Jakobsen, ancora paura È stato sfregiato dal telefonino di uno spettatore

bfi

30.1.2023

Fabio Jakobsen 
Fabio Jakobsen 
IMAGO/Belga

L'olandese Fabio Jakobsen che al Giro di Polonia del 2020 era caduto rovinosamente rimanendo in coma conosce bene i pericoli degli sprint tra le ali di folla. Stavolta, a San Juan, se l'è cavata con una graffietto e un grosso spavento.

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30.1.2023

Fabio Jakobsen (Soudal-Quick-Step) ha rischiato grosso di nuovo durante un caotico strappo in volata nella settima tappa della Vuelta argentina a San Juan, dopo aver sbattuto la faccia contro il telefono di uno spettatore.

Il campione olandese era in lizza per la vittoria nell'ultima tappa in Argentina, quando al termine di un'ultima curva all'interno si è portato pericolosamente vicino alla barriera che separa il pubblico dai corridori. È lì che uno spettatore ignaro, in piedi, con il telefono teso ha sfregiato il volto di Jakobsen: al suolo fortunatamente sono cauti solo gli occhiali da sole del corridore e il telefonino dello spettatore.

«Molto pericoloso», ha detto l'ex ciclista Brian Smith. «È un'ulteriore segnale per la richiesta di doppie barriere sul rettilineo d'arrivo. Lo abbiamo sempre detto. Poteva essere davvero un brutto colpo», ha concluso colui che oggi lavora come commentatore per Eurosport.

Fortunatamente Jakobsen è riuscito a rimanere in piedi dopo aver avuto una leggera oscillazione prima di stabilizzarsi. L'incidente ha però fermato la sua corsa, mentre la vittoria è andata a Sam Welsford del team DSM.

Nonostante la sconfitta l'olandese ha tirato un grosso sospiro di sollievo, memore del terribile incidente che lo vide suo malgrado protagonista al Giro di Polonia del 2020. Jakobsen era rimasto in coma dopo una collisione con Dylan Groenewegen. Già allora furono sollevate preoccupazioni sulle barriere di sicurezza. Nel 2021 l'UCI ha introdotto nuovi standard per le transenne.

Ricordiamo che Jakobsen ha riportato gravi lesioni, tra cui contusioni cerebrali e polmonari, fratture al cranio, la frattura del naso e la perdita di 10 denti. Groenewegen, che è stato oggetto di minacce di morte e di critiche pungenti, ha trascorso quasi tre anni nell'anonimato mentre lotta tutt'ora per riprendersi mentalmente dal trauma.

Il finale stavolta è stato a lieto fine.