L'ultima gara di Coppa del Mondo si è svolta domenica. L'esperto di sci, per blue Sport, Bruno Kernen ha fatto il bilancio stagionale della squadra svizzera maschile e del fuoriclasse Marco Odermatt.
L'avevamo già scritto: l'ultima vittoria da parte di un sciatore svizzero in generale di Coppa del Mondo risaliva al 2010, quando ad imporsi fu Carlo Janka, appena ritiratosi dal professionismo. Marco Odermatt è diventato il quinto rossocrociato a mettere le mani sulla grossa coppa di cristallo.
Il primo fu Peter Lüscher, che nel 1978, s'introdusse nel regno che per anni si erano condivisi lo svedese Stenmark e l'americano Mahre (Phil). Poi, nel 1984, fu la volta del vallesano Pirmin Zurbriggen, cha a soli 21 anni batté tutti, per poi ripetersi ancora nel 1987, 1988 e 1990. Due anni dopo l'impresa riuscì anche a Paul Accola, che si mise dietro tutti nella classifica generale. Oggi è il turno del 24 Marco Odermatt, che si è portato a casa anche la coppetta di specialità in gigante.
Intervistato da blue Sport, l'esperto ed ex sciatore Bruno Kernen, ha analizzato la stagione non solo di Odermatt ma bensì di tutta la squadra elvetica, arrivata seconda nella classifica per nazioni, dietro alla rivale di sempre, l'Austria.
Quanto buona è stata la stagione della squadra svizzera maschile di sci?
«È stata una stagione eccellente nel complesso. Abbiamo vinto di nuovo la Coppa del Mondo di generale dopo molto tempo. Una piccola nota di amarezza riguarda la Coppa per Nazioni - siamo arrivati secondi, molto vicini agli austriaci».
Sono stati di appunto di nuovo gli austriaci a trionfare - cosa ha fatto pendere l'ago della bilancia a loro favore?
«In discesa, nello slalom gigante e nello slalom abbiamo quattro sciatori nei primi 30, nel super G sono sei. Viviamo molto sui risultati dei singoli, come Marco Odermatt e Beat Feuz. Abbiamo sciatori vincenti, da podio, ma gli austriaci hanno una squadra con più profondità».
Cosa ha reso Odermatt così forte in questa stagione?
«All'inizio delle Olimpiadi inciampava nelle intervista, si arrabbiava, cosa che naturalmente non è sfuggita ai media. In condizioni così difficili e sotto grande pressione, ha però mostrato la sua forza mentale nella seconda manche dello slalom gigante olimpico, dove è stato semplicemente straordinario. Mi chiedo spesso come faccia a sciare così velocemente. Il suo materiale è certamente impostato in modo aggressivo, che gli permette di tenere delle curve molto strette per poi uscire da esse con molta velocità, ogni volta. Ci darà molte soddisfazioni anche in futuro».
Chi ha deluso quest'anno in casa Svizzera?
«Non voglio fare una distinzione tra i singoli atleti qui. Nel complesso, ci si aspettava certamente un po' di più dalla squadra di slalom. Ho avuto la sensazione che da quattro a sei sciatori avrebbero potuto osare di più in allenamento. Chiunque faccia un grande tempo in allenamento sa che poi può finire sul podio. Nella classifica di Coppa del Mondo di slalom abbiamo piazzato due sciatori (ndr: Yule e Meillard) nei primi 15. Un passo indietro rispetto all'anno scorso. Come fan, tuttavia, ho trovato la disciplina estremamente eccitante; molti atleti provenienti da diversi paesi hanno vinto delle gare».