Balotelli, cosa attendersi? «Con Mario non è mai una questione di qualità»

bfi

3.9.2022

 Mario Balotelli 
 Mario Balotelli 
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Da Golden Boy a reietto del calcio mondiale. L'attaccante italiano è ora sbarcato nel campionato svizzero, dove vestirà la maglia del Sion. «Un colpo storico». Cosa dicono di lui e cosa dice di sé stesso il grande atteso?

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«Il mio rapporto con l'Italia è iniziato quando avevo circa quattro o cinque anni», ha detto una volta il presidente del Sion Christian Constantin al sito  Watson. «Andavo nei cantieri di mio padre e tagliavo la mortadella con gli operai italiani durante la loro pausa, ho condiviso molti momenti con loro. Questa cultura umana del Sud mi ha subito conquistato».

Tanto da spendere una cifra folle - dai 2 ai 4 milioni di franchi svizzeri - per portare in Vallese Mario Balotelli. L'attaccante italiano è l'uomo del momento del calcio svizzero, «forse un trasferimento storico per il calcio nostrano», come ha aggiunto ieri lo stesso numero 1 del Sion.

Suo figlio Barthélémy, direttore sportivo del club vallesano, ai microfoni di blue Sport ha detto che si tratta certamente del «colpo più grosso nella carriera di mio padre», il più grosso mai effettuato nel calcio svizzero.

Sempre Super Mario

Già, perché a 32 anni Mario Balotelli è un giocatore tutt'ora nel pieno della sua vigoria fisica. Un attaccante che in carriera ha segnato 176 gol, tra Serie A, Premier League, Ligue 1 e Süper Lig. Un super talento onorato con il 'Golden Boy' nel 2010, riconoscimento vinto tra gli altri da Leo Messi, Wayne Rooney, Sergio Aguero e Kylian Mbappé. Un attaccante con il fiuto del gol ancora intatto, come ha dimostrato al termine della scorsa stagione, quando con la maglia dell'Adanspor in una sola partita mise a segno cinque reti, una delle quali davvero spettacolare.

Un attaccante che segna con disarmante facilità, Mario Balotelli, quasi il gol fosse solo il terminale di un viaggio fantastico. Un viaggio, o un corsa, che lui esegue con la naturalezza di un felino. Il 32enne italiano potrebbe portare in Svizzera tanta qualità quanta non si è mai vista prima, o sarebbe altrettanto capace di disilludere e far montare su tutte le furie per i suoi comportamenti alquanto inusuali.

Attraverso le sue parole e quelle di coloro che con lui hanno giocato, o che lo hanno allenato, cerchiamo di raccontare un poco il nuovo acquisto del Sion, tentando pure d'immaginare cosa aspettarci da questo attaccante eccezionale.

Le sue frasi più significative

«Nella vita non rifarei solo una cosa: non lancerei per terra la maglia dell'Inter».

Non importa se la sua squadra ha conquistato la finale di Champions League - corre l'anno 2010 - battendo il Barcellona in semifinale... Super Mario è arrabbiato, per motivi suoi, punto e basta.

«Penso di essere più intelligente della norma, ma giuro che non mi interessa dimostrarlo».

Le giocate che lo hanno reso famoso e oggetto dei desideri denotano un grande acume tattico. Le sue considerazioni - che piacciano o meno - non sono mai banali.

«Il razzismo nasce dall'ignoranza più bassa; è sui bambini che bisogna agire».

2019. Beccato dai tifosi del Verona per il colore della sua pelle, terminata la partita il ragazzo si affida ai social per rimproverare gli autori delle parole offensive: «Vergognatevi, vergognatevi, vergognatevi».

«Quelli che mi fischiano, se mi incontrassero da solo, uno contro uno, fuori dalla curva, mi chiederebbero l'autografo».

Buttato forse troppo presto nella mischia, genuino, Balo è vittima e autore del circolo mediatico che lo ha sempre accompagnato.

Hanno detto di lui

Ricardo Quaresma, ex giocatore dell’Inter, rilasciò una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, parlando anche di Mario Balotelli: «È un bravo ragazzo, non è vero ciò che dicono di lui. Lui è sempre sotto pressione, parlano sempre troppo di lui. Fa i suoi errori ma sta molto meglio ora. Mario è uno dei migliori giocatori del mondo».

Roberto Mancini, suo allenatore al Manchester City, cercò in tutti i modi di proteggerlo e dargli tempo per crescere. «In ogni partita importante gioca molto bene. Il suo problema è la concentrazione. Ma io lavoro con lui ogni giorno. Non parlo con lui ogni giorno perché altrimenti avrei bisogno di uno psichiatra, ma parlo con lui perché non voglio che perda la sua qualità. Mario può diventare uno dei migliori giocatori d'Europa. Non voglio che perda il suo talento».

Patrick Vieira, leggenda dell'Arsenal e allenatore di Balo al Nizza, non ha mai negato le sue difficoltà nella gestione dell'attaccante italiano. «La mentalità di Mario era difficile per uno sport collettivo», il francese ha dichiarato anni fa al Daily Mail. «Per la filosofia che volevo mettere in atto e l'etica del lavoro che volevo costruire, era difficile per me lavorare con un giocatore come Mario».

Per l'ex fantasista della nazionale italiana e del Chelsea Gianfranco Zola non ci sono dubbi: «Con Balo non è mai una questione di qualità, ma piuttosto di gestione personale».

Toccherà ora a Paolo Tramezzani gestire Super Mario, facendo forse anche da spartiacque tra il carattere forte del più giovane connazionale e la personalità focosa del presidente Constantin.

La speranza degli amanti del calcio è che il 32enne delizi il campionato nazionale con giocate di alta scuola, regalando quelle emozioni che solo un artista del calcio come lui sa fare.