In questo senso gli autori, a contro delle canzoni in gara, sono riusciti a creare un mondo di fantasia coerente, ricco di significati, autoreferenziale a cavallo tra passato, presente e futuro, senza mai stancare lo spettatore e senza annoiarlo.

Di questi tempi, con la soglia d'attenzione che s'abbassa sempre di più, non è affatto scontato.

I corni delle Alpi e il Cervino, naturalmente. Ma non solo

Lo show inizia con la Svizzera che si è presenta ai milioni di telespettatori con musica techno folk. Gli artisti di apertura sono suonatori di corno delle Alpi e cantanti in costume tradizionale attorno a un Cervino stilizzato.

Tra questi, il mezzosoprano e jodel lucernese Simone Felber, vincitrice del Premio svizzero di musica (2024). In un mix di tradizione e modernità si scatenano i ballerini sul palco, il tutto condito con un cambio di melodia che ha ricordato la canzone vincitrice di Nemo dell'anno scorso, «The Code».

Sarà il primo di una lunga serie di accenni alle passate edizioni dell'ESC.

Una delle primissime immagini.
Una delle primissime immagini.
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«La Svizzera ricicla tutto, anche le ex concorrenti»

Dopo le presentazioni, i saluti di rito e subito le prime battute delle conduttrici, che scherzano parlando di una novellina dell'ESC, Hazel, e di una veterana, Sandra, che ha partecipato proprio all'Eurovision come cantante a Roma nel 1991.

Parte un breve spezzone di qualche secondo di un video della sua esibizione. Hazel dice: «Sai cosa facevo io mentre tu cantavi?». E sullo schermo si vede un'ecografia di una neonata con un microfono in mano.

La cantante controbatte con un largo sorriso: «Per me è un cerchio che si chiude. Torno su questo palco dopo 34 anni e 4 figli, avuti tutti da mio marito, con il quale sono ancora assieme. Come sai la Svizzera ricicla tutto, anche le ex concorrenti».

Partono gli applausi e le risate del pubblico. Il duo, inedito, funziona molto bene. E lo farà per il resto della serata.

Chi si qualifica? Un escluso a sorpresa

Dopo il riepilogo del regolamento, partono le esibizioni dei cantanti in gara. Alla fine si qualificano in 10 per la finale di sabato: Norvegia, Albania, Svezia, Islanda, Paesi Bassi, Polonia, San Marino, Estonia, Portogallo e Ucraina.

La canzone svedese «Bara Bada Bastu», che parla della sauna, è da diverso tempo in cima alla classifica delle favorite per la conquista della vittoria finale. Una seria concorrente è l'Estonia con Tommy Cash  e il suo «Espresso Macchiato», canzone che prende in giro i luoghi comuni italiani e per questo molto criticata.

Un po' a sorpresa resta fuori il Belgio, che i bookmakers davano in finale all'85%. Sono pure eliminate la Slovenia, l'Azerbaigian, la Croazia e Cipro.

Nella Gran Finale di sabato 17 maggio, giova ricordarlo, ci sono già di diritto i cinque «Big Five» (Italia, Spagna, Francia, Germania e Regno Unito) e la Svizzera.

Zöe Mä incanta con la sua poesia intima

Ci sono almeno altri tre momenti da ricordare: l'esibizione dell'elvetica Zöe Mä, lo schetch musicale sui cliché e le invenzioni svizzeri e il messaggio in video della super star Céline Dion.

Zoë Më, penultima artista a esibirsi, già qualificata per sabato siccome la Svizzera è il Paese ospitante, come prevedibile, è stata, rispetto agli show di luci, ballerini e coreografie scatenate degli altri, di una semplicità tanto disarmante quanto scenicamente potente.

All'inizio di «Voyage» è apparso, in un fascio di luce, solo il suo viso, filmato con un'unica telecamera per tutta la canzone. Poi pian piano si distingue la figura intera. Ma poco importa perché la gente è rapita dalla delicatezza della sua voce e dalle parole, a volte quasi solo sussurrate, che parlano di un amore non corrisposto. 

Zöe Më canta «Voyage».
Zöe Më canta «Voyage».
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Zöe ha del potenziale per vincere?

Il momento intimo, in mezzo a tanta frenesia e a molti giochi di luce, fa venire i brividi a più di uno spettatore.

Lo devo ammettere, ho rivalutato completamente la sua canzone. Dopo i primi ascolti, quando è stata presentata, mi ero detto; «Carina la canzone, ma non ha nulla a che fare con un pezzo dell'Eurovision. Possibilità di vincere pari a zero». 

Invece, forse proprio perché così diversa dalle altre, la sua poesia in musica ha del potenziale. Vedremo sabato.

Dal pelapatate a Guglielmo Tell c'è di mezzo solo un musical

Prima di svelare chi è approdato alla serata finale di sabato c'è stato un intermezzo musicale a cura di Studer e Brugger, che hanno presentato al pubblico di tutto il mondo - in modo umoristico - le numerose, e spesso sconosciute, invenzioni svizzere: da internet al caffè solubile, dal pelapatate al coltellino multifunzionale, dal LSD alla chiusura a zip, dal müesli al cellophane.

Attraverso un’ironica rievocazione storica ambientata nel XIII secolo, il leggendario eroe Guglielmo Tell, interpretato dalla stand-up comedian e presentatrice svedese Petra Mede, che ha condotto la passata edizione dell'ESC a Malmö, propone di fare un concorso musicale per unire i popoli, creando l’Eurovision. Lo sketch si conclude, poi, con un inno corale.

Petra Mede, Sandra Studer e Hazel Brugger.
Petra Mede, Sandra Studer e Hazel Brugger.
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Il breve, ma intenso, messaggio di Céline Dion

Il motto della prima semifinale è stato «Where It All Began», alludendo al fatto che il concorso musicale è nato a Lugano, dove si è svolta la prima edizione nel 1956.

E così, prima dell'annuncio dei qualificati, è stato proiettato il videomessaggio di Céline Dion, che ha suscitato una profonda emozione.

Nel video, la canadese, affetta dalla grave e incurabile malattia della persona rigida, si è rivolta al pubblico e ha ripensato al momento in cui la sua vittoria all'ESC per la Svizzera nel 1988 ha cambiato la sua vita.

Celine Dion manda un bacio a tutti.
Celine Dion manda un bacio a tutti.
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Ha chiuso il messaggio lanciando un bacio, mentre in sottofondo partivano le note della canzone «Ne partez pas sans moi», suonate dalla Neues Orchester Basel e cantata da quattro artisti che lo scorso anno hanno partecipato alla kermesse: Iolanda (Portogallo), Marina Satti (Grecia), Jerry Heil (Ucraina, in coppia con la rapper Al’ona Al’ona) e Silvester Belt (Lituania).

Durante la loro esibizione un gioco di luci rende il tutto più poetico, fino alla creazione di un cuore, visibile solo per pochi secondi.

Marina Satti, Jerry Heil, Iolanda e Silvester Belt eseguono «Ne partez pas sans moi»
Marina Satti, Jerry Heil, Iolanda e Silvester Belt eseguono «Ne partez pas sans moi»
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Cala il primo sipario

A chiudere la serata è Jørgen Olsen degli Olsen Brothers, il duo vincitore dell’Eurovision del 2000 a Stoccolma con «Fly on the Wings of Love».

L’artista canta una nuova versione del brano, cambiando le parole per omaggiare il motto di quest'anno della manifestazione ossia «United By Music».

Scorrono i titoli di coda, dalla St. Jakobshalle s'innalza per un ultima volta un fragoroso applauso, che lancia, almeno idealmente, la seconda semifinale, in programma giovedì.