La sfida di Coppa Italia tra Inter e Benevento - che ha visto i nerazzurri strapazzare i campani per 6-2 - si è svolta a porte chiuse. Fuori solo alcuni tifosi, che hanno preso posizione in merito alla decisione di giocare a porte chiuse.
Era capitato il 26 dicembre a San Siro, quando in occasione del match di cartello tra Inter e Napoli, alcuni pochi tifosi della formazione milanese avevano ululato al giocatore dei partenopei Koulibaly.
Affare che era poi finito nelle mani del Giudice Sportivo nazionale, il quale aveva deciso di squalificare i tifosi, tutti, in occasione del match di Coppa Italia giocato ieri appunto.
Poco prima della sfida, si sono radunati fuori dallo stadio un gruppo di tifosi che risponde al nome di 'Banda Bagaj', i quali hanno protestato civilmente con striscioni contro la decisione della Federazione.
«Contro il razzismo, contro la violenza, contro le punizioni prive di coerenza» e «La maggioranza non ha ululato ma un suo diritto è stato calpestato».
Il presidente del sodalizio di tifosi ha poi detto che non è con misure restrittive e punitive che colpiscono tutti che si risolvono questi problemi. La grande maggioranza dei tifosi non ha partecipato ai cori contro i napoletani nè agli ululati razzisti.
«Ci aspettavamo di più dalla società, avrebbe dovuto prendere anche le parti dei tifosi corretti. Siamo stati considerati tutti razzisti e non ci sta bene. Oggi ci tocca restare fuori, speriamo sia l'ultima volta», ha concluso il tifoso portavoce della Banda Bagaj.
Fuori dallo c'erano solo pochi tifosi increduli, alcuni arrivati dal Brasile, i quali non sapevano e non erano stati avvertiti. «Siamo arrivati dal Brasile, perché non possiamo entrare?».
Una faccenda sulla quale il calcio italiano dovrà chinarsi ancora, trovando soluzioni più 'giuste', senza evitare di punire chi rovina lo sport.