Con il pareggio di ieri sera a San Siro la sua Inter ha - quasi - definitivamente issato bandiera bianca nella corsa allo scudetto. Antonio Conte ha parlato.
L'inter doveva vincere contro la Fiorentina nella speranza che la Juve, stasera in scena a Udine, faccia un passo falso.
Invece la formazione nerazzurra non è riuscita a scalfire più di tanto la retroguardia viola strappando solo un misero punto al termine della sfida finita 0-0.
Se la Juventus dovesse vincere stasera, si porterebbe a +10 sull'Inter, con tre giornate ancora da giocare: la lotta allo scudetto sarebbe così rimandata all'anno prossimo.
Mancanza del Killer Instinct
«Quando lasci dei punti è perché ci sono mancanze. Stiamo cercando di capire determinati momenti e determinate situazioni, poi dobbiamo avere il killer instinct», così Antonio Conte analizza gran parte della stagione della sua Inter.
«Sono contento che i giocatori siano delusi dal risultato, vuol dire che qualcosa sto lasciando. Per me è stata una buona partita da parte nostra, fatta con la giusta intensità e buone trame di gioco. Stasera non siamo stati fortunatissimi stasera, colpendo due legni... Ma ho poco da dire ai ragazzi che ci hanno messo la voglia, e per cercare di vincere abbiamo rischiato di perderla. Onore alla Fiorentina che ha giocato una buona partita a livello difensivo».
«Abbiamo raccolto meno di quanto seminato»
Conte, che mastica calcio da sempre, sa che non si possono raggiungere grandi obiettivi senza un minimo di fortuna.
«A volte raccogli più di quanto semini, ma penso che questa squadra abbia raccolto di meno. Mancano tre partite e i ragazzi sanno che non vogliamo accontentarci, al di là del fatto che l'obiettivo Champions è stato raggiunto con ampio margine. Vogliamo giocare in maniera onesta, abbiamo il Genoa che gioca per la salvezza, poi il Napoli che lotta per il quinto posto ( Europa League n.d.r.) e infine l'Atalanta».
Il coach dei nerazzurri è uno molto ambizioso, e come potrebbe essere diversa una persona che ha vinto 5 scudetti e una Champions League da giocatore, altri 3 scudetti e una Premier League da allenatore.
«Per me è importante arrivare sempre il più in alto possibile e i miei ragazzi lo sanno».
«La storia la scrive chi vince, gli altri vanno a leggerla»
Il secondo posto è comunque una posizione di prestigio. «Secondo, terzo, quarto... il secondo è il primo dei perdenti. La storia la scrive chi vince e questo rimane scritto, gli altri vanno a leggerla», conclude Conte.