Manca poco all'inizio del nuovo campionato di National League e per l'occasione vi proponiamo storie di leggendari giocatori che vennero in Svizzera per pochissimo tempo, ma che lasciarono un ricordo indelebile. Ecco la storia di Valeri Kamensky, un extra terrestre al servizio dell'Ambrì.
Era il 1994 e come già successo prima di allora - e succederà anche dopo - l'organizzazione della National Hockey League non trovò un accordo con i giocatori: campionato sospeso e un sacco di grandi giocatori in giro a cercare una squadra che desse loro la possibilità di giocare e di mantenersi in allenamento. In Svizzera arrivarono in tre: Doug Gilmour, Chris Chelios e Valeri Kamensky.
Tre stelle della NHL in Svizzera, una ad Ambrì
Gilmour rinforzò il Rapperswil che era appena salito in Lega nazionale A senza però lasciare troppe tracce nei libri dei ricordi, Chris Chelios vestì la maglia del Bienne adoperando molto - troppo - tempo per adattarsi ai campi europei e all'hockey di casa nostra.
Valeri Kamesnky, invece, diventò da subito un beniamino del pubblico della Valascia. Il russo portava già sul petto 3 medaglie d'oro mondiali e una olimpica: un fuoriclasse come non si era mai visto ad Ambrì, un ex giocatore della leggendaria CSKA di Mosca e della Nazionale sovietica dei vari Larionov, Krutov e Makarov.
Il destino di Valeri Kamensky era segnato fin dalla nascita, che avvenne il 18 aprile del 1966 nella città di Voskresensk, sulle rive del fiume Mosca: nella stessa città nacquero pure Kozlov, Markov e Larionov, tutti ex giocatori della grande USSR di Valeri Tickonov.
Dopo un fantastico inizio di carriera in patria, nel 1991, in seguito al crollo dell'Unione Sovietica, seguì molti altri suoi illustri compagni in Nord America, dove giocò dapprima per i Quebec Nordiques, passò poi ai Colorado Avalanche, New York Devils, Rangers, Dallas Stars e New Jersey Devils. In mezzo, una piccola parentesi ad Ambrì, appunto, durante il lock-out di NHL del 1994.
Idolo della Valascia
Valeri Kamensky rimase per sole 12 partite in Svizzera, dodici sviolinate con la maglia biancoblù che lo affiancò ai connazionali Kvartalnov e Fedulov, dodici esibizioni che fecero segnare sul tabellino dei Leventinesi 13 reti e 6 assist. Arrivò in sordina, regalò istanti di magia al pubblico di casa, si divertì e partì, com'era venuto.
Il ritorno in NHL e la conquista della Stanley Cup
Al ritorno in NHL trovò casa in Colorado presso gli Avalanche. Con Peter Forsberg e Claude Lemieux formò un terzetto micidiale capace di totalizzare 326 al termine della Regular Season, trascinando la sua franchigia alla conquista della Stanley Cup, la prima della sua storia.
Secondo molti, Kamensky rimane la più grande ala sinistra della storia dei Colorado Avalanche. Offuscato dai vari Forsberg e Blake e Lemieux in America, da Larionov, Krutov e Makarov in patria, Kamensky fu davvero la stella più brillante sul ghiaccio solo nel suo periodo all'Ambrì: breve, irripetibile e indimenticabile per tutti, Valeri compreso.