
Cosa succederebbe se il Lugano perdesse i Playout contro l'Ajoie e poi anche la serie contro il Visp? Lugano retrocesso? Non necessariamente. Vi spieghiamo il perché.
Hai fretta? blue News riassume per te
- Sul ghiaccio il Lugano rischia la retrocessione, ma il suo destino dipende anche dall'esito della finale di Swiss League tra Visp e Basilea: se il Visp perdesse, i bianconeri sarebbero comunque salvi, indipendentemente dalla serie contro l’Ajoie.
- Esiste la possibilità che la National League modifichi il regolamento con una maggioranza di tre quarti degli azionisti, permettendo al Lugano di restare nella massima serie anche perdendo ipoteticamente entrambe le serie con Ajoie e Visp.
- Il direttore della Lega Denis Vaucher ha ammesso che, in teoria, un’eccezione per il Lugano sarebbe possibile, ma ha escluso questa ipotesi, ritenendola dannosa per la credibilità della National League.
Lugano nella serie cadetta? Possibile, anche se improbabile.
Se il Visp perdesse la finale di Swiss League contro il Basilea, la squadra guidata da Uwe Krupp potrà andare in vacanza senza patemi d'animo, anche se dovesse perdere la serie contro l'Ajoie.
Visp e Basilea sono sull'1 a 1 nella serie. Lugano e Ajoie stanno sullo 0 a 2. I vallesani non vogliono certo lasciarsi sfuggire la possibilità di giocare tra le grandi: hanno un Cantone alle spalle che attende da tempo immemore la presenza di una vallesana nel massimo campionato.
Sull'altro fronte - stasera si gioca gara-3 sotto le volte della Cornèr Arena - l'Ajoie sta davvero mettendo paura ai più quotati avversari. Se i giurassiani dovessero vincere anche la terza sfida, fuori casa, avrebbero la possibilità di stendere il Lugano fra le mura amiche, dove i bianconeri in stagione non hanno mai vinto.
E se il Lugano dovesse retrocedere?
Come ampiamente descritto da Klaus Zaugg su «Watson.ch», il club di Vicky Mantegazza potrebbe venir graziato. No, non si tratta di eresie o vaneggiamenti di un simpatizzante bianconero.
Il regolamento prevede «l'indulto»
Uno sguardo al regolamento lo dimostra: la National League potrebbe effettivamente concedere al Lugano una deroga e salvarlo dalla retrocessione.
Questo perché la lega è oggi una società per azioni indipendente dall'associazione nazionale. Con una maggioranza di tre quarti, è possibile modificare in qualsiasi momento il regolamento esistente e cambiare le regole per la stagione successiva.
In concreto: con una maggioranza di tre quarti, la National League può passare da 14 a 15 squadre per la prossima stagione e il formato può essere organizzato di conseguenza.
Irrealistico? Non secondo il navigato giornalista esperto di hockey. Secondo Zaugg sarebbe quasi certamente possibile raggiungere una maggioranza di tre quarti a favore del Lugano, ampliando il numero di club nella massima lega.
Questo porterebbe a un precedente: nessun club dovrebbe più temere la retrocessione. Sempre se la sua situazione finanziaria lo permette.
Cosa dice il capo della Lega
Il direttore della Lega, Denis Vaucher, interpellato da «Watson.ch» non è sembrato divertito dall'argomento.
Ma, regolamenti alla mano, spiega: «Sì, teoricamente un indulto per il Lugano sarebbe possibile, ma escludo questo scenario. Il danno alla reputazione della National League e al nostro hockey nel suo complesso sarebbe irreparabile. Saremmo visti come una lega inaffidabile».
Greg Ireland, indimenticato dalla parti di Lugano
Per gli amanti dell'amarcord vale la pena ricordare che il Lugano retrocesso sarebbe un evento quasi impronunciabile, se si pensa che nell'era Playoff, dal 1986, i bianconeri sono secondi nella classifica di chi ha vinto più titoli nazionali, sette, a pari merito con lo Zurigo, preceduti solo dal Berna (10).
Inoltre, sulla panchina dell'Ajoie ora siede Greg Ireland, ex coach del Lugano, ossia il gentleman che portò i bianconeri per l'ultima volta in finale, quella volta contro lo Zurigo.
La serie, ricordiamo, fu vinta dai Lions in gara-7, alla Resega. Al canadese mancò davvero poco, e lo fece con una formazione infarcita di giovani inesperti, dopo aver perso diverse pedine fondamentali sulla via della finale.
Un allenatore che aveva saputo motivare un gruppo non superlativo, ma che mise in campo tanta energia da costringere i leoni a giocare sporco, pur di vincere. L'intervento di Fredrik Pettersson, ex bianconero, in gara-6 su Maxim Lapierre fu emblematico.

Ireland conosce Lugano, ma soprattutto sa come gestire un gruppo di atleti, magari sulla carta inferiori, portandoli a fornire prestazioni che vanno ben oltre l'immaginario collettivo.