Piccola-grande Salernitana Dopo Ribéry i granata vogliono anche Edinson Cavani

bfi

24.5.2022

Edinson Cavani con la maglia del Manchester United
Edinson Cavani con la maglia del Manchester United
KEYSTONE

Dopo aver raggiunto la salvezza in extremis il direttore sportivo della Salernitana, non nuovo a questo genere di imprese, potrebbe portare il Matador a Salerno, da accoppiare al sempreverde Frank Ribéry.

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24.5.2022

La Salernitana di Frank Ribéry ha centrato la salvezza, nonostante la sconfitta subita in casa all'ultima giornata, grazie al pareggio del Cagliari contro il Venezia che ha condannato i sardi alla retrocessione.

Per la 'piccola' Salernitana si è trattato di un successo certo sperato, quanto per molti impensabile. Come ammesso dal fuoriclasse francese dei campani, quel Frank Ribéry ex stella del Bayern di Monaco, tanti meriti per la salvezza vanno a Walter Sabatini, che ha allestito la squadra nel mercato di gennaio.

«Amo il calcio perché non sai mai quello che può succedere», ha detto Ribéry domenica a fine partita.

Walter Sabatini, mago del compra e vendi oltre che ex giocatore, ha invece detto: «In caso di retrocessione avrei lasciato».

Franck Ribery (destra) con la maglia della sua attuale squadra, la Salernitana 
Franck Ribery (destra) con la maglia della sua attuale squadra, la Salernitana 
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Invece si continua. Il presidente Iervolino, Walter Sabatini, forse Frank Ribéry (39 anni) e i vari Sepe, Fazio, Mazzocchi, Bohinen, Ederson hanno grandi intenzioni.

Alla Gazzetta dello Sport, il presidente della squadra campana ha detto di voler puntare sui giovani e alcuni elementi esperti, ma «non mi piacciono le figurine con lo scopo di vendere quattro magliette in più: saranno acquisti mirati».

«Mi piacerebbe prendere Cavani»

Dopo Ribéry - che ricordiamo in carriera ha vinto 9 volte la Bundesliga, 1 Champions League e 1 Coppa del Mondo per club - il presidente Iervolino vorrebbe portare a Salerno anche Cavani.

«Lasciando perdere Messi e Ronaldo, se fossero graditi al tecnico mi piacerebbe prendere Edinson Cavani, che in questa regione ha lasciato un ricordo indelebile, e Arnautovic, che interpreta il calcio da guerriero».

Il Matador assieme a Franck Ribéry dovrebbe aiutare la squadra a raggiungere la salvezza, una volta ancora, oltre che servire da modello per i vari giovani. Preso dall'euforia per la salvezza, il presidente ha pure detto a Calciomercato.com che «magari tra dieci anni andremo in Europa».

Magari, chissà.

Walter Sabatini, il direttore sportivo dal grande intuito

Il presente intanto è in parte da costruire. Lavoro nella mani di Walter Sabatini, menzionato a giusta ragione anche da Frank Ribéry.

Sabatini - eletto già in passato 'miglior manager della Serie A' - fu colui che nel 2007 portò Edinson Cavani dal Danubio al Palermo per soli 5 milioni di euro prima di rivenderlo al Napoli nel 2010 per una cifra complessiva di 16 milioni prima che approdasse al PSG.

Il direttore sportivo della Salernitana è conosciuto anche e soprattutto per la sua intuizione, lungimiranza e anche per una certa dose di follia. Sue alcune delle operazioni di mercato che hanno portato dei talenti semi-sconosciuti alla Serie A. Alla Lazio fu Sabatini a lanciare i giovani Nesta e Di Vaio, sempre lui a far conoscere al grande calcio europeo due come Kolarov e Lichtsteiner.

Durante l'esperienza a Perugia invece, Sabatini tirò fuori dal cilindro Gennaro Gattuso, uno dei giocatori più vincenti e iconici del calcio italiano degli ultimi 25 anni.

Ma il vero capolavoro, finora, lo fece al Palermo di Zamparini, quando portò sull'isola la triade Ilicic-Pastore-Glik, che insieme a Miccoli e Cavani permisero ai rosanero di raggiungere l’Europa per due stagioni consecutive (2009-2010 e 2010-2011).

Salerno dopo Manchester?

I giovani che Sabatini butterà nella mischia non si conoscono ancora, mentre il nome Edinson Cavani, in Italia - e nel mondo intero - non ha certo bisogno di presentazioni. Il contratto del Matador con il Manchester United scadrà a fine giugno, rimane ora il tempo necessario per convincere l'uruguaiano a sposare la causa di una piccola realtà passionale del calcio italiano, invece magari di vederlo svernare a Dubai o Los Angeles.