Dopo l'ennesima sconfitta in Champions League il presidente dei bianconeri difende ancora il suo allenatore. Suo cugino invece la vede in maniera diversa. Tutto questo mentre si avvicina il derby della Mole.
Cinque anni fa l'obiettivo dichiarato della dirigenza juventina era quello di trasformare la Vecchia Signora in una «potenza economica e sportiva del calcio mondiale».
Per fare ciò i bianconeri hanno investito in maniera massiccia. Se già si era speso molto prima del 2018, l'asticella è stata alzata in maniera enorme con l'acquisto di Cristiano Ronaldo nel 2018. In totale, dal 2018 a oggi, sono stati investiti 455 milioni in acquisti di calciatori, al netto delle cessioni. Gli stipendi sono aumentati di 90 milioni.
L'operazione Ronaldo (116 milioni per l'acquisto, più lo stipendio da 58 milioni lordi a stagione) ha avuto il suo senso commerciale e sportivo, portando in effetti il valore commerciale della Juve ai massimi livelli europei. Poi sono però iniziati gli sbandamenti - con l'attenuante della pandemia - di risultati, di trasferimenti e di esoneri degli allenatori che sono costati diversi soldi alle casse del club piemontese. Allegri, Sarri e Pirlo sono costati circa 40 milioni.
Il bilancio sportivo, che va a pari passo con il successo economico, negli ultimi quattro anni ha visto due scudetti, due quarti posti e Champions League terminate tra gli ottavi e i quarti di finale.
Una stagione iniziata davvero male
La stagione presente è iniziata come peggio non si poteva: 3 vittorie in campionato, contro Bologna, Spezia e Sassuolo, 4 pareggi e 2 sconfitte, che valgono alla Juve il momentaneo ottavo posto. Tre sconfitte in quattro gare di Champions League, l'ultima contro il modesto Maccabi Haifa, che vale il terzo posto a pari merito con gli israeliani, lontanissimi dal duetto PSG e Benfica.
Agnelli e Elkann: visioni diverse su Allegri
Se il popolo bianconero - e non solo, come vedremo sotto - chiede da tempo la testa di Allegri, il suo presidente lo ha ancora difeso al termine dell'ultima sconfitta patita in Israele.
I tifosi si rivolgono allora a Lapo Elkann appunto, fratello minore di John Elkann, presidente della Fiat e di EXXOR - il gigante degli Agnelli che gestisce la Juventus.
Lapo Elkann non aveva mai visto di buon occhio la decisione di affidare di nuovo la squadra ad Allegri e l'ultimo suo tweet dopo la sconfitta in Champions di martedì fa ben sperare i sostenitori bianconeri.
Ritiro-punizione?
Tutto questo mentre - come riporta la Gazzetta dello Sport - il clima tra l'allenatore e la sua squadra si è raffreddato di molto.
Allegri ha infatti mandato i suoi in ritiro interno fino al derby di domani contro il Toro. Una decisione che non è piaciuta - secondo il foglio rosa - e che sembra sia giudicata una misura inutile per risolvere i problemi della squadra. Anzi, qualcuno vede il 'confino' come una punizione.
100 anni di famiglia Agnelli e Juventus
Tutto questo mentre la società di Torino vorrebbe festeggiare degnamente i 100 anni di connubio tra gli Agnelli e la Juventus. Le parole espresse da Lapo Elkann ad agosto prima dell'inizio del campionato volevano essere da sprone, oggi, suonano come una condanna... per chi non le ha sapute applicare.
«Il mister, il capitano e tutti voi avete grande responsabilità perché si possa vivere quest'anno dei 100 anni in un modo importate. Questo è un anno speciale che si divide in due fasi per il Mondiale e dobbiamo attaccare subito al meglio. Voi dovete dimostrare di essere da Juventus», aveva detto il rampollo della famiglia Agnelli.
Però, vale la pena ricordare che se la Juve volesse rompere anzitempo il contratto con Allegri dovrebbe pagargli un indennizzo di 30-35 milioni di euro. Insomma, una situazione difficile per la dirigenza. Una cifra che rallenta i pensieri di cacciata.
Ma se la Juventus dovesse perdere anche il derby, chissà che forse la famiglia Agnelli non decida comunque di metter mano a nuove risorse finanziarie per tentare di salvare una stagione che si prospettava ben diversa.