«La nostra ricetta è semplice...» Celestini: «Senza spirito non vai da nessuna parte»

fon

22.2.2019

Celestini lavora molto sul mentale dei propri giocatori.
Celestini lavora molto sul mentale dei propri giocatori.
Keystone

L'allenatore dei bianconeri Fabio Celestini attende lo Young Boys con fiducia e positività.

«La vittoria contro il Lucerna è stata molto importante. Non penso solo per il gruppo ma per tutti. Avevamo la sensazione di lavorare bene, di essere uniti, di aver piacere nello stare insieme ma i risultati non arrivavano, si perdevano le partite a cinque secondi dal termine. Contro Sion e Xamax queste reti ci sono costate 4 punti e non sono pochi! Chiaramente vivevamo come un sentimento di ingiustizia», così ha iniziato la conferenza stampa che anticipa la sfida di domenica contro lo Young Boys Fabio Celestini.

Il compito che attende il Lugano non è certamente dei più semplici, visto che Sabbatini e compagni scenderanno sul manto erboso di Cornaredo contro il campione in carica e attuale leader del campionato: «Sono forti, hanno caratteristiche speciali, pressano bene con cinque elementi, difendono a cinque, stanno alti e prendono tanti rischi perché hanno grande autostima. Hanno fatto inoltre 24 gol su calci piazzati e sono tanti. Molte volte sbloccano così le partite, in generale hanno svariate possibilità di segnarti un gol, talvolta hai l'impressione di controllarli o di dominarli ma alla prima occasione ti castigano. Spero che riusciamo a fare una bella partita ma soprattutto a vincere».

«Le tattiche sono alibi che tutti utilizziamo per spiegare vittorie e sconfitte, ma senza spirito non vai da nessuna parte»

Fabio Celestini, allenatore del FC Lugano

«I miei giocatori sono duttili - ha proseguito Fabio Celestini - stiamo cercando di costruire qualcosa e la vittoria di Lucerna fa morale. Non sto lavorando sugli schemi, anche se delle volte ci sta di cambiare anche per sorprendere l’avversario».

Il rientro di Sadiku ha pagato, anche se a livello fisico non è ancora al cento per cento... «Io ho fatto una scelta motivata soprattutto dallo spirito del giocatore. Gli manca ancora qualcosa sul piano fisico ma era venuto il momento di buttarlo dentro perché a Lucerna dovevamo fare una battaglia e Armando ha questa caratteristica che ancora al 60esimo va da solo fra i due centrali a fare pressing e fondamentalmente trascina i compagni».

«Se vedi che la tua punta è il primo difensore sei indotto a fare altrettanto - ha poi concluso il Mister - la nostra ricetta è semplice: non mollare mai, essere insieme, aiutarci, comunicare e Armando ce l’ha nel DNA, poi fa anche gol, tanto meglio».

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