La sfida a Putin Capitan Dzyuba si rifiuta di giocare con la nazionale russa

bfi

20.5.2022

Artem Dzyuba
Artem Dzyuba
KEYSTONE

Dopo aver rinunciato alla convocazione della nazionale russa, il 33enne ha anche deciso di non accettare il rinnovo di contratto con lo Zenit di San Pietroburgo: solo gli ultimi sgarbi del grande ribelle del calcio russo.

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Artem Dzyuba. 197 centimetri di spavalderia. Il capitano della nazionale russa di calcio, e suo giocatore più rappresentativo, due settimane fa aveva dimostrato, una volta ancora, di essere un duro con le idee chiare: è stato il ct della sua Nazionale, Valery Karpin, ha dare notizia del gran rifiuto del capitano. «Artem (Dzyuba n.d.r.) vuole rappresentare ancora il suo Paese ma adesso non se la sente a causa della difficile situazione in Ucraina, dove ha diversi parenti. Ha chiesto quindi di non essere convocato per motivi familiari».

Sfidare così Vladimir Putin non è certo da tutti, diciamolo. Ci vuole una buona dose di coraggio.

Zenit: niet!

Due giorni fa, un'altra decisione forte da parte dell'attaccante che in carriera ha giocato sempre a solo nel campionato russo, per scelta: Dzyuba ha declinato il rinnovo del contratto con lo Zenit, e la relativa riduzione di salario. Secondo quanto riportato da Sport-Express il giocatore russo sta riflettendo se rimanere in patria oppure accasarsi magari alla Stella Rossa di Belgrado, sponsorizzata, come lo Zenit, dal gigante Gazprom. La formazione serba sembra non sarebbe però disposta a soddisfare le esigenze economiche del 33enne attaccante.

Artem Dzyuba, non è nuovo al fatto di esporsi con prese di posizioni forti.

Emery: «Persona psicologicamente squilibrata»

Correva l'anno 2012, quando sulla panchina dello Spartak di Mosca sedeva Unai Emery, lo stesso che ha poi diretto il PSG, l'Arsenal e ha portato il Villareal in semifinale di Champions League.

«Il perché di questa sconfitta? Chiedetelo al nostro allenatoruncolo», disse Dzyuba al termine di un derby perso dal suo Spartak contro la Dinamo per 5-1. L'allora 24enne, sicuro e spavaldo - lo copia pallonara del tennista Marat Safin - aveva difinito Emery una «persona psicologicamente squilibrata».

Lo scontro con il sergente di ferro

Il carattere spigoloso e poco accomodante di Dzyuba si scontrò anche con l'ex ct della nazionale russa Stanislav Chechesov, un sergente di ferro di scuola comunista che decise di non convocare l'attaccante dopo un diverbio avuto al termine di una partita. La risposta di Dzyuba fu una foto su Instagram in cui prendeva in giro il ct. Poi arrivò la pace fra i due, e Dzyuba ritornò in Nazionale. Ad oggi, il quasi due metri, ha segnato 30 reti con la maglia della Russia, 147 nella massima serie russa, che ne fa il bomber più prolifico di sempre.

Genio e sregolatezza insomma. Oltre a quelle citate sopra ci sono altre diatribe che hanno visto Dzyuba al centro dell'attenzione: con i media, con l'ex allenatore Mancini (allo Zenit) e con Fabio Capello (ct della Russia).

Putin e Dzyuba, all'insegna del rispetto reciproco

«Signor Presidente, è un immenso onore essere qui ed aver rappresentato il nostro Paese. Vorremo darle un paio di scarpe da calcio per fare uno cambio con i suoi pattini da hockey, sarebbe uno scambio stupendo per noi», aveva detto Dzyuba a Putin in uno dei rari incontri tra i due avvenuto in occasione di Russia 2018.

L'esclusione dell'attaccante dalla Nazionale, nel 2020, a causa di un video circolato - per errore - in cui Dzyuba si masturbava, aveva riproposto l'atteggiamento rispettoso tra il presidente Putin e il capitano della Nazionale.

«Non si dovrebbe entrare nella vita privata di qualcuno, ma questa punizione deve essere una lezione per i tutti», aveva detto l'uomo più potente di Russia in merito.

Una risposta eloquente all'uomo che da sempre ha deciso di sfidare i poteri forti.