A 44 anni Gianluigi Buffon continua la sua infinita carriera come portiere del Parma. Attualmente infortunato, l'estremo difensore azzurro ha rilasciato un'intervista a l'AFP parlando di Juventus, PSG e Parma: fra passato, presente e futuro.
Con chi ti sarebbe piaciuto giocare nella partita Juventus-PSG di mercoledì prossimo?
Ho passato la mia vita con la Juve, quindi è inevitabile che ci sia un forte legame costruito su tutto quello che abbiamo vissuto insieme negli ultimi vent'anni (dal 2001-2021 ndr.). Ma ho anche ricordi speciali di Parigi (2018-19), dei miei compagni di squadra, dei tifosi. È stata una delle esperienze più belle della mia vita come calciatore e come uomo. Peccato che questa partita non avrà molta importanza (la Juventus è già eliminata dalla competizione e il PSG è già qualificato agli ottavi ndr.)».
Per il PSG è finalmente arrivato l'anno giusto per vincere la Champions League?
Non posso dirlo! Ogni anno sembra essere quello giusto. Parigi, nelle ultime sette o otto stagioni, ha sempre avuto una squadra che avrebbe potuto vincere. Ma da lì ad avere davvero successo ci sono i dettagli, che a volte dipendono anche dalla fortuna. Ma ogni anno il PSG è fra i favoriti.
Gianluigi Donnarumma sembra più sereno ora che è titolare. È stata la decisione giusta da parte del club?
Sta progredendo molto bene, con un ottimo preparatore dei portieri che lo aiuterà a crescere ancora di più. Essere titolare ti dà maggiore forza, aiuta pure non sentirsi sotto esame a ogni partita. Ora a soffrire è Keylor (Navas), che è anche un grande portiere, mi dispiace vederlo sempre in panchina.
È preoccupato per la Juventus?
È stata una stagione molto difficile e gli infortuni a giocatori importanti hanno complicato le cose. Secondo la mia esperienza, credo che non si possa capire quale possa essere il problema e quale la soluzione senza vivere nello spogliatoio e conoscere le dinamiche di gruppo e la comunicazione tra l'allenatore e i giocatori.
Attualmente è infortunato. Quando tornerà in campo con il Parma?
Questa situazione è molto difficile, è una sofferenza. Ma con l'età si capisce che si può aiutare la squadra anche fuori dal campo. All'inizio del 2023 ci sarò, forse anche prima, ma non è ancora detto. È importante non correre rischi, in modo da poter continuare fino alla fine della stagione.
Il Parma tornerà in Serie A la prossima stagione?
Chi lo sa... L'anno scorso le aspettative erano enormi, si pensava che saremmo tornati subito in Serie A. Invece è stata una grande delusione, ci siamo trovati ad affrontare difficoltà alle quali non eravamo preparati. In questa stagione abbiamo adottato un profilo basso e i risultati sono migliori (sesto posto in Serie B ndr.).
Il presidente Kyle Krause (imprenditore americano proprietario del club da due anni ndr.) ci ha dato molta tranquillità e sappiamo che il Parma avrà un ruolo da protagonista in futuro. Per quanto riguarda il direttore sportivo (il francese Julien Fournier, arrivato di recente ndr.), sembra avere le idee chiare ed essere un uomo deciso, il che è importante.
Quattro campioni del mondo del 2006 (Cannavaro, Inzaghi, De Rossi, Grosso) allenano ora in Serie B, per lei è destabilizzante?
Sì, è strano. Secondo una certa logica, forse dovrei essere anch'io su una panchina. Questo è il bello della vita, vivere senza limiti. Ho seguito la mia passione e quello che mi diceva il campo. Voglio divertirmi fino alla fine, cercando avventure e progetti che abbiano un senso. Per me il Parma (il suo club di formazione), anche in Serie B, aveva un senso.
Per quanto tempo pensa di continuare a giocare e di conseguenza a dover fare importanti sacrifici?
Non sono sacrifici. Questi ultimi anni, in particolare, sono stati per me un puro piacere. I ragazzi aiutano a rimanere giovani e a mantenere alta l'energia mentale. In seguito, è chiaro che quando si gioca bisogna essere all'altezza. Con l'orgoglio che ho, non accetterò mai di fare prestazioni mediocri.
Quindi non è ancora il momento di pensare a ciò che verrà dopo il calcio giocato?
Sono dieci anni che penso al futuro. Ma finché avrò l'energia e le ambizioni attuali, continuerò a giocare. Poi si vedrà cosa mi dirà il mio corpo. Se, ad esempio, dovessi infortunarmi di nuovo, potrei eventualmente prendere atto del fatto che il mio corpo mi sta inviando dei segnali e che dovrei accettarli.
Per il momento dunque Gianluigi Buffon sogna ancora di tornare a giocare in Serie A. Obiettivo tutt'altro che inarrivabile.