«Meteoriti» Il ticinese Valentino Vivace presenta il suo album di debutto

sifo, ats

11.11.2022 - 08:01

Esce oggi «Meteoriti», l'album di debutto del ticinese Valentin Kopp, alias Valentino Vivace. Un disco molto personale con sonorità che vanno dall'indie all'Italo disco e che lui stesso paragona al Campari Spritz. Per l'occasione, Keystone-ATS lo ha incontrato.

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Valentin Kopp, classe 1995, non è di certo nuovo nel panorama musicale svizzero, suona la batteria nei Bumblebees, gruppo dream pop ticinese basato a Zurigo, e fa parte anche del duo electro pop losannese Chemical Fame. Questo però è il suo primo album da solista, con il nome d'arte Valentino Vivace «che rispecchia la mia personalità e l'estetica attorno al progetto», dice.

Lo incontriamo in un ristorante a Berna: «mullet», tipica acconciatura anni '80, tinta viola e sotto i baffetti un sorriso.

Album personale e in italiano

L'artista ha inizialmente deciso di intraprendere la sua carriera solista per un progetto di fine master all'Alta scuola d'arte di Zurigo (ZHdK), che consiste nel proporre 45 minuti di concerto dal vivo. «Volevo fare qualcosa da solo perché è più facile a livello organizzativo», spiega. Sul palco invece si esibisce con una band composta da quattro musicisti.

«È la prima volta che scrivo in italiano», questa la grande differenza rispetto alle sue attività musicali che svolge in parallelo. «Alla ZHdK ho preso corsi di canto e quando ho portato una canzone in italiano è subito sembrato più autentico e naturale», dice.

«L'album parla soprattutto della mia ultima relazione» spiega l'artista, «dove ci sono stati momenti bellissimi e al contempo molto difficili». Valentino Vivace parla della fine di questa relazione nel singolo «Come mai», «forse non si direbbe perché il ritmo della canzone è abbastanza gioioso», precisa. «È stato un modo per iniziare a processare» quello che stava accadendo, dice.

Diverse sonorità

Nell'album si ritrovano diverse sonorità, dall'Italo disco, a melodie malinconiche, passando per l'indie. «È una cosa super spontanea, mi piace ascoltare molte cose diverse», afferma. «Mi tocca molto la componente nostalgica nell'indie», dice. «Sono molto influenzato dalla scena francese, dalla French Touch».

«Al contempo mi piace tantissimo ballare e vedere quando la gente balla», afferma, precisando che da circa due anni si è appassionato all'Italo disco, uno stile nel quale «c'è qualcosa di giocoso».

Per fare musica Valentino Vivace si affida al suo istinto e paragona questo album al Campari Spritz: «frizzante con una punta di amaro». Nonostante tutto, «il mio mindset è abbastanza positivo quindi anche sull'album la vibe è positiva», dice.

Autoprodotto

L'album è autoprodotto, una scelta questa che permette di avere più libertà. «Questa è una delle ragioni principali per cui avevo voglia di farlo da solo», spiega l'artista. Il disco è stato registrato in gran parte a Zurigo, «in studio e in camera mia», dice.

«Mi sarebbe piaciuto produrlo con un'etichetta discografica se ci fosse stata quella giusta», afferma. «Alcune cose come la batteria o alcune chitarre le ho registrate all'A.K.A Studio di Losanna dal mio tecnico Alexis Sudan», indica aggiungendo che lavorare con «qualcuno che sa esattamente quello che vuoi e con cui hai un buon rapporto, con cui puoi andare in studio è più facile». «Sono super contento del risultato».

Gli chiediamo se si senta ben integrato nel panorama musicale svizzero. «Ho avuto la possibilità di conoscere diverse persone in tutte le zone della Svizzera», afferma. D'altronde «ci sono grandi differenze fra le tre regioni linguistiche e non solo a livello musicale». L'artista si sente comunque a suo agio ovunque, anche grazie ai genitori della Svizzera interna che gli hanno insegnato lo svizzero-tedesco.

Passione per sintetizzatori analogici

«Di base sono batterista, ho studiato all'Alta scuola di musica (HEMU) a Losanna» spiega. «Nel primo anno di scuola mi sono molto appassionato ai sintetizzatori analogici», dice, passione questa che influenza l'album molto più della batteria. Un modo questo per ricreare le sonorità anni '80 come con il sintetizzatore italiano ELKA OMB-5, creato appositamente per l'Italo disco e che si può sentire nel singolo «Autoradio».

«Quando accendo un vero synth mi sento subito ispirato, c'è una connessione», afferma, «potrei passare una serata intera in studio a giocare». I sintetizzatori analogici sono anche «un po' una cosa da collezionista», dice, lui che ne possiede numerosi.

Il suo sogno nel cassetto? Farsi conoscere in Italia e «partecipare al Festival di Sanremo», dice sorridendo. «Spero con l'album di riuscire a fare qualche aggancio, vediamo se scaturisce qualcosa», dice.

Valentin Kopp è cresciuto nel Mendrisiotto fino a 10 anni e nel luganese poi. Attualmente è basato a Zurigo. Sabato 19 novembre si esibirà al Fri-Son di Friburgo nell'ambito della Music Marathon degli Swiss Live Talents.