Il fiocco giallo della discordia Pep: «Prima di essere un coach sono un essere umano»

bfi

26.2.2018

Pep Guardiola con il fiocco giallo sul petto
Pep Guardiola con il fiocco giallo sul petto
Keystone

Il coach del Manchester City Pep Guardiola ha comunicato che continuerà a portare il fiocco giallo in supporto dei prigionieri politici catalani.

Quattro leader catalani sono in prigione in seguito alla ribellione del dopo-referendum di ottobre dello scorso anno che aveva indicato la volontà del popolo della Catalogna di staccarsi dalla Spagna: referendum ritenuto illegale dal governo di Madrid.

Guardiola, ex capitano e coach del Barcellona, nonche catalano di nascita, è stato accusato dalla Football Association, in quanto il fiocco giallo corrisponderebbe ad un messaggio politico.

Guardiola ha citato, in sua difesa, i recenti Brexit e il referendum scozzese sull’indipendenza, quali esempi delle volontà indipendentistiche di questi popoli europei.

«Non hanno armi - ha detto l’attuale coach del City -, le uniche in loro possesso sono il voto della gente».

«La gente ha votato, il risultato è stata una richiesta, ed ora alcuni di loro sono in prigione».

Guardiola potrebbe incorrere in una multa per infrazione delle norme della Federazione sulle pubblicità della tenuta di gioco. Nonostante ciò il catalano ha espresso il suo desiderio di continuare la sua “lotta pacifica” in favore dei quattro detenuti politici.

«Prima di essere un coach sono un essere umano. - Ha detto Guardiola - Accetterò la decisione della FA se essa dovesse guidicare che il mio comportamento infrange le sue regole».

«Apprezzo molto il supporto dimostratomi dai fan del Manchester City. La FA sa comunque che io continuerò a portare il fiocco giallo: se non lo porterò sul petto, lo metterò da qualche altra parte, ma sarà sempre su di me».

Infine, l’ex coach di Barcellona e Bayern ricorda che le regole UEFA sono leggermente diverse: «Si può portare qualsiasi cosa se la mostri con rispetto».

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