La terza giornata dei gruppi A, B e C ha confermato gli indizi delle prime due gare: la formazione di Spalletti è un missile impazzito, i belgi continuano a scrivere la loro favola, e Xavi si sente con l'acqua alla gola.
Brugge, l'outsider che incanta
Sarà pur vero che nel gruppo B non c'è una vera è propria superpotenza, ma va detto che sulla carta, il piccolo club di Bruges figurava come la squadra meno attrezzata delle quattro. Invece, dopo tre giornate, i belgi si trovano davanti a tutti, a punteggio pieno, dopo aver battutto nell'ordine Leverkusen, Porto, e ieri sera anche l'Atletico Madrid.
Anche in fatto di differenza reti (+7) i belgi dimostrano il loro ottimo momento: solo il Napoli ha fatto meglio (+11). La difesa appare fin qui granitica, non avendo subito nessun gol in tre gare.
Se finora la cittadina belga era conosciuta per il suo centro storico patrimonio dell'Unesco, da oggi, il nome Club-Brugge è conosciuto ai quattro angoli del globo da tutti gli appassionati di calcio. Le tre sfide di ritorno diranno se la formazione di Hoefkens saprà gestire il patrimonio di 9 punti conquistati finora. La storia li attende.
Napoli, l'incontenibile leggerezza del sud
La squadra di Spalletti vola in Italia - prima in classifica a pari punti con l'Atalanta - e impazza in Europa. Dopo la prima convincentissima vittoria sul Liverpool (4-1) e la grande prova di carattere sul difficile campo di Glasgow (0-3), i partenopei, ieri sera a Amsterdam, hanno fatto capire che la bellezza del calcio è voglia pazza di segnare.
«Abbiamo vinto 6-1, ad Amsterdam, contro un'Ajax molto forte: sono contentissimo, ma penso anche che si deve rivincere la prossima», ha detto un soddisfatto e sempre composto Spalletti al termine della gara.
Poche, ma cariche di entusiasmo le parole del patron dei partenopei: «Squadra stellare per una prestazione cosmica. Sono orgoglioso di voi!»
E come non esserlo: 13 reti segnate e due subite dal suo Napoli nelle tre sfide di Champions giocate finora. Nessun'altra squadra ha saputo fare meglio della formazione di Spalletti in termini di reti segnate - il Bayern è secondo con 9, il Liverpool di Salah di reti ne ha fatte 'solo' 5 - . Anche in fatto di differenza reti (+11) la formazione di Spalletti surclassa il più quotato Liverpool (0) e la bella Ajax, che ricordiamo, l'anno scorso approdò ai sedicesimi di finale dopo aver vinto tutte le partite del suo gruppo, segnando ben 20 reti in sei partite.
Il Napoli, come molte grandi, è impegnato su due fronti: ma se il bel giorno si riconosce dal mattino, allora tutto può succedere ... anche un impensabile doppietta.
Barcellona, tanto fumo e poco arrosto
Possesso palla a non finire (71%), ma solo due tiri in porta per il Barca allenato da Xavi. Nemmeno Lewandowski è riuscito a scardinare il fortino dell'Inter, che dal canto suo, ha sfruttato una delle due sole occasioni avute conquistando i tre punti, e il secondo posto nel gruppo C.
Dal giorno del sorteggio, questo è stato definito il gruppo di ferro: Bayern, Barcellona, Inter e la cenerentola Pilzen - che lo rimane tutt'ora.
Se i bavaresi veleggiano a punteggio pieno, spagnoli e italiani si contendono il secondo posto. La sconfitta subita ieri sera a Milano certo mette ora i blaugrana nella condizione di non poter più sbagliare, come ha detto il loro stesso allenatore: «La settimana prossima avremo l'Inter in casa e sarà una finale. Oggi abbiamo sbagliato, le prossime partite saranno vitali».
I catalani in patria stanno facendo bene - in testa a parti punti (19) con il Real Madrid - e la difesa sembra molto solida - 1 sola rete subita in 7 gare -, mentre in Europa la strada è invece ora tutta in salita. Potrebbe ripetersi il dramma sportivo della scorsa stagione, quando i catalani mancarono la qualificazione alla fase knock-out di Champions arrivando (ancora) alle spalle di Bayern e Benfica.
Non certo ignaro del peso del blasone, Xavi si è presentato ai microfoni con il coltello tra i denti - e lo si era capito già nel corso della sfida durante la quale si è anche visto affibbiare un cartellino giallo per proteste .
«Sono indignato per l'arbitraggio. Prima ci spiegano che Ansu Fati tocca il pallone con le mani, anche se ha segnato un altro compagno, poi nell'altro episodio non si capisce cosa sia successo. Avrei voluto parlare con l'arbitro e chiedergli perché non ha fischiato, dovrebbe venire qui a dare spiegazioni. Sono indignato, è un'ingiustizia e non ha senso.»