Nell'esordio stagionale di Coppa del Mondo a Sölden, Lara Gut-Behrami parla chiaro: la sciatrice svizzera critica la giovane generazione di sciatori per la mancanza di ambizione e la cultura dell'accontentarsi.
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- Nel «Sölden Race Talk», Lara Gut-Behrami critica la generazione di sciatori di oggi per la loro apparente indifferenza alle sconfitte e sottolinea la perdita di onestà rispetto al passato.
- Sente la mancanza di atleti come Anja Pärson, Janica Kostelic e Tina Maze, che mostrano apertamente le loro emozioni, e sottolinea che lo sport si basa sulla vittoria, non sulla ricerca della mediocrità.
- È particolarmente infastidita dal fatto che le giovani atlete sembrano accettare il fallimento, anche se la Coppa del Mondo è una competizione dura che punta a massimizzare le prestazioni.
Lara Gut-Behrami è una delle ospiti del «Sölden Race Talk», una tavola rotonda organizzata dalla FIS per l'apertura della stagione di slalom gigante in Austria. I fan chiedono alla sciatrice svizzera se si arrabbia quando non vince.
«Molto», risponde subito la vincitrice di 48 gare di Coppa del Mondo e poi continua: «Quello che mi manca del passato, fin dall'inizio della mia carriera, è che tutti erano più onesti di adesso».
«Ora che ci sono i social media, è ancora più importante che tu piaccia a tutti, che tu faccia sempre una bella faccia, che ti comporti come se fossi felice e che sia sempre corretto con tutti», ha aggiunto.
Ecco perché la ticinese ricorda i suoi primi tempi: «Mi mancano un po' atlete come Anja Pärson, Janica Kotelic o Tina Maze. Mostravano le loro vere emozioni. Era giusto essere arrabbiati, perché lavoriamo per vincere le gare».
La 34enne ha sottolineato: «Non lavoriamo per arrivare decimi. Non va bene».
Lara si è poi infuriata: «Mi arrabbio ancora di più quando vedo giovani sciatori che arrivano, non si qualificano e sembra che per loro vada bene. Non è così».
Dopotutto è una competizione, si tratta della Coppa del Mondo, e l'idea è quella di lavorare duramente ogni giorno e vincere le gare: «Non voglio arrivare domani al 25° posto. Può succedere se si commette un errore, allora lo si può accettare, ma non dirò: "È meraviglioso! Mi piacerebbe finire tra i primi 15 una volta nella mia carriera"».