Nel momento più complicato Filippo Lombardi alza la voce e invita i tifosi ad avere fiducia.
Il presidente dell'Ambrì ha pubblicato una lettera aperta in cui fa il punto della situazione. «Questa non è la peggior stagione dell'HCAP - scrive il numero uno leventinese in uno dei 7 punti toccati - nei miei primi 3 anni siamo finiti regolarmente ultimi con 33, 44 e 47 punti».
Malgrado le difficoltà legate al COVID, non solo finanziarie, Lombardi guarda con fiducia al futuro: «Presto raccoglieremo i frutti del lungo e metodico lavoro di Duca e Cereda con i giovani e con i ticinesi».
Il testo integrale apparso sul sito ufficiale del club
Come sempre, l’Ambrì non si arrende!
Ho imparato negli anni che meno il Presidente parla di sport, meglio è, specie quando le cose vanno bene. Poi arriva il momento in cui vanno meno bene, e forse un intervento ci vuole, a sostegno della squadra, dello staff e della famiglia biancoblù.
Le nostre attuali difficoltà sono evidenti, e i tifosi – pronti a gioire per le emozioni positive – sono anche portati a deprimersi fin troppo facilmente, dimenticando le radici e la natura dell’HCAP: una società nata per esprimere identità e resistenza alle difficoltà, più che per festeggiare facili successi. Una società così fortemente radicata nel cuore dei Ticinesi proprio perché rappresenta la loro lotta di tutti i giorni in una vita che raramente ti spiana davanti il tappeto rosso!
Giustamente, lo staff sportivo evita scuse e giustificazioni, perché sa che la squadra deve combattere e dare il massimo malgrado i propri limiti, non certo nascondersi dietro a questi stessi limiti. Quando tutti noi vogliamo “cinque leoni” sappiamo che anche il leone ferito va rispettato, e ha il diritto/dovere di tirar fuori ancora qualche zampata micidiale, cosa che ci attendiamo ancora in vista dei pre-playoff!
Forse però a questo punto il Presidente alcune cose le deve dire:
1. Bando alla memoria corta: questa NON è la peggior stagione dell’HCAP. Nelle mie prime tre stagioni da Presidente (con budget, roster e staff che oggi farebbero rabbrividire) abbiamo racimolato 33, 44 e 47 punti in tutta la regular season, finendo regolarmente ultimi. Abbiamo giocato ben tre volte in cinque anni lo spareggio per la relegazione, festeggiando ogni volta la salvezza come una Coppa del mondo. L’HCAP è stato più volte sull’orlo del fallimento, come in tutta la sua storia. Non dimentichiamo da dove veniamo, e cosa abbiamo raggiunto ciò malgrado!
2. Le misure Covid hanno finalmente imposto a Lega e Ufficio federale dello sport un confronto oggettivo da cui risulta indiscutibilmente che abbiamo il budget di gran lunga più basso della Lega: oltre il 30% sotto la media negli anni normali. I soldi non fanno la felicità (e nemmeno il successo sportivo) ma è ovvio che qualche influsso sul talento che ti puoi permettere ce l’hanno.
3. Quest’anno poi, con le importanti riduzioni salariali accettate dai nostri giocatori e membri di staff (per le quali non li abbiamo forse ringraziati abbastanza) il divario si è ulteriormente accresciuto. Da notare che senza queste riduzioni non saremmo più stati in grado di pagare gli stipendi già da gennaio, perché i promessi aiuti federali non si sono ancora visti!
4. Quale ulteriore misura di risparmio la società ha rinunciato a sostituire gli infortunati (salvo uno, per gli ultimi due mesi), giocando praticamente tutta la stagione con due/tre stranieri, di cui uno era stato chiaramente previsto per i Rockets in Swiss League.
5. La squadra ha pagato un duro prezzo al Covid: non solo le quarantene iniziali (con qualche giocatore colpito) ma soprattutto il recente contagio che ha colpito quasi tutti, come poche altre squadre svizzere. Sappiamo che in molti casi (l’ho vissuto anch’io) malgrado la guarigione l’affaticamento permane per un periodo più o meno lungo.
6. Sarebbe fin banale a questo punto citare gli errori arbitrali che ci hanno penalizzati. Non credo nelle congiure, so che errare è umano, ma so che è altrettanto umana una certa sudditanza psicologica per cui – nel dubbio – sbagli più facilmente contro il “piccolo” che contro il “grande”. L’ho vissuta in gioventù da arbitro di calcio e nessun dirigente di nessuna lega è sin qui riuscito a convincermi del contrario.
7. Da ultimo, sappiamo che per sopperire al tasso tecnico l’HCAP ha bisogno non solo di umiltà e duro lavoro, ma anche di una forte carica di motivazione supplementare: Cereda parla di fame e disperazione. Ma per questo lo staff da solo non basta: una stagione intera senza il suo pubblico così particolare penalizza l’Ambrì più di altre squadre.
Morale della favola: non serve a nulla cercare scusanti, ma nemmeno capri espiatori. I tifosi devono ricordarsi che quest’anno ci dà meno soddisfazioni degli altri per diverse ragioni oggettive, non per cattiva volontà o per errori imperdonabili.
Ancor più importante è sapere che il cammino dell’HCAP continua: le nostre sempre precarie finanze avrebbero potuto portarci al tracollo definitivo in queste due stagioni funestate dal Covid, perché non abbiamo riserve o mecenati da cui attingere contributi straordinari. Ma con l’aiuto di tutti – agli abbonati scriverò una lettera separata – ne stiamo venendo fuori solo con qualche ammaccatura, e ci prepariamo ad entrare a testa alta nel nostro Nuovo Stadio perché la nostra Storia possa continuare!
E continuerà anche sul piano sportivo, quando raccoglieremo i frutti del lungo e metodico lavoro di Duca e Cereda con i giovani e con i Ticinesi. Siamo al quarto anno di una nuova filosofia, frenata dal Covid ma destinata a rifiorire l’anno prossimo e a durare nel tempo. Non ci arrenderemo di certo adesso!