«L'emozione è forte» Sarri: «Allenare in tuta? L’importante è che non mi mandino nudo»

fon

20.6.2019

Maurizio Sarri è stato presentato come allenatore della Juventus.
Maurizio Sarri è stato presentato come allenatore della Juventus.
Youtube.com

Maurizio Sarri ha parlato per la prima volta come allenatore della Juventus nella conferenza stampa di presentazione.

La decisione di firmare con la Juventus la ritiene la più rivoluzionaria della sua carriera?

«Non penso sia una scelta rivoluzionaria. Io tre anni fa sono arrivato al Napoli e ho dato tutto me stesso, sono andato lì perché li tifavo da piccolo e avevo la sensazione che potessimo diventare competitivi. Negli ultimi mesi a Napoli mi erano apparsi dei dubbi sull’affetto della situazione, e mi sono detto che era nato un problema e seguito la società ha mi ha tolto presentando Ancelotti. A quel punto ho preferito passare per l’estero, ho fatto un esperienza bellissima in Inghilterra, ma già nella seconda parte della stagione ho sentito il bisogno di tornare in Italia, possibilità offertami poi dalla Juventus, la migliore società in Italia. Per me è il coronamento di una lunga carriera e difficile, ho rispettato tutti, compreso me stesso».

Come hanno fatto i dirigenti per convincerla a firmare per la Juve?

«Mai visto una società così determinata a prendere un allenatore, e questo mi ha convinto subito. Sono stati tutti compatti nel venire verso di me. Con il nome che si portavano dietro poi tutto è stato più facile».

Dopo aver passato un anno in Premier League col Chelsea come analizza le differenze fra il calcio in Inghilterra e in Italia?

«Abbiamo davanti un lungo percorso per arrivare alla Premier League. La partenza è dalle strutture, girando in Inghilterra per gli stadi ti rendi conto dell’inadeguatezza di quello che si trova qui in Italia. Inoltre anche il clima allo stadio è nettamente diverso. Tuttavia il fermento che vedo in questi giorni in Serie A mi fa pensare ad un anno stimolante per gli allenatori. Mi sembra si stia creando una bella aria frizzante e che ci siano i presupposti per vedere qualcosa di nuovo e interessante».

Maurizio Sarri, centro, con il Chelsea ha vinto l'Europa League.
Maurizio Sarri, centro, con il Chelsea ha vinto l'Europa League.
Keystone

Come si è sentito quando la Juventus si è fatta avanti?

«Il mio è un percorso lungo, C2, B, A, Premier e poi Juventus. Mi da emozione essere qui, è la squadra più importante d’Italia. Il percorso è lungo e fatto di passi. Vengo dal Chelsea che ha una storia inferiore alla Juventus, per me è un altro passo in avanti di quelli fatti gradualmente. L’emozione è forte».

Negli anni passati a Napoli ha spesso criticato la Juventus in modo diretto o indiretto, ora è il suo allenatore...

«Io penso che ho vissuto tre anni in cui mi svegliavo la mattina con il pensiero di battere la Juventus, visto che noi eravamo l’alternativa più credibile. Io dovevo creare tutte le situazioni per battere la Juventus. Lo rifarei, ho dato il 110 per cento. Poi è chiaro che è un’avversità sportiva, che quando finisce finisce. Ora darò tutto per questa società, quello che ho fatto posso averlo fatto con mezzi o modi sbagliati ma è intellettualmente apprezzabile. Se un avversario è disposto a tutto per sconfiggermi lo posso odiare ma lo devo apprezzare alla fine».

Quindi i suoi commenti sulla Juventus in quel periodo erano studiate a tavolino?

«A Napoli ho fatto tutto per dovere morale e professionale, il coinvolgimento era forte, tifavo anche Napoli, c’erano tutte le componenti per cui combattessi per tutti quei colori. Poi tutto finisce, hai fatto un atto di rispetto estremo ad andare via per un anno, se ora ho la necessità di tornare e mi chiama la più grande società italiana devo portare rispetto alla mia professione. È un percorso normale, poi se uno ci va a ricamare sopra non se ne esce. Non ho recitato nessuna parte».

Ha sentito le reazioni negative sul suo passaggio alla Juve espresse in pubblico da parte di alcuni suoi ex giocatori del Napoli?

«I giocatori fanno dichiarazioni per vivere bene nell’ambiente in cui si trovano, poi nei messaggi personali scrivono cose diverse. A Napoli ne sono uscito per scelta inconsapevole mia ma consapevole della società. Ho scelto l’estero per il rispetto ma sono tornato in Italia perché mi voleva una società importante. Nella vita ho rispettato tutti, ho sempre dato il mio 110 per cento e lo farò anche per questi colori. Potrà essere non sufficiente magari ma è quello che posso dare. Io mi sento di aver rispettato tutti».

Maurizio Sarri, il "Comandante" del Napoli fra il 2015 e il 2018.
Maurizio Sarri, il "Comandante" del Napoli fra il 2015 e il 2018.
Keystone

Non tutti i tifosi della Juventus sono soddisfatti del suo ingaggio, anzi... Cosa ne pensa di questa situazione?

«Arrivo con scetticismo come ovunque. Sempre avuto tifosi scettici all’inizio. Vengo dall’altra parte, è giusto che un questa fase ci sia scetticismo. Poi ci sta un solo modo per toglierlo che è vincere e convincere. Dovremo andare in campo, divertirci e fare spettacolo».

Negli ultimi giorni ha sentito il suo ex presidente ai tempi del Napoli o il suo predecessore qui alla Juve Massimiliano Allegri?

«Non ho sentito il presidente De Laurentiis, che ringrazierò sempre perchè io tifavo Napoli da bambino e sono arrivato ad allenare la squadra che tifavo. Non ti dirò mai i nomi dei giocatori che ho sentito, sono conversazioni personali e private. Massimiliano Allegri non l’ho sentito, di solito ci chiamiamo d’estate con amici comuni. Ho fatto un’estate difficile ora avrò tempo per sentire anche lui, anche se di solito cazzeggiamo non parliamo di cose serie».

Come deciderà di costruire la sua squadra? Partirà tenendo conto del suo modulo di gioco preferito?

«Penso che non si può partire dal modulo per fare mercato, bisogna avere le idee di chi può fare a differenza e metterlo in grado di farla. Il primo passo è studiare le caratteristiche dei giocatori, poi parlarci, e poi arrivare al modulo per valorizzarli al meglio. Dovremmo accompagnare i giocatori che sono capaci di fare la differenza, il modulo sarà una conseguenza».

Quali saranno i giocatori principali sui quali punterà sin dall'inizio per creare la sua Juventus?

«I giocatori che ci possono cambiare la storia sono quelli offensivi, il resto dipende da noi saperli organizzare. Quando entri negli ultimi 30 metri ci sono giocatori che sanno fare la differenza e alcuni meno. Bisogna partire da Ronaldo, Dybala, Douglas Costa che è un top player inesploso. Bisogna partire da loro e adeguare la fase difensiva su quello che ci possono dare in ripiego. Bisogna partire dai piu tecnici e talentosi».

Come si sente ad avere la possibilità di allenare uno dei migliori giocatori del mondo?

«Anche allenare Ronaldo è un'escalation per me: ho allenato giocatori forti nel Chelsea, con lui si va al top mondiale. Ha tutti i record che si possono avere nel calcio mondiale, mi piacerebbe fargliene battere un altro così da poter aver inciso su uno di questi in modo diretto».

Sa già se dovrà presentarsi alle partite in completo o potrà mantenere il suo stile più sportivo?

«Non abbiamo parlato di questi aspetti. Preferirei sul terreno di gioco la tuta ma sarà argomento di conversazione, l’importante è che non mi mandino nudo».

Mercoledì sera Maurizio Sarri ha potuto visitare il centro di allenamento della sua nuova squadra.
Mercoledì sera Maurizio Sarri ha potuto visitare il centro di allenamento della sua nuova squadra.
Keystone
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