Dopo le scuse Dure critiche a Xhaka, ma anche ai tifosi e all'allenatore 

bfi & fon

1.11.2019

Granit Xhaka si aggiusta la fascia da capitano
Granit Xhaka si aggiusta la fascia da capitano
Getty

Granit Xhaka continua a far discutere in Inghilterra, anche dopo le sue scuse. L'ex giocatore Gary Neville e il giornalista Stan Collymore esprimono due diverse opinioni a proposito del nazionale svizzero.

Domenica scorsa l'Arsenal ha pareggiato in casa contro il Crystal Palace. Il tecnico dei Gunners ha deciso di sostituire Granit Xhaka a metà del secondo tempo. Mentre usciva dal campo il calciatore elvetico è stato investito dai fischi di una frangia della sua tifoseria che hanno giudicato insufficiente la sua prestazione. Il capitano dell'Arsenal ha reagito in malo modo gettando la maglia a terra e mandando i suoi tifosi a quel paese.

La dura critica di Gary Neville

«Credo che le sue prestazioni e il suo comportamento sono state negative nel corso degli ultimi due anni. Non ho mai conosciuto un giocatore che sembra imparare così poco dalle sue esperienze».

Questo il primo duro commento di Gary Neville, ex stella del Manchester United con il quale vinse 8 Premier League oltre a 2 Champions League. 

«Sembra andare fuori tempo almeno 400 volte a partita - continua l'ex calciatore oggi opinionista per Sky Sport -, non seguo ogni sfida dell'Arsenal, ma quando lo guardo mi sembra che non riesce a dettare il ritmo per i suoi compagni». 

A proposito di ciò che è successo domenica scorsa all'Emirates Stadium Neville non si dice sorpreso in quanto lo svizzero ha dimostrato in più occasioni un comportamento non proprio corretto.

«Non si può imputargli un manco di impegno - continua Neville - questo no». Ma Neville continua su questo aspetto, «Xhaka è il giocatore di esperienza con meno esperienza che conosco. Non capisco perché non apprende dal passato».

Gary Neville lo sa bene, sui campi da calcio le dispute tra giocatori e tifosi capitano, a Manchester ne ha viste tanti in più di 400 partite disputate con i Red Devils.

«Sarà comunque difficile per lui continuare a vestire la fascia da capitano, e non sarei sorpreso se Emery dovesse scegliere diversamente». 

L'opinione di Stan Collymore

Il giornalista sportivo Stan Collymore, che segue i Gunners da tempo, ha già vissuto episodi in cui una grossa frangia della tifoseria si mette in contrapposizione con un giocatore. Successe nel 2008 quando Emmanuel Eboué lasciò il campo in lacrime. 

«Alcuni tifosi non hanno imparato dalle esperienze precedenti, invece di aiutare un giocatore in un momento difficile lo attaccano».

Secondo Collymore, un atteggiamento supportivo da parte dei tifosi da la possibilità al giocatore di lavorare su ciò che deve migliorare, senza ulteriore pressione. 

L'errore originale di Emery

Secondo il giornalista inglese è stato il tecnico Emery ha sbagliare inizialmente: «Non avrebbe dovuto dare la fascia da capitano a Xhaka, perché non ha la 'statura' di Tony Adams o Patrick Vieira». 

La fascia è stata data allo svizzero, un coltello a doppia lama, che gli si è rivoltato contro. 

Infine, dice Collymore, esiste la peggior parte di un contratto non scritto tra giocatori e tifosi, che permette all'uno di gettare addosso all'altro tutta la propria frustrazione. 

Le scuse di Xhaka

Dal canto suo lo stesso giocatore ha voluto fare ammenda, spiegando la natura del suo comportamento in un lungo post pubblicato sul suo account di Instagram.

«Dopo aver riflettuto a lungo su quanto accaduto domenica pomeriggio, vorrei darvi una spiegazione in merito - ha iniziato il comunicato il centrocampista elvetico - gli episodi che sono successi mi hanno colpito profondamente».

«Adoro questo club e do sempre il cento percento dentro e fuori dal campo - ha proseguito il 27enne - la sensazione di non essere compreso dai fan e i ripetuti commenti offensivi subiti nelle partite e sui social media nelle ultime settimane e mesi, mi hanno colpito profondamente. La gente mi ha detto cose come "Ti spezzeremo le gambe", "Uccido tua moglie" e "Vorrei che tua figlia si ammalasse di cancro". Questo mi ha turbato e domenica, quando ho visto quella reazione allo stadio, non ho più retto e sono scoppiato».

«Mi sono lasciato trasportare e ho reagito in un modo che non rispetta il gruppo di tifosi che sostiene il nostro club, la squadra e me stesso. Non era quella la mia intenzione e mi dispiace se la gente non crede sia così. Il mio desiderio è tornare a rispettarsi reciprocamente, ricordando innanzitutto il motivo per il quale ci siamo innamorati di questo gioco. Guardiamo avanti con fiducia, tutti insieme», ha poi concluso il basilese.

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